Vengo anch’io. No, tu no!

Ovvero quelli che non vincono la Sanremo, oh yeah.

Stefano Medaglia
Carollo & Malabrocca Cycling Club
4 min readMar 22, 2018

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La Classicissima è corsa strana: sabato lo si è visto. Corsa lunga — lunghissima — ma relativamente facile da un punto di vista altimetrico. Prima classica della stagione, è un po’ come il primo giorno di scuola: ci sono tutti e non si sa bene cosa aspettarsi.
Anche nel ciclismo moderno la Sanremo resta aperta a più esiti, a più tipologie di corridori: negli ultimi anni vinta da puncheur come Bettini (2003), da passisti come Cancellara (2008) e da velocisti di razza come Cipollini (2002). E, allo stesso tempo, persa un po’ da tutti.
Aggiungeteci che quest’anno l’ha vinta uno scalatore, un uomo da Grandi Giri, e il risultato sarà che questo giro praticamente hanno perso davvero tutti.

È ormai passato qualche giorno, e forse — dico forse — ci siamo ripresi dalla sbronza degli ultimi km della Milano Sanremo. Del vincitore, Nibali, hanno scritto e scriveranno altri. Noi, un po’ attardati, fuori tempo massimo come si addice a chi vuole lodare gli ultimi, ci occupiamo di quelli che hanno perso. Perché anche loro hanno percorso i 294 km, solamente un po’ più lenti di Vincenzo, chi più, chi meno.

E siccome per fare certe cose ci vuole orecchio, abbiamo chiesto una mano a Enzo Jannacci per stilare una lista di quelli che se me lo dicevi prima…

Quelli che hanno una missione da compiere, oh yeah
Ovvero Philippe Gilbert

Un vallone che vince nelle Fiandre con la maglia di campione nazionale belga dopo una fuga solitaria di 50 km: esiste qualcosa di più bello?

Gilbert è alle prese con la sua sfida: vincere tutte e 5 le classiche monumento, cosa riuscita solo a Merckx, per intenderci. Ha lanciato pure un hashtag, guarda te: #striveforfive. Liegi, Lombardia e Fiandre li ha già in saccoccia; mancano solo Sanremo e Roubaix. Due cose da niente, insomma. Ma Philippe è così forte e meticoloso da rendere incredibilmente credibile questo sogno.
Sogno infranto e confermato allo stesso tempo da una caduta e dalla vittoria di Nibali, sulla carta ancora più inadatto di lui: la Sanremo si può ancora vincere, anche senza uno spunto veloce, con una certa dose di gambe e coraggio (che a Philippe non scarseggiano).
Ora non resta che provarci alla Roubaix, per vedere l’effetto che fa.

Quelli diversi dagli altri, oh yeah
Ovvero Peter Sagan

L’attacco che decide la vittoria più bella di Peto, al Fiandre, per insindacabile giudizio di chi scrive.

Sagan e la sua maledizione: non esiste corsa più adatta a lui della Classicissima. La può vincere in volata, anche contro le ruote più veloci, come il mondiale di Bergen. La può vincere con un attacco solitario sul Poggio e con la picchiata in discesa, come il mondiale di Richmond o il Fiandre. O, a ben vedere, la può vincere con un attacco di pochi corridori, come la stessa Sanremo persa per un soffio contro Kwiato. Però non l’ha ancora vinta.
Chiamare un esorcista? Ma no, va bene così: che ce ne faremmo di un Peto che sa solamente vincere?

Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale, oh yeah
Ovvero Mark Cavendish

Ahia che botta!

Incidente mortale — per fortuna — no, ma incidenti e basta sì. Cavendish è stato uno dei più grandi velocisti della nostra epoca, e qui non ci piove. Ma è anche uno di quelli che ha retto peggio il cambio generazionale che lo ha trasformato in una figura un po’ malinconica (badate bene, non “nostalgica”: “malinconica”).
Come un novello Don Chisciotte combatte la sua folle lotta e si scontra contro un gigante, non sotto forma di mulino a vento, ma di spartitraffico, che lo fa roteare in aria.
Corre con una costola rotta per onorare una corsa che ama e che ha già vinto: non contento se ne rompe un’altra. Se me lo dicevi prima…

Quelli che non c’erano, oh yeah
Ovvero Fernando Gaviria

Gaviria cade alla Sanremo 2016 (con Sagan e Cancellara che, manco a dirlo, lo evitano per un pelo).

Il più grande tra i grandi assenti era sicuramente Gaviria. Colombiano, ma velocista, anzi pistard. Giovane, forte, faccia simpatica. Caduto alla Tirreno Adriatico, mano rotta, operato: salta uno degli appuntamenti più importanti della sua stagione. Caduta stranamente simile a quella durante la Sanremo 2016 (quella poi vinta da Demare, lasciamo perdere…). Non è che la Classicissima gli porti un po’ sfiga?

Quelli di (via) Roma, oh yeah
Ovvero Caleb Ewan

Per un attimo dimenticatevi di Vincenzo e concentratevi sul piccoletto che regola il gruppo.

Il piccolo Caleb ha dimostrato un’esplosività quasi imbarazzante in quel di via Roma: cosa che dopo più di 290 km non è scontata. Chiaro, la volata è stata influenzata dalla presenza di Nibali qualche decina di metri avanti che già esultava per la vittoria, ma dare due biciclette ai vari Demare, Kristoff, Sagan e compagnia bella non è cosa da poco.
Vincitore dei perdenti: forse la sconfitta più struggentemente bella.

Enzo Jannacci — Quelli che

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