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Le campagne
“Call To Action”
e i Medici

come vanno le cose in Italia?

Originally published at plus.google.com.

Sui social-media le campagne call to action in Italia non hanno molta fortuna tra i medici?

Quest’anno che sta per finire, la nostra Comunità di Pratica ha partecipato in maniera molto attiva a tre campagne diverse.

Due di queste possono essere dichiarate concluse o meglio parzialmente concluse ( #doctorbridge #pilloleamare)

La terza è iniziata da pochi giorni (poche ore) #aspettandoingroia

In tutte le occasioni ho notato una certa reticenza alla partecipazione attiva da parte della classe medica.

Probabilmente per ragioni culturali e storiche i medici non amano mettersi in mostra, ma le ragioni potrebbero essere anche molto diverse: forse i medici più di ogni altra categoria sanno bene che in Italia il protagonismo si paga caro.

Riflettete bene sulla parentela stretta che c’è tra una campagna Call To Action e la solidarietà umana in un posto di lavoro.
Quante volte i medici hanno l’occasione di manifestare solidarietà nei confronti di un collega o di un paziente per “vicende inenarrabili”.
Quante volte lo fanno?

I medici sono per lo più abituati a restare in disparte e aspettare gli eventi. Eppure le campagne sui socialmedia non prevedono “perdite di tempo” così onerose, si chiede soltanto di leggere poche righe di testo, contribuire alla diffusione e poi esprimere poche parole critiche o di solidarietà.

Ad esempio #doctorbridge era in sé una vicenda ingiustificabile (e tale è rimasta nonostante la difesa/attacco del presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo) eppure il numero di account di medici che si sono resi protagonisti attivi della campagna è stato molto basso.

Altrettanto basso il numero di medici coinvolti nella campagna di #pilloleamare : qualche like su facebook e molti rifiuti alla partecipazione attiva. Stiamo per pubblicare un resoconto dettagliato di questa campagna finalizzato proprio ad analizzare la “partecipazione” dei medici italiani all’iniziativa.

Che ci piaccia o no con tutta l’enfasi che si pone in questi giorni sulla partecipazione attiva offerta dai nuovi media digitali le due campagne hanno avuto successo grazie all’intervento della editoria tradizionale: un discutibile programma TV come le Iene (per il Bridge dell’Ordine di Palermo) e una prestigiosa rivista internazionale medica, il BMJ per la vicenda che ha visto protagonista il dr Donzelli e la MSD (lo strano caso del Dr Donzelli e di Mr MSD)

Adesso cosa ci aspettiamo da #aspettandoingrioia?

La vicenda viene vissuta come un’eccezione siciliana e quindi poche speranze di coinvolgere media nazionali o stranieri, ergo poche speranze (vista la situazione dei media siciliani)

Ricordo bene negli anni ‘70 quel che si diceva quando raccontavo in contesti nazionali la situazione dei policlinici universitari siciliani. Ricordo bene le affollate assemblee dell’intellighenzia di sinistra che parlavano della mafia come un fenomeno locale.

Quanti anni ci vorranno per capire che i portali della sanità non sono molto diversi da regione a regione e che visibili o no sono al centro di un affare di discutibile trasparenza?

Quanti anni ci vorranno per capire che il futuro e-Health della sanità deve essere al centro di un dibattito partecipato e democratico e non del tutto delegato alla catena decisionale ministero delle finanze — portali regionali — case di software dei gestionali?

Prevedibilmente molti

In attesa di tutto questo cosa ci resta da fare se non seguire le chiare istruzioni di Paolo Fiammengo e affidarci alla magia?

ps: poche ore dopo la scrittura di questo post incredibilmente è arrivata una prima risposta di Antonio Ingroia

Con tutta sincerità non me lo aspettavo.

Non mi aspettavo neppure i numeri della diffusione della lettera aperta

Più di 200 letture effettive (così come calcolate da Medium considerando il tempo di permanenza in base alla lunghezza del testo)

16 share facebook

una ventina di Tweet collegati

Resta valido quello che ho scritto qui sopra: gli account di medici che hanno ospitato il link (aderendo alla campagna nella forma più blanda possibile) sono stati davvero pochi.

Originally published at plus.google.com.

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salvo fedele
Case studies: Social media & Call-to-action

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)