La rivincita estetica di Mr. Merrick

Escrescenze, deformità ed anomalie nei lavori di Patricia Piccinini.

StefanoRosa
Casa di Ringhiera
3 min readJan 18, 2017

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The Long Awaited, 2008 — Patricia Piccinini

Sento che stiamo cominciando una straordinaria rivoluzione nel modo in cui gli esseri umani vedono se stessi. La convergenza tra le rapide evoluzioni nella biotecnologia e nella scienza dei computer e la rimessa in discussione dei ruoli sociali e sessuali tradizionali potrebbe condurre a una nuova definizione della vita umana.

Così nel 1992 il curatore Jeffrey Deitch inaugurava POST-HUMAN, collettiva d’arte contemporanea che s’interrogava sulla fine di una evoluzione naturale e l’inizio di una concezione post-umana nell’ambito dell’arte stessa.
Quattro anni più tardi un esperimento di ingegneria genetica porta alla nascita della pecora Dolly; primo mammifero ad essere stato clonato con successo da una cellula somatica.

Oggi la distanza temporale che ci separa da quella scoperta ci sembra secolare, ma è necessaria per capire come la traduzione estetica di quelle ansie si possa riscontrare nel lavoro artistico di Patricia Piccinini.
Australiana, classe 1965 ha rappresentato la sua Nazione alla 50esima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 2003 con l’opera We Are Family.

The Young Family, 2002 — Patricia Piccinini

Una scultura iperrealista in materiali sintetici raffigurante un ibridazione genetica orfana da qualsiasi precedente ed immaginabile iconografia preesistente. Creature possibili dalla mappatura genetica di una fantasia transgenica. Dolce e spaventosa, questa opera viene mostrata in antitesi al dogma eugenetico che vorrebbe soppressi tutti quei feti portatori di deformità, siano essi umani o animali.
Le “creature” dell’artista australiana sono un impasto di paura e speranza che elevano ad un gradino di grazia, lo standard della forma, così come siamo soliti percepirla. Le madri faranno sicuramente meno fatica ad attraversarne l’estetica, approdando direttamente al significato ultimo.

Ci si interroga inevitabilmente sulla libertà odierna che la scienza offre circa una progettazione pensata nel panorama del design biologico e all’’interno del quale evaporano i confini tra mondi contraddistinti appunto dalla loro fisiologica diversità.

The Lovers, 2011

L’ ingegnerizzazione OGM sfugge al controllo ed investe anche prodotti industriali come semplici motorini e caschi rendendoli oggetti non più utili ad assolvere alle loro funzioni e quindi perfetti per essere esposti come opere d’arte.

Sphinx, 2012

La Sfinge contemporanea della Piccinini non è più un monumento al potere del faraone, ma bensì un monito nei confronti di ciò che il potere stesso potrebbe rivelarsi, se posto nelle mani sbagliate.

Una ruvida fecondità neoplastica proiettata sulla comprensione contemporanea del corpo come essenzialmente mutevole e variabile. Scarto chirurgico e prototipo da provetta godono nel lavoro dell’artista australiana della stessa autonoma fama di eugenetica alla rovescia.

Still life with stem cells, 2002

Il silicone in questa Natura Morta con Cellule Staminali è mimesi della carne per le sue caratteristiche. I seni svuotati delle salme si ricompongono nel simulacro della vita elevata ad opera d’arte. In realtà sempre giovani vite, bambini e bambine, forse per la loro vulnerabilità o forse solo un futuribile presagio.

Escrescenze, deformità ed anomalie sono dunque esposte come il corpo nudo di Joseph Carey Merrick dinnanzi ad un manipolo di medici vittoriani.

Noi spettatori siamo quei chirurghi, costretti ad una decisione non facile, ovvero se tenere fede al giuramento di Ippocrate, oppure cancellare, sopprimere, censurare, uccidere, abortire ed in fine dimenticare.

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