Il “teschio messicano” ha un nome

Casa di Ringhiera
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3 min readApr 16, 2015

Conoscere le origini di quello che volgarmente viene chiamato “teschio messicano” potrebbe cambiarvi la vita. Ok, siamo tutti d’accordo sul fatto che derivi dalla cultura messicana, e che ognuno è libero di pretenderlo/colorarlo come meglio vuole, ma ora cerchiamo di comprendere il suo vero nome.

Tra le figure religiose messicane, impregnate di puro misticismo misto a sua volta a scontate pratiche di devozione cristiana, non troviamo solo la famosissima Santa Muerte — soggetto di numerose rappresentazioni letterarie e cinematografiche. Nel vasto panorama del folklore latinoamericano compare anche la Calaca.
Negli ultimi periodi la cosa è stata anche sdoganata dal mondo del tatuaggio. Stiamo assistendo ad una vera invasione del famoso “teschio messicano”, ma non tutti sanno che il suo corrispettivo completo è proprio la Calaca.

La Calaca è una rappresentazione fedele dello scheletro umano, addobbato con abiti che trasmettono un senso di felicità in un momento triste qual è quello della morte. Di solito tale figura rituale fa la sua comparsa il giorno della festa dei morti per celebrare la gioia intrinseca nell’accesso all’aldilà.

Nonostante il suo aspetto sia legato alla morte, con lei il popolo messicano festeggia la positività di tale avvenimento. Si è felici e non c’è modo migliore per celebrare il proprio stato emotivo. Gli stessi abiti che vengono utilizzati per ricoprire parte del fantoccio sono ispirati a momenti felici della vita. Come se fossero degli abiti utilizzati per il carnevale. Se la Santa Muerte è raffigurata attraverso le sembianze di una Madonna, la Calaca invece è simile ad una tipica ballerina messicana.
Per le strade si assiste a vere e propri festeggiamenti con tanto di musicisti che intonano melodie tipicamente latine, che riconducono alle diverse cerimonie tenute nei secoli scorsi dai nativi. I partecipanti ai festeggiamenti indossano tutti una maschera raffigurante un teschio — umano o animale. Anche il cibo è fedele al contesto: tutto è a forma di scheletro.

Questa usanza nasce proprio da una commistione di culture differenti: da un lato c’è il rituale della celebrazione della morte secondo la cultura ispanica — figlia a sua volta di quella azteca –, dall’altro invece c’è un’influenza esercitata dalla Danse Macabre francese. In questo caso Europa e America Latina si fondono dando vita ad uno dei fenomeni più unici e caratteristici del Messico.

Nel resto dell’America Latina, la Calaca, non sempre è vista di buon occhio. Ad esempio, in zone come quella del Guatemala, essa rappresenta il dolore, quindi la tristezza legata alla perdita che la morte ne consegue.
Manifestazioni di questo rito sono apparse un po’ per tutto il territorio latino, ma non solo: anche negli Stati Uniti, in particolar modo nella Lousiana fatta di pratiche Voodoo, è stata confermata la presenza di cimeli riconducibili alla Calaca.

Nel cinema, prima con Nightmare Before Christmas e dopo con La Sposa Cadavere, Tim Burton si è ispirato per l’estetica dei suoi personaggi proprio alla figura della Calaca.

Ad oggi possiamo affermare con una certa disinvoltura che la Calaca non è solo tatuata inconsapevolmente sulla pelle della gente. Non compare solo nei vari cerimoniali ripresi dalle telecamere o sulle copertine degli album delle più strane band musicali. Nell’America latina è un po’ dappertutto, al pari del crocefisso che invade i nostri spazi pubblici.

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