We’re back, bitches!

Casa di Ringhiera ritorna dopo un’estate movimentata

Mariateresa Pazienza
Casa di Ringhiera
3 min readSep 23, 2017

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via Unsplash

Di fronte a me c’è una pagina bianca. Prima di puntarci la penna per cominciare a scrivere ho affrontato un lungo viaggio. Sì, prima di premere dei tasti su una tastiera, scrivo a mano. Giorni fa sono entrata in un noto negozio danese che porta il nome di un felino e mi sono trovata davanti a una quantità indefinibile di oggetti dalla dubbia utilità, ma dalla bellezza incredibile.

Cavolo, ho pensato, questi scandinavi hanno un gran senso estetico. Alla mia destra, una voce mi diceva: “Sì, ma a cosa ti serve un ciccione (curvy, per l’amor del cielo!) nipponico che fa su e giù con la testa?” Con mio grande stupore dico che, anche se un po’ kitsch, è bellissimo.

Naturalmente sto divagando, tipico di chi come me vive in una dimensione artistica (artistica?) e che agli occhi di molti di voi è più simile a un’inconcludente.

Casa di Ringhiera è tornato. Lo sto realizzando in queste ultime giornate di tempo libero ritrovato. Ci siamo lasciati alle spalle un’esperienza, dei traguardi, compresi di flop e soddisfazioni, e anche qualcuno. Come ogni bambino, Casa di Ringhiera ha una mamma e un papà, ma al momento vive con mamma e una sua cara amica. No ragazzi, non quel genere di amica.

Perciò come prima cosa (in modo serio e senza divagazioni) vi presento la persona meravigliosa che sarà al mio fianco nella direzione rinnovata della piccola realtà che rappresenta Casa di Ringhiera: Lulù Vichy. La conoscete tutti, non ha bisogno di presentazioni ufficiali.

Insieme a Lulù siamo giunte a una decisione: Casa di Ringhiera ha bisogno di restare in vita, perciò col suo prezioso aiuto stiamo lavorando a nuovi progetti, rubriche e idee. Dalla nostra abbiamo la protezione degli unicorni, tanta ansia e altrettanto cuore.

Ora che il semplice realizzare un’idea è diventato realtà, l’ansia fa spazio alla voglia di portare avanti un progetto così importante per la sottoscritta da sopravvivere a crisi varie ed eventuali.

Sapete tutti che la costante di Casa di Ringhiera è quel senso di feticismo per l’estetica che si può trovare ovunque. Ed è qui che torno alla divagazione sul negozio del felino. Decido di comprare un quaderno. Copertina geometrica, composta da una serie di esagoni in stile watercolor. Lo apro e, con sorpresa, noto che i fogli non hanno righe, ne quadretti. Fogli bianchi. Completamente candidi e immacolati. “A che ti serve un altro quaderno?”, sempre la stessa voce. Dico che in realtà non ne ho più uno da utilizzare per i miei scarabocchi letterari, ma la verità è che non ho ancora smesso di raccontare la bellezza.

La realtà, nuda e cruda, è che Casa di Ringhiera non è al capolinea, perciò saremo ancora qui a rompervi le scatole con i nostri sproloqui sul senso estetico ed altro, tanto altro.

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Mariateresa Pazienza
Casa di Ringhiera

30 | depicting dreams and reality | always lookin for the meaning