Apocalypse wow

Le nostre ossessioni immerse nelle opere dei fratelli Chapman

StefanoRosa
Casa di Ringhiera
3 min readDec 30, 2016

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Jack e Dinos Chapman, Fucking Hell, 2008

Siamo interessati a recuperare tutte le forme di terrorismo per offrire allo spettatore il piacere provocato da un certo tipo di orrore e da un certo tipo di turbamento borghese.

Jake & Dinos Chapman

I fratelli Chapman, Jake (1966) e Dinos (1962), appartengono alla generazione di artisti inglesi lanciata a livello planetario con la celebre mostra SENSATION del 1997 alla Royal Academy of Art e che raggruppava parte della collezione privata del pubblicitario Charles Saatchi.

Quest’ultimo capì prima di altri, addetti ai lavori, che ormai lo shock doveva far parte dei materiali artistici a disposizione degli artisti per creare, distruggere e resuscitare la stessa controversia che le loro immagini suscitavano.

Il disgusto divenne così il propellente necessario a contrastare la pesante gravità di quelle convinzioni calcificate nella critica dell’arte e che si distrussero giusto un attimo prima della grande deflagrazione estetica.

Jack e Dinos Chapman, White Cube, 2011

Il sistema dell’arte, suturate le ferite, non può che esporle ad un prezzo maggiorato dal successo di questi irriverenti artisti.

L’artefatto cammino che i Chapman Bros lastricano porta lo spettatore sul baratro dell’inquietudine, tra sudori freddi ed ansie primordiali. Alzato il sipario la scena è raccapricciante, inconsueta ed indigesta come lo sperma di una estorta fellatio.

Il male simbolicamente rappresentato in tutte le sue innumerevoli ed infinite declinazioni è il leitmotiv di una sinfonia per occhi spalancati. Impossibili da chiudere, perch​é​ le palpebre degli spettatori stanno già al collo dei fratelli artisti, cucite in una morbida collana ancora calda.

Mutilazioni, nazismo, stupri, zoofilia e putrefazione sono solo codificati lemmi di un vocabolario morale che è già bruciato nella feroce anarchia del caos.

Jake e Dinos Chapman, The Dark Destroye

Il giudizio non è universale, ma semplicemente sospeso in diorami distopici che misurano la profondità dell’Abisso e nei quali i simboli religiosi, commerciali, politici e sociali vengono torturati all’infinito.

Illuminismo, Darwinismo e Cristianesimo, sotto la lente dei fratelli inglesi, sembrano mode passeggere mentre la sopravvivenza della specie non è mai stata una semplice opzione.

Nelle loro opere si crea una visione dell’universo come un vuoto morale e spirituale irredimibile, un mondo in cui il male non è un’alternativa al bene, perché il concetto di bene non esiste. La loro arte è viscerale, “ironica” ed assolutamente priva di qualsiasi sottotesto psicologico o complesso emotivo.

La loro ripetizione affina sempre più l’idea originale di una solforica pioggia apocalittica. Aprire l’ombrello non ci salverà!

Jake e Dinos Chapman

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