Blockchain, soltanto una tecnologia?

Dalle basi teoriche al case study We-Trade

Alessandro Todesco
Catobi
4 min readOct 12, 2020

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catobistrategy.com

Il 6 agosto è arrivata la notizia: anche Goldman Sachs ha deciso che la blockchain è il futuro.

Per sancire la sua entrata in scena definitiva, dopo aver già messo in piedi un team ad hoc negli ultimi anni, ha nominato il suo nuovo Global Head of digital Asset: Mathew McDermott. Non un personaggio a caso: un uomo della finanza “old school” che rilascia dichiarazioni come

“Nei prossimi 5/10 anni, potremo vedere un Sistema finanziario dove tutti gli asset e tutte le passività nascono da una blockchain e tutte le loro transazioni vengono eseguite attraverso la catena”

Ok, una delle più grandi e prestigiose banche al mondo investe e crede nella ormai celebre blockchain, ma cosa è precisamente questa blockchain? A cosa serve? Funziona davvero? È utile?

Iniziamo dal principio, ovvero cosa sia la blockchain, ma di seguito niente lungaggini e tecnicismi: l’argomento è molto complesso e di certo ci sono autori e libri più adatti ad approfondire rispetto a questo articolo.

La blockchain è un registro distribuito decentralizzato attraverso cui è possibile eseguire transazioni di asset digitali rispettando il principio economico di “scarsità” e quindi conferendo un valore a questi asset.

La transazione è molto semplice: attraverso una serie di algoritmi e processi crittografici è possibile inviare e/o ricevere asset digitali dal/nel proprio “portafoglio digitale” (wallet).

Queste transazioni sono rese possibili dai partecipanti all’ecosistema (nodi) che si impegnano a “scrivere” nel registro distribuito la transazione effettuata. Dal momento in cui è confermata, questa rimane immutabilmente registrata nella “catena di blocchi”.

Data una spiegazione molto generale, l’argomento è molto vasto e tecnico.

Ritengo che la blockchain non sia solo una tecnologia, ma piuttosto una filosofia, un modo di intendere i processi e di vivere l’ambiente digitale. Forse è anche per questo suo essere filosofia che non è facile trovare una definizione di blockchain se non la descrizione del suo funzionamento.

A cosa serve la blockchain?

La blockchain può essere utile in molte situazioni: trasferimenti di denaro -o meglio di asset digitali - trustless, trasferimenti di denaro automatici al verificarsi di talune situazioni, creazione di registri immutabili, processi di tracciabilità, voto elettronico, cybersecurity e molto altro.

La blockchain funziona? È sicura?

La risposta è contenuta nella intro di questo articolo: Goldman Sachs e una miriade di altre importanti istituzioni finanziari ci credono, molti progetti sono già avviati, alcuni operativi.

Detto questo, algoritmi, crittografia e l’applicazione della teoria dei giochi rende possibile la sicurezza degli ecosistemi blockchain.

È utile?

A volte. Il valore pragmatico di un sistema blockchain risiede nella sua capacità di risolvere problemi di fiducia tra le controparti (le transazioni trustless) e di immutabilità della catena di informazioni (blocchi) che si è creata.

Tutto molto interessante, ma qualche utilizzo vero e proprio della blockchain? Magari in ambito Business? Esiste? La risposta è sì e si chiama “We-Trade”.

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We-Trade è un consorzio di intermediari nato nel 2017 con l’obiettivo di creare una piattaforma blockchain per le transazioni commerciali. Ad oggi i partecipanti al consorzio sono 13 tra le più importanti banche europee, tra queste figura anche l’italiana Unicredit.

La blockchain creata da questo consorzio rende possibili transazioni transfrontaliere tra operatori corporate. La blockchain di We-Trade consente di velocizzare e rendere più economiche le transazioni commerciali transfrontaliere, ovvero le più costose e lente da effettuare.

La prima transazione che ha visto il coinvolgimento di una controparte italiana è avvenuta nel marzo 2019, segnando una svolta anche perché regolata con l’aiuto di uno strumento tanto interessante quanto innovativo, gli smart contract.

Nel dettaglio, l’azienda italiana ha regolato l’acquisto di alcune bande di metallo da un’azienda belga.

Ma la blockchain era davvero necessaria? E poi, è stata la tecnologia più efficace ed efficiente con cui portare a termine la transazione?

Ritengo di sì. Da sempre le operazioni transfrontaliere nascondono parecchie insidie: per le tempistiche, per le diverse valute di riferimento delle controparti - anche se tra i due attori europei questo problema non sussisteva - per l’eventuale intermediazione di banche corrispondenti.

Insomma le transazioni transfrontaliere possono usufruire di sostanziali vantaggi se eseguite su blockchain!

E gli smart contract? Cosa sono? Come sono stati usati in questa transazione?

Di questo ne parleremo la prossima volta! Questa rubrica, così come le applicazioni della blockchain, è in costante evoluzione.

Bonus: Final Fun Fact Blockchain o blockchain?

La differenza è sottile, con la “b” minuscola ci si riferisce alla “tecnologia blockchain” in generale; la Blockchain con la “B” maiuscola, invece, si riferisce ad uno specifico ecosistema: Blockchain di Bitcoin, Blockchain di Ethereum e via dicendo.

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Alessandro Todesco
Catobi
Writer for

Business counsultant for bank and insurance, curious and passionate in Finance, cooking and science lover.