Sei parole in un font bianco

Dove la filosofia del linguaggio incontra il linguaggio artistico.

StefanoRosa
Casa di Ringhiera
3 min readFeb 17, 2017

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Joseph Kosuth. What Does This Mean (yellow), 2009

“Mi sembra che se il linguaggio stesso potesse essere usato per funzionare come opera d’arte, allora quella differenza avrebbe potuto scoprire il meccanismo del gioco linguistico dell’arte. Un’opera d’arte allora, come una doppia maschera, avrebbe fornito non solo la possibilità di una riflessione su se stessa, ma una doppia riflessione indiretta sulla natura del linguaggio e per mezzo dell’arte, sulla cultura stessa”.

Joseph Kosuth

Trovo curioso come l`evoluzione artistica delle Avanguardie storiche sia stata contraddistinta da una linea di progressive “privazioni”. Gli artisti si aprirono, a partire dal Ventesimo secolo, territori nuovi di ricerca, privandosi di qualcosa che apparentemente sembrava indissolubile dal significato stesso di Arte.

L’Artista Post-impressionista ed Espressionista rinuncia alla mimesi, il Cubismo fece a meno della prospettiva, il Futurismo del passato, l’Astrattismo della realtà e la perdita della forma diede vita all’Informale, appunto. Il nichilismo Dadaista puntò addirittura ad una negazione totale intesa come “distruzione” della cultura borghese e di tutti i suoi canoni estetici.

Se la rivoluzione Duchampiana, sospese qualsiasi commento sul valore estetico dell’opera, sulla bellezza di quest’ultima e sull’abilità artistica necessaria per la sua realizzazione; quella Concettuale degli anni Sessanta, rappresentò agli antipodi della contraddizione, una nuova alba nel linguaggio dell’Arte, dando vita a lavori artistici che non appartenevano né alla pittura, né alla scultura.

Joseph Kosuth. Box, Cube, Empty, Clear, Glass — a Description, 1965

Privandosi dell’estetica, l’Arte si ridusse ad un’ idea, cioè il processo riflessivo che l’opera attivava nello spettatore spesso coincideva con l’opera stessa e le idee che gli artisti volevano comunicare, attraverso il lavoro concettuale, appartenevano ad un nuovo linguaggio artistico.

Filosofia del linguaggio e linguaggio artistico si incrociano perfettamente nella poetica concettuale/analitica dell’artista Joseph Kosuth, americano e tra i fondatori del movimento.

L’Arte per Kosuth è un’investigazione sulla natura e sulla funzione dell’Arte stessa, attraverso il linguaggio.

Joseph Kosuth. Words Are Deeds, 1991

Come le discipline esatte (matematica, logica), l’Arte si sviluppa a partire dai risultati raggiunti e vive, spiega Kosuth, “influenzando altra Arte”. La poetica dell’artista è fortemente intrisa di quella chiarificazione del linguaggio presente nel Tractatus logico-philosophicus del filosofo Ludwing Wittgenstein e che vuole dare al linguaggio sia una base sicura e scientifica, sia allontanare tutto quello che attraverso il linguaggio così concepito non può essere detto.

Joseph Kosuth. One and Three Saws, 1965

In questo senso la contraddizione e la tautologia rappresentano gli estremi limiti di un linguaggio nel quale avviene la “riconcettualizzazione” del mondo ed il linguaggio dell’arte traveste il pensiero filosofico in maniera così aderente da farne intravedere le forme, anzi il significato.

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