L’Italia è sempre più veg

Cibus Talks
Carlotta Garancini
Published in
3 min readApr 21, 2016

Vegetariani e vegani rappresentano l’8% della popolazione, così il settore dell’alimentazione, dalla ristorazione alla distribuzione, cambia per rispondere a nuove esigenze (e persino la macelleria diventa veg). Ai prodotti veg, nella duplice interpretazione di vegan e vegetarian, Cibus riseva un percorso e un catalogo dedicato.

Quanti sono i vegetariani e i vegani in Italia? Stando agli ultimi dati dell’Eurispes, gli italiani che dicono no nell’alimentazione a carne e pesce e ai derivati di origine animale (latticini, uova, miele) rappresenterebbero l’8% della popolazione: nello specifico i vegetariani sarebbero il 7,1%, i vegani l’1%. E confrontando i numeri con quelle degli ultimi tre anni, si capisce come queste percentuali siano in crescita (i vegetariani nel 2014 erano il 6,5%, nel 2015 il 5,7%, mentre i vegani rappresentavano lo 0,6% della popolazione nel 2014 e lo 0,2% nel 2015).

Una scelta veg per quanto riguarda la propria alimentazione deriva nella maggior parte dei casi dalla convinzione che una dieta senza carne e pesce e derivati di origine animale sia più salutare (46,7%), convinzione rafforzata da alcune ricerche secondo cui eliminare la carne o ridurne il consumo farebbe meglio all’organismo. Ma quella salutista non è l’unica ragione. Il 30% dei vegetariani e dei vegani è mosso dalla sensibilità nei confronti degli animali e, per esempio è contrario alle condizioni che devono subire negli allevamenti intensivi. Il 12% dei veg, infine, adotta invece questo stile di vita per motivi di tutela ambientale. Sempre secondo lo studio della Oxford University, una dieta vegana comporterebbe una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 70%, una dieta vegetariana del 63%, mentre un consumo limitato di carne del 30%.

Qualsiasi sia la motivazione dietro questa scelta alimentare, la platea veg in Italia si sta certamente ampliando e il settore dell’agroalimentare deve saper rispondere a esigenze diverse. Nei ristoranti gli chef si danno da fare per creare piatti con sole verdure, cereali, legumi, erbe, fiori, altri locali nascono da subito con un’anima veg proprio per soddisfare questa tipologia di clienti; sorgono nuovi fast food all’insegna del cruelty free o quelli esistenti inventano panini senza carne e pesce; nelle mense degli asili, delle scuole e delle aziende compaiono pietanze veg o interi menù dedicati: così è successo nello stabilimento Fiat Chrysler di Mirafiori dove il 18 aprile è partito un progetto per migliorare la salute degli operai attraverso un’alimentazione migliore. I colletti blu possono scegliere tra pasti veg, senza glutine, integrali.

Nella distribuzione organizzata sono scomparsi interi scaffali e reparti di prodotti vegetali per un fatturato che si calcola intorno ai 320 milioni di euro. E anche la macelleria diventa “vegetariana”. Ebbene sì: sul banco ci sono prodotti che hanno l’aspetto di un hamburger o di un tacchino, ma sono realizzati con seitan, tofu o tempeh. L’idea se la contendono tra l’Olanda e la Svizzera e ora anche in Italia sono nate le prime attività sul genere (ne trovate ad esempio una a Napoli e una a Bari). Senza poi contare le app “vegetariane” e “vegane”: c’è quella che legge l’etichetta e ti dice se un prodotto è veg o no, quella che ti indica il locale veg più vicino, quella che ti suggerisce la dieta corretta per sostituire l’apporto nutritivo di carne e pesce.

Ai prodotti vegetariani e vegani Cibus, il Salone Internazionale dell’Alimentazione in scena dal 9 al 12 maggio a Parma, dedicherà un catalogo e un percorso tematico all’interno della fiera: cercate la scritta “Veg” sugli stand e non vi sbaglierete.

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