A lezione di Design Thinking dal sistema vegetale

Risolvere problemi disegnando con il toolkit di una fabbrica morfogenetica

Stella Saladino
Catobi
4 min readFeb 25, 2022

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Che cos’è il design? Come potremmo definirlo?

Esistono naturalmente diverse definizioni. Qui attingo direttamente ad una delle più famose quella di Herbert Simon, Premio Nobel per l’economia: “Ogni strategia volta a cambiare la situazione presente in una migliore.” nel suo articolo “Sciences of the artificial” “Le scienze dell’artificiale”, del 1969.

Probabilmente nel tempo questa definizione e i confini stessi di questo termine e di questo concetto sono andati ampliandosi e modellandosi cambiando forma. Forse oggi potremmo dire che l’attitudine del design alla soluzione dei problemi si è trasformato definitivamente, in questa era dell’incertezza e della fine delle utopie. Forse oggi il designer non è più considerabile davvero un risolutore ma forse più un cercatore di problemi.

DESIGN THINKING: RISOLVERE PROBLEMI (O CERCARLI) CON IL DESIGN

Un approccio all’innovazione finalizzato a integrare i bisogni delle persone con le possibilità offerte da tecnologie e obiettivi aziendali. (Tim Brown)

Agli inizi degli anni ’90 David Kelley e Tim Brown, docenti alla Stanford University in ingegneria meccanica, concepirono (anche sulla base delle riflessioni metabolizzate dal suddetto Herbert Simon) quello che oggi chiamiamo “design thinking” e fondarono la famosa società di consulenza IDEO che ha diffuso in tutto il mondo l’approccio di questa metodologia.

Il design thinking è un approccio all’innovazione incentrato sull’uomo che attinge al toolkit del designer per integrare le esigenze delle persone, le possibilità della tecnologia e i requisiti di business per il successo aziendale.

Partendo dalla sfida, dal problema che vogliamo risolvere il metodo prevede le seguenti cinque fasi:

  1. Empatia
  2. Definizione
  3. Ideazione
  4. Prototipazione
  5. Test

Le fasi sono iterative, si analizza e si definisce il problema partendo dal cliente, si generano le idee e si scelgono quelle da provare per poi affinarle apprendendo dall’esperienza vissuta dal cliente finale.

LIFE IS ESSENTIALY DESIGN

La vita è design essa stessa, è intrisa di design continuamente.

Possiamo dire che sia “un viaggio biologico interspecie”, come dice il filosofo Emanuele Coccia “in cui le vite di tutti gli esseri sono fluidamente intrecciate e il risultato è una continua metamorfosi.”

Visto così il design cambia già la sua forma e significato, in una mutazione continua che ci conduce a ridisegnare i confini delle nostre possibilità di “design thinking” realizzabile, e magari ad ispirarci anche alla consultazione di altri sistemi viventi per accedere a nuove forme di problem solving creativo e di design, con conseguente prototipazione e testing (le piante sono 500 milioni di anni che fanno testing e prototipazione in ciclo lean -Build-measure-learn.).

Il design è secondo me fondamentalmente una pratica progettuale che si fonda su un’idea, e su un ideale: “la forma segue la funzione”. Questa definizione risale a Louis Sullivan che negli ultimi decenni dell’800 è stato il padre del Movimento Moderno negli Stati Uniti d’America. Da molti è ritenuto il primo progettista dei moderni grattacieli, anche per l’influenza teorica e pratica che egli esercitò sulla Scuola di Chicago dove appunto nacquero questi nuovi edifici alla fine dell’Ottocento. Nel suo studio, che egli divise con Dankmar Adler, si formò Frank Lloyd Wright, ed è dove per alcuni nacque il concetto di architettura organica.

A LEZIONE DI DESIGN DALLE PIANTE

Nella mia ricerca professionale e nel mio approccio di facilitazione Plants Inspirational Coaching® di estrazione dal mondo vegetale di schemi cognitivi e patterns utili per il nostro problem solving creativo o per processi di design thinking innovativo, ho rinvenuto alcune ispirazioni interessanti. Esiste una cosiddetta “Figurabilità infinita” nelle piante, ovvero le forme delle piante possono essere considerabili importanti fonti di ispirazione per il design.

Quello che abbiamo a disposizione è una sorta di fabbrica morfogenetica a cui ispirarsi non solo per un disegno di soluzioni, ma per il concepimento stesso di nuovi pensieri risolutivi. Come dice il filosofo Emanuele Coccia: “ la loro vita è un atto incessante di auto-design, una produzione incessante di forme”.

NON ESISTE FORMA SENZA FUNZIONE

Quello su cui vorrei farvi riflettere è quindi fondamentalmente l’assunto che “Non c’è forma senza funzione”. Un’altra volta Louis Sullivan ci viene in aiuto e ci ricorda che “Tutte le cose in natura hanno un’apparenza esteriore, vale a dire una forma, che ci dice cosa sono, che le distingue da noi stessi e gli uni dagli altri”. Così ogni morfologia nasconde dietro di sé la traccia di una strategia, di una evoluzione.

Progettare non è una professione, ma un atteggiamento.

Possiamo quindi ispirarci a questi processi di risoluzione disegnati in movimento dalle piante?

Possiamo anche noi pensare di disegnare nuove soluzioni cambiando forma attraverso metamorfosi di pensiero e nuove posture strategiche?

IL MODELLO MODULARE APPLICATO AL DESIGN THINKING

Le piante hanno fatto scelte evolutive diverse da noi e non potendo muoversi hanno sviluppato una sensibilità enorme per poter sopravvivere senza scappare.

Il segreto del modello evolutivo delle piante è la loro modularità.

Non hanno organi vitali singoli a cui siano demandate le principali funzioni come gli animali.

Respirano con tutto il corpo e anche il “cervello” della pianta è diffuso.

Le piante distribuiscono le funzioni in un atto continuo di auto-design a differenza degli animali che invece le concentrano in organi specifici. ‘Decentrare’ è quindi la parola d’ordine.

Possiamo ispirarci a questa forma di “design thinking” attuato dalle piante?

Cosa succederebbe se portassi la modularità nelle tue progettazioni? Come cambierebbe la tua visione del processo? Se distribuissi la tua intelligenza su una superficie più ampia possibile cosa accadrebbe? Se il cervello del tuo progetto si potesse fare collettivo cosa farebbe?

Auspico che potremo realizzare il sogno di essere e formare designer di nuove infrastrutture metodologiche ispirate da altri sistemi viventi intelligenti.

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Stella Saladino
Catobi
Writer for

Founder Plants Inspirational Coaching ™ | Designer del pensiero | Polarity Thinking facilitator