Detto e non detto nell’occhio del secolo

Casa di Ringhiera
Casa di Ringhiera
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2 min readJan 12, 2015

La fotografia è un gioco di luci e ombre. Non a caso il paragone più adatto ad esplicare il funzionamento di una macchina fotografica è quello con l’occhio umano. L’atto di guardare dal mirino riporta a una concezione voyeurista, che permette a chi è dietro di esso di cogliere espressioni, ombre che si posano sui volti e luci che li illuminano.
Uno dei maestri indiscussi dell’arte fotografica è Henri Cartier-Bresson, noto anche con l’appellativo di Occhio del secolo per i suoi immani contributi al foto-giornalismo. Quello che tuttavia vorrei evidenziare in questo mio omaggio al maestro è la carica sensuale di alcuni suoi celebri scatti.
Elemento comune, non a caso, delle tre foto che vi propongo sono le gambe avvinghiate degli amanti e il desiderio visibile e naturale del cercarsi.

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L’acqua, elemento che abbraccia i due protagonisti, sembra rendere questo scatto un momento unico e irripetibile. L’abbandono alla passione e il lasciarsi cullare tra le onde permettono a chi lo osserva di immaginare le circostanze, o i dialoghi. Il tutto viene accompagnato dalla maestria del gioco di luci e ombre, che caratterizza il lavoro di Cartier-Bresson. La sensualità delle morse che intrecciano i due protagonisti è l’elemento che rende questo scatto degno di nota.

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Lo scatto riportato sopra, realizzato questa volta in studio, rappresenta invece un altro momento profondo: il contatto delle gambe dei modelli, la luce che si adagia e il movimento, peraltro prepotente, rendono visibile la febbrile passione che questa splendida opera d’arte emana. Altro elemento interessante è la coperta, stravolta dalla forza dell’intreccio.

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L’ultima foto che vi propongo pare un gioco. Il tirare la cravatta, tentando di avvicinare a sé l’altro e comunicare trasporto, è — se non altro — un modo per attirare l’attenzione dell’amante distratto che sembra guardare qualcosa in lontananza. Anche in questo scatto l’irruenza del non detto, per utilizzare un’espressione cara a Umberto Eco, è palpabile.
Le splendide immagini di Cartier-Bresson ci riportano su altri piani interpretativi e narrativi, se vogliamo. Non si tratta solo di fotografia e arte, siamo in presenza di pura semiotica. Di fatti il significato, e di conseguenza l’interpretazione di esso, diventa tutto nella comprensione dell’opera.

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