Lo spazio delle arti visive

Osso è un magazine dove si incontrano illustratori, designer e fotografi. Diretto da Maddalena Crespi e Tea Pavanetto, abbiamo scelto di fargli qualche domanda in merito al loro lavoro editoriale. Ad entrambe vanno tutti i nostri ringraziamenti.

Michele Nenna
Casa di Ringhiera
7 min readMay 17, 2017

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Osso Magazine

Ho sempre nutrito un certo interesse per tutto quello che c’è dietro ad un magazine. Sapere come funziona la redazione, conoscere l’origine di ogni singolo pezzo, come sia avvenuta la scelta dell’immagine che campeggia in copertina. Saranno stupide curiosità da nerd del settore, ma sono pur sempre punti di domanda che mantengo vivi ogni volta che mi capita di incontrare una nuova realtà editoriale.

Così ho iniziato a pensare sul serio ad una piccola rubrica per Casa di Ringhiera che ospitasse le storie e i lavori di alcuni dei magazine che seguo con maggiore interesse. Inizialmente ero un po’ spaesato per via della mole di progetti che seguo giorno dopo giorno, iniziativa dopo iniziativa. Poi, dopo qualche tentennamento di rito, ho abbozzato una prima lista di magazine da contattare. Osso era in cima. Prima di lui non ci sono state cancellature. Il suo nome è venuto fuori spontaneamente, un po’ come accade con la comparsa dei primi frutti su un albero da cui non te lo saresti mai aspettato. Conobbi il magazine qualche mese dopo il suo lancio attraverso Instagram — merito della mia fissa per le illustrazioni. Da quel giorno sono rimasto molto attento ai contenuti che pubblicano.

Come avviene in ogni cosa bella che si rispetti, con il passare del tempo mi sono sempre più affezionato a questo magazine che porta il nome di uno dei componenti che ci aiuta a restare in piedi. Maddalena Crespi e Tea Pavanetto, le fondatrici di questa realtà editoriale, hanno scelto di investire in Osso tutte le loro capacità, le loro competenze, le loro passioni. Dalla grafica al design, dall’illustrazione alla fotografia. I contenuti non smettono di catturare chiunque si trovi dalle loro parti.

Osso Magazine è una vetrina che raccoglie il mondo delle arti visive e lo mette alla portata di tutti. Sul loro sito sono stati ospitati numerosi artisti internazionali, noti ed esordienti — come entrambe ci tengono a precisare nell’intervista qui sotto. Così è venuto fuori un insieme di punti che, una volta collegati fra loro, restituiscono il quadro perfetto di una realtà — quella di Osso — che non smette di andare a scovare gli artisti più interessanti nascosti negli angoli più insidiosi della città.

Silvia Terhedebrügge, via Osso Magazine.

Partiamo dalla domanda più banale che un intervistatore potrebbe mai sottoporre: come nasce Osso Magazine?

Osso magazine è nato ufficialmente nell’ottobre 2014 dopo diversi mesi di pianificazione e di ricerca. Era già da un paio d’anni che ci scambiavamo link e notizie interessanti ed è venuto quasi automatico il desiderio di rendere questa condivisione pubblica. In poco tempo abbiamo creato il sito, non sapendo bene a che cosa stavamo andando incontro; dopo qualche mese abbiamo capito che Osso sarebbe diventato qualcosa di grande.

Il vostro progetto editoriale mette al centro della sua mission la diffusione delle arti visive in tutte le salse possibili. Optando per uno sguardo abbastanza imparziale ed al tempo stesso illimitato, qual è lo stato attuale delle forme di espressione che scelgono come mezzo di comunicazione quello dell’immagine?

Negli ultimi anni, l’utilizzo delle illustrazioni come mezzo di comunicazione è cresciuto esponenzialmente. Per notare questo cambiamento, basta osservare le pagine dei grandi quotidiani internazionali, che hanno smesso di utilizzare materiale di repertorio di banche immagini e hanno iniziato a commissionare giovani illustratori. L’avvento dell’espressione visiva si nota nei contenitori più disparati: dallo sfondo di Wetransfer, che seleziona i migliori creativi contemporanei, alle classiche pubblicità. Qualche anno fa, ad esempio, McDonald’s ha lanciato la sua prima campagna pubblicitaria illustrata, senza far apparire il proprio nome, lasciando soltanto che fossero le immagini e la forza del brand a parlare. (Qui)

E in Italia?

Anche in Italia la comunicazione visiva è cresciuta tantissimo, anche se più lentamente che in altri paesi. Qui ancora si tende a rimanere fedeli ad artisti noti e a lasciare poco spazio a nuovi talenti; molti editori, infatti, lavorano bene con un artista, con uno stile e con un tipo di espressione visiva preciso, facendo così fatica ad abbandonare quella sicurezza ed esplorare altre collaborazioni con creativi meno ‘inseriti’ nella scena artistica contemporanea, ma non per questo meno validi.

Roberto Cigna, via Osso Magazine.

Da sempre la fotografia e l’illustrazione avanzano di pari passo, riuscendo addirittura ad intrecciarsi, dando vita ad una forma d’arte ibrida — se così vogliamo definirla. Tra loro esiste davvero un’intesa pacifica oppure persiste qualche attrito di fondo?

Fotografia ed illustrazione hanno un percorso di partenza simili: l’occhio del fotografo è molto vicino a quello dell’illustratore, le ispirazioni spesso nascono dalle stesse cose. Le strade si separano nell’effettiva realizzazione pratica delle loro opere. Oggi esiste l’ibrido fotografia-illustrazione: oltre al classico utilizzo di elementi illustrativi per completare delle immagini, molte fotografie vengono lavorate talmente tanto in post produzione che diventano un vero mix tra le due arti e, viceversa, molte illustrazioni sono talmente accurate che ricordano vere e proprie fotografie. Basta osservare, ad esempio, gli still life di Andrew B. Meyers, (qui) per sperimentare questa illusione: è fotografia o illustrazione?

Tornando al vostro magazine, quanto lavoro c’è dietro?

Sicuramente tanto, anche se, come si dice, quando si fa una cosa che si ama il tempo vola e il lavoro non risulta faticoso. L’impegno dietro ad Osso è più che altro una ricerca costante, per scoprire ed imparare a conoscere nuovi artisti e raccontare la loro storia. Oggi, attraverso i social network è diventato sicuramente più veloce e semplice trovare talenti anche se tutto è molto dispersivo e, data l’enorme quantità di immagini, trovare un artista valido che spicchi tra gli altri richiede un’analisi attenta e costante.

Ritorno per un momento banale e scontato. Cosa vuol dire portare avanti un magazine del vostro spessore?

Ricollegandoci alla risposta precedente, portare avanti un magazine vuole dire un lavoro di ricerca costante, non solo di artisti ma di possibili collaborazioni. Vuol dire essere quotidianamente presente sui social network, soprattutto interagendo con il pubblico. Vuol dire anche mantenere i rapporti con gli artisti di cui scriviamo e crearne di nuovi con le proposte che riceviamo. Tutto questo lavoro produce però delle enormi ricompense, soprattutto da un punto di vista umano: sapere che, grazie al nostro canale, riusciamo a rendere noto il lavoro di giovani talentuosi artisti che altrimenti non riuscirebbero a trovare spazio nell’affollato mondo artistico contemporaneo, è un’enorme soddisfazione!

Parlatemi della soddisfazione più grande che Osso è riuscito a regalarvi.

Prima di tutto i feedback molto positivi che abbiamo ricevuto da persone del settore e, sicuramente, gli apprezzamenti ricevuti dagli artisti di cui abbiamo scritto e con cui abbiamo instaurato un rapporto di amicizia e reciproca stima.

Ma, come in ogni cosa interessante che si rispetti, non c’è solamente una parte bella e sempre positiva. Sicuramente avrete incontrato ostacoli, da quelli più piccoli a quelli più grandi. Qual è stato l’iceberg più difficile da evitare?

Quando abbiamo lanciato Osso ci siamo dette che Osso avrebbe avuto una linea editoriale ed un’estetica molto definita e che il suo punto di forza sarebbe stato quello. Oggi, per questa ragione, ci troviamo spesso a dover rifiutare persone talentuose ma che, purtroppo, non sono in linea con l’estetica precisa del nostro magazine. Rifiutare questi talenti è sicuramente la cosa più difficile.

Cos’è Osso Magazine oggi? Com’è cambiato nel corso degli anni?

Nel corso di due anni Osso è diventata una piattaforma online di riferimento per artisti esordienti e non, riuscendo così a ritagliarsi un posto nell’editoria digitale italiana. Ad oggi Osso possiede un database di oltre 700 artisti, tra illustratori, grafici, animatori, designer, fotografi e artisti. Sono cambiate tante cose nel modo in cui Osso è strutturato: gli articoli hanno più testo e sono più ricercati, le immagini sono selezionate ad una ad una accuratamente in base a diversi fattori.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Le novità saranno molte. Probabilmente degli appuntamenti culturali a Milano. Non vogliamo svelare di più e rovinare la sorpresa!

Chiudiamo questa intervista con un piccolo spazio pubblicitario. Consigliatemi uno dei vostri artisti preferiti e uno da tenere d’occhio.

La lista è lunghissima, ci innamoriamo di tutti gli artisti di cui scriviamo. Tra i nomi che ci saltano subito in mente troviamo Kevin Lucbert, un artista francese che crea i suoi disegni utilizzando soltanto una biro blu o nera. Ritrae porte misteriose, mattoni che cadono, case volanti e strade di periferia con un barlume mistico, introducendoci così in un mondo sconosciuto, al di fuori della nostra familiarità (qui).

Un altro artista da tenere d’occhio è sicuramente Julian Glander, illustratore e animatore che realizza GIfs coloratissime che hanno come protagonisti dei personaggi bizzarri e divertenti (qui).

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