La provincia padana di Beatrice Migliorati

Sabato Sera Padano, una raccolta di fotografie analogiche realizzate da Beatrice Migliorati.

Mariateresa Pazienza
Casa di Ringhiera
3 min readDec 29, 2016

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Beatrice Migliorati

Vivere in provincia è qualcosa che ti si cuce addosso, uno di quegli stati d’animo che, anche se vivi altrove, non ti abbandona. In questi termini può sembrare simile al cattivo odore che impregna ogni cosa che tocca. In realtà potrebbe anche rivelarsi nella puzza, quella di un depuratore o di una discarica a cielo aperto. Eppure la provincia non è solo qualcosa che si avvicina alla negatività, alla chiusura mentale, ai “tanto qui non c’è un cazzo” e i “Ma perché non sono nata a Milano?”.

La provincia non è provincialismo.

Mi è capitato di chiacchierare di questo argomento con Beatrice Migliorati, che sulla provincia sta realizzando il suo progetto Sabato Sera Padano, un diario visuale in cui ripercorre i luoghi frequentati durante la sua adolescenza nella bassa bresciana. La particolarità che mi ha spinta a interessarmi di questo progetto è l’utilizzo di Beatrice della luce artificiale come elemento che spinge fuori dall’ordinario i non-luoghi di una qualsiasi delle province italiane.

Altro fondamento di Sabato Sera Padano è il bisogno di ritrarre spazi vasti, come a voler sottolineare quella claustrofobia provocata dalla provincia, dove puoi saltare da un parcheggio immensamente vuoto a un concerto tremendamente affollato, passando davanti a una statua della Madonna illuminata da un’aureola di led gialli che t’implora di smetterla, qualsiasi cosa tu stia facendo.

Altro fondamento di Sabato Sera Padano è il bisogno di ritrarre spazi vasti, come a voler sottolineare quella claustrofobia provocata dalla provincia.

L’oppressione rappresentata dagli immensi spazi protagonisti degli scatti è ciò che ha permesso a Beatrice di riconoscere il valore autobiografico del suo progetto. Quella sensazione di inadeguatezza e di disagio che si adagia sulla pelle è quanto ci sia di più simile alla neve che ricopre l’Iralnda de I Morti di Joyce. La stessa neve che immobilizza Gabriel in una notte fredda permette a Beatrice di tirare fuori dalla paralisi emozionale un significato per quei luoghi osservati in momenti di incomunicabilità.

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Mariateresa Pazienza
Casa di Ringhiera

30 | depicting dreams and reality | always lookin for the meaning