Atlanta, Childish Gambino e il rap

Atlanta è la serie tv di Donald Glover prodotta da FX. Impossibile non farci caso.

Michele Nenna
Casa di Ringhiera
5 min readJun 7, 2017

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Quella scorsa è stata la settimana perfetta per mettersi in pari con alcune serie tv. Avevo, ed ho tuttora, un elenco sterminato di titoli che quasi mi vergogno a dirlo in giro. Alla fine, quella particolarità del tempo che vola si è dimostrata essere vera, verissima. Gli impegni si sono ammassati di colpo, le scadenze hanno cominciato a bussare alla porta prima con una mano, poi con entrambe. In un breve periodo mi sono reso conto del boato provocato dalle lancette dell’orologio mentre compiono il loro giro. Ci vuole stomaco per resistere, ed io a volte non riesco. Perdente!

Così mi sono messo alla ricerca del titolo giusto. Ho scandagliato pagine su pagine, ma sembrava che mi fossi perso il mondo intero. Cavoli, mi sono detto. Da dove cominciare? Non facevo del sano binge watching da quasi due mesi e quello che mi si prospettava davanti ai miei occhi era una valle sterminata di titoli che avevo dimenticato di segnare da qualche parte. È stato molto difficile scegliere quello definitivo. Ci sono riuscito perché in quel momento, come un fulmine a ciel sereno, mi è venuto in mente il nome di Danald Glover, in arte Childish Gambino, e del suo Atlanta.

Scrissi il titolo nella barra di ricerca tenendo le dita incrociate. Quando in Italia qualcosa passa inosservata, allora vuol dire che devi iniziare a preoccuparti seriamente. Non devi escludere nulla, anche le cose più scontate le devi obbligatoriamente mettere in conto. Nonostante i miei viaggi mentali abbastanza negativi, rimasi del tutto impassibile quando la trovai lì, sola in una schermata del pc più vecchio di sempre. In realtà, sotto sotto, non ero poi così pessimista. Si trattava di un pessimismo che il più delle volte serve a consolare, prepara alla disfatta e aiuta a non sperarci più di tanto per evitare di incassare il colpo basso più improvviso della propria storia. Insomma, Atlanta c’era e la cosa più bella era che non potevo lamentarmi per il resto dei giorni contro l’inaffidabilità di alcune offerte che propongono gran parte delle piattaforme di servizi streaming che diffondono il materiale senza alcun problema.

Prodotta da FX, Atlanta è la prima serie tv realizzata/scritta/diretta da Donald Glover. Artista a tutto tondo — dalla musica al cinema, dalla stand up comedy alla scrittura — il nostro Childish Gambino prende quella scena rap di nicchia — underground, esageriamo! –, quella che cerca di emergere in tutti i modi, e la inserisce al centro della narrazione dell’intera serie. Sullo sfondo — ma non tanto — resta il rapporto con la madre di sua figlia, nonché convivente ormai sempre più stufa dei suoi fallimenti, consapevole di pagare l’affitto ogni volta che Earn (Donald Glover) non riesce a portare nemmeno un dollaro a casa. I due condividono lo stesso letto, costretti dalla situazione che vivono, con una lunga serie di problemi economici e sentimentali che riempiono le vite di entrambi. Praticamente vivono sotto lo stesso tetto perché Earn non ha un lavoro fisso, nulla di più.

Donald Glover è riuscito così a rendere l’idea di quello che si vive dietro le quinte dei grandi video rap che la scena statunitense produce. Consumiamo YouTube, conosciamo la gran parte di quelli che sono riusciti a fare i soldi, quelli sempre circondati da ragazze e che assumono tutta una serie di pose davanti alle auto extra lusso tirate a lucido. Earn è invece uno di quei ragazzi prossimi ai trenta, sfigato e che non ha un lavoro — se non quello di diffondere più brochure possibili all’interno dell’aeroporto. Cerca in tutti i modi di riuscire a fare qualcosa di buono, di economicamente costruttivo per la sua bambina, ma non ci riesce. Ogni mese va a finire che chiede i soldi ai suoi genitori pur di restare a galla tra l’affitto e il mantenimento.

In parallelo alla sua vita, si svolge quello che potremmo definire come la tanto attesa rivalsa di un giovane ormai dimenticato da tutti. Contatta suo cugino Paper Boi, un rapper emergente, e si propone di fargli da manager. Ha inizio così un decollo che alla fine decollo non è — se non in minima parte. Gli eventi che si susseguono nella serie si incastrano perfettamente, ma non danno subito i risultati sperati. In Earn c’è la lotta alla sopravvivenza, c’è la sconfitta che persiste sotto il manto d’erba fumata attraverso qualsiasi cosa che si trovasse intorno, c’è la voglia definitiva di riuscire a vincere a tutti i costi. È una necessità che persiste al clima tutto interiore delle emozioni e dei sentimenti che si provano in un dato periodo, lo stesso di quando tutto va storto — compreso la cena in un locale che credevi avesse i prezzi giusti per le tue tasche. Childish Gambino va piano, portando la lente d’ingrandimento su frame che avanzano in slow motion. Riesce a trasmettere tutta l’angoscia di una generazione che non sa più che pesci prendere, ma che allo stesso tempo sa come cavarsela una volta messa difronte al baratro del futuro più prossimo che possa esistere.

Conosco Donald Glover principalmente per la sua musica. Il cinema e tutto il resto del suo mondo in continua evoluzione è venuto dopo. Nei suoi brani c’è un sacco di comicità, la stessa che non poteva mancare in Atlanta. Narrare la realtà di un determinato pezzo di vita di un protagonista concedendosi la possibilità di far ridere anche quando tutto fa tremendamente schifo. Questa cosa mi ha fatto adorare ancora di più un artista che non smette di sorprenderti. Senza contare la scelta dei brani inseriti nella colonna sonora. Donald Glover è un fan sfegatato delle sorprese e dei colpi di scena. Ad esempio, proprio l’altro giorno ha annunciato che il suo prossimo album potrebbe essere l’ultimo della sua carriera per via di una serie di impegni già intrapresi negli ultimi anni.

Atlanta è una serie tv che sa raccontare tutto quello che accade dietro le quinte, una serie tv che porta sulla superficie una realtà americana completamente diversa da certi stereotipi e che sa far ridere quando meno te l’aspetti. Un po’ come tutte le cose che fa Donald Glover. Del resto, proprio per questo non smetterò mai di definirlo un grandissimo artista astuto, uno di quelli che sa come muoversi in ogni direzione intrapresa.

Nel frattempo il mio elenco di serie tv ancora da vedere cresce a dismisura, nonostante ne stia vedendo una dietro l’altra. La prossima volta cercherò di essere più furbo, proprio come Donald.

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