Cos’è la piramide alimentare e come è cambiata nel tempo

È un grafico intuitivo che ci suggerisce quali cibi (e in che quantità) assumere per una nutrizione sana. Gli ultimi modelli elaborati tengono conto anche dell’impatto ambientale dell’alimentazione.

Aceto Balsamico di Modena
Carlotta Garancini

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Qualcuno la ricorderà dai tempi della scuola, in molti hanno chiaro in mente il suo disegno, tanti ne avranno sicuramente sentito parlare. Ci stiamo riferendo alla piramide alimentare, un grafico che ci suggerisce in modo intuitivo come dovremmo nutrirci per una dieta sana e corretta. Conoscete la sua storia e come si è voluta nel tempo? E sapete che ce n’è più di una?

La prima piramide alimentare fu prodotta dal dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti all’inizio degli anni Novanta per riassumere i principi della dieta mediterranea in modo semplice e fornire uno strumento guida ai cittadini americani. I cibi vennero divisi in sei gruppi e la piramide in altrettante sezioni. Sulla base della forma geometrica vennero disegnati gli alimenti da mangiare in più quantità e con più frequenza, in cima quelli da consumare in minori porzioni e più raramente. Così, partendo dal basso verso l’alto si trovavano cereali e derivati, verdura e frutta fresca, quindi latticini, carne, pesce, uova e legumi, e infine grassi, oli e dolci.

Nel 2005 il grafico è stato poi rivisto: si è fatta una distinzione tra grassi buoni e insalubri e si è consigliato un consumo minore di carne rossa alla luce delle nuove scoperte scientifiche riguardo al rapporto tra salute e nutrizione.

Nel frattempo, nel 2003, anche l’Italia ha prodotto la propria piramide alimentare. Su richiesta del Ministero della Salute, un gruppo di esperti ha prima elaborato la piramide settimanale dello stile di vita italiana basato sulla definizione di Quantità Benessere (QB) sia per il cibo che per l’attività fisica. Da qui l’Istituto di Scienza dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma ha dato vita alla piramide alimentare italiana con le indicazioni dei consumi alimentari giornalieri consigliati.

Esiste anche un modello di piramide alimentare per i vegetariani, mentre la scorsa estate l’International Foundation of Mediterranean Diet (Ifmed) ha lanciato un ulteriore proposta della piramide alimentare che tenesse conto anche dell’impatto ambientale generato nelle fasi di produzione e consumo del cibo (ad esempio emissioni prodotte, consumo di acqua e suolo). Un modello a doppia piramide quindi, sostenibile sia per la salute dell’uomo che per quella dell’ambiente: il Barilla Center for Food&Nutrition è stato fra i primi a elaborarne uno, dimostrando come la dieta mediterranea sia coerente con la piramide ecologica.

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Carlotta Garancini

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