Applicazioni concrete della Blockchain: Insurtech e Supply chain

I vantaggi di un registro distribuito dalla filiera alle assicurazioni

Tommaso Bovo
Catobi
5 min readOct 20, 2021

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Il rapido sviluppo tecnologico della società in cui viviamo pone ogni giorno gli individui di fronte a scelte a cui devono essere in grado di far fronte, evitando ostacoli e distrazioni. Per gestire al meglio ogni scelta saranno sempre più necessarie tecnologie in aiuto all’essere umano, quotidianamente bombardato di informazioni. Egli avrà dunque tre esigenze fondamentali legate all’utilizzo dei dati: autocertificazione del dato, trasparenza e automazione dei processi.

Nello scorso articolo sì è parlato di come le tecnologie di una blockchain, o meglio di una DLT permissioned, rappresentino un vero e proprio valore aggiunto per qualsiasi strategia imprenditoriale con necessità di certificare periodicamente i propri movimenti e avere accesso a qualsiasi dato in ogni momento, sempre nel rispetto della privacy degli utenti e degli stakeholders implicati.

Siamo sempre stati abituati a pensare che in qualsiasi processo che implichi lo scambio di informazioni o file tra due o più soggetti, sia necessaria e quanto mai essenziale un’entità terza con il compito di intermediare e gestire questo scambio per risolvere il problema della fiducia tra le parti in causa. Bene, sappiamo che con la tecnologia a registri distribuiti e immutabili, ciò che si riteneva paradigmatico per la buona riuscita di una transazione ora non lo è più: le controparti e tutti i soggetti che hanno accesso alle informazioni relative alla data transazione condividono e controllano ogni azione, dall’inizio alla fine del processo.

Nei prossimi paragrafi si cercherà di analizzare più dettagliatamente in quali settori queste potenzialità possono essere sfruttate, con un conseguente salto di qualità quasi fisiologico sia dal punto di vista aziendale che per chi sfrutta i servizi forniti dall’impresa. In particolare, saranno esaminate due delle aree in cui gli studiosi prevedono che la blockchain influirà maggiormente da qui a pochi anni: l’area assicurativa e la supply chain (o filiera).

INSURTECH. Con questo neologismo formato da “insurance” + “technology” si intende tutto ciò che può essere considerato innovativo e gestibile da una tecnologia peer-to-peer nella sfera assicurativa: prodotti, servizi, startup, modelli di business specifici…

In tale ambito, la blockchain permette di estendere di molto il profilo d’offerta assicurativa, automatizzando numerosi processi, così come la gestione dei reclami e permettendo in questo modo una significativa riduzione dei costi associati. Ad esempio, può essere data la possibilità di stipulare contratti di assicurazione istantanea o relativi a un determinato periodo di tempo, secondo la logica “if–then” degli Smart Contract.

Tramite questi contratti digitali “intelligenti” in grado di eseguire le clausole in automatico e senza necessità di parti terze, sarà possibile stipulare qualsiasi contratto firmato da entrambe le controparti, senza nemmeno che le persone si conoscano o entrino in contatto.

Alcuni esempi nel concreto potrebbero essere:

- Assicurare il proprio fisico o specifiche parti del corpo prima di una competizione sportiva o relativamente al periodo di tempo che intercorre dall’inizio alla fine di un evento sportivo.

- Assicurar(si) prima di un volo in aereo, anche in merito alla possibilità di ricevere un risarcimento in percentuale, proporzionalmente al ritardo del volo stesso (lo stesso può valere per qualsiasi trasporto pubblico o gestito da compagnie).

Queste sono solamente alcune idee per immaginare quanto e in che maniera una tecnologia del genere possa aprire un ventaglio di possibilità veramente ampio, in grado di andare incontro alle più svariate esigenze.

Tuttavia, è bene ricordare che i dati e le informazioni inseriti nella blockchain non sono la verità: preservano semplicemente la verità da successive alterazioni (da qui il concetto di “registro immutabile”). In altre parole, non è possibile andare a modificare un dato inserito e su cui è già stato stipulato uno Smart Contract conseguentemente alla sottoscrizione dello stesso da parte dei soggetti implicati.

È proprio questa la ragione per cui IBM, per mezzo della tecnologia DLT di Hyperledger Fabric, sta sviluppando progetti assicurativi a livello “permissioned” per poter intervenire (nei limiti del contratto) qualora le controparti siano d’accordo a rivederne le clausole.

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SUPPLY CHAIN. Ora cerchiamo di capire per quale motivo Gartner, una tra le più importanti società di analisi e consulenza tecnologica, ritiene che la supply chain sarà una delle maggiori innovazioni che la blockchain porterà ad uso e consumo di tutti, assicurando vantaggi enormi sia al produttore che al consumatore. Considerare una supply chain a livello di certificazione in blockchain, significa essere in grado di tracciare l’intero ciclo di vita di un prodotto: dalla materia prima, passando per tutti i processi di lavorazione, fino al momento in cui il prodotto sarà a disposizione del consumatore.

Dunque, se nella sfera assicurativa la blockchain insiste su un servizio mirato alle esigenze della singola persona, nell’ambito della filiera si considerano i beni concreti a disposizione di chiunque ne entri in possesso, al fine di monitorare e ricavare informazione su ogni passaggio o trasformazione del bene.

La digitalizzazione dei processi di controllo dei prodotti è sicuramente un vantaggio per tutti gli esercizi di filiera, per quanto riguarda la loro sicurezza, affidabilità ed efficienza. Con tutti i prodotti d’eccellenza alimentare del made in Italy, il tracciamento delle filiere agroalimentari potrebbe essere molto utile per evitare, ad esempio, qualsiasi tentativo di truffa o frode nell’esercizio del commercio. Per tale motivo, la supply chain può certamente considerare la blockchain come valore aggiunto, sia in termini di marketing che operativi. A conferma di ciò, stando alle analisi di Gartner, quello del tracciamento di qualsiasi asset concreto sarà l’ambito che vedrà le maggiori evoluzioni nei prossimi anni, parallelamente alla tecnologia IoT. È infatti fondamentale che quest’ultima collabori con la blockchain: i sistemi di sensoristica dell’Internet of Things devono essere in grado di fornire alla blockchain le informazioni esatte e non manomesse, che verranno in seguito nota rizzate (permanentemente certificate) e rese trasparenti sul registro distribuito.

Capiamo meglio il concetto con un esempio:

- Acquistando della carne, sarà possibile tracciare e ricavare informazioni (attraverso un QRcode) su luogo, metodo di allevamento, cibo con cui è stato nutrito l’animale e così via… Lo stesso vale per altri beni alimentari (agricoli, ad esempio) che implicano la necessità di tracciarne il ciclo di vita a partire dalla materia prima.

In conclusione, un’evoluzione a vantaggio di sicurezza e trasparenza è più che mai inevitabile. Tuttavia, per fare ciò è necessario accettare che più tecnologie possano collaborare (blockchain e IoT), poiché purtroppo, senza una tecnologia a monte, l’uomo cercherà sempre di trarre profitto a discapito di qualcun altro, se ne avrà l’occasione. Questo crea sicuramente incertezza, poiché ciò che condividiamo è la paura che qualcuno con più potere di noi ci truffi: la blockchain è qui per eliminare questa paura. Come? Affidando il potere a tutti, senza gerarchie!

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