Comunità energetiche

Antonio Penello
Catobi
Published in
3 min readFeb 20, 2022

Perché oggi più che mai diventa una necessità

É quasi scontato parlare di questo argomento, in un periodo come questo dove il rincaro dei prezzi e le varie tensioni politiche stanno creando dei grossi problemi alle nostre tasche ma soprattutto alle aziende che si trovano in una situazione di non ritorno.

In questo articolo voglio partire proprio da questo, sappiamo di come l’uomo in generale riesce a dare il meglio di sé nei momenti di difficoltà, motivo per cui, questo periodo di grandi difficoltà nella gestione dell’energia, diventa un grandissimo stimolo per poter invertire la rotta.

Cambiare le cose non significa creare stazioni nucleari e risolvere il problema, cambiare significa disintermediare, perché solo questo modo di agire ci può portare a una distribuzione delle risorse.

Dove voglio arrivare?

La centralizzazione dell’energia e della distribuzione energetica, non ha portato grandissimi risultati, questo perché ovviamente le scelte e le tempistiche per poter progredire sono in mano a pochi enti che dettano i tempi per tutti, e tutti devono adattarsi.

Ma ha ancora senso procedere in questa strada, quando si ha un’alternativa?

Beh chiaramente no, ma la disintermediazione è senza dubbio lo scoglio più grande da abbattere, ma tralasciando questo aspetto, vorrei soffermarmi più che altro sulla alternativa che oggi si presenta a noi, e che in alcuni paesi è già realtà!

Comunità energetiche

Proprio così, le comunità energetiche non sono altro che piccoli “punti” di un quartiere, di un paese, o addirittura piccoli paesi che condividono tra loro la disponibilità energetica che viene prodotta dalla loro abitazione e quindi dal proprio sistema di energia rinnovabile.

É chiaro che i benefici sono molti, tralasciando gli aspetti etici che fortemente alimentano il nostro cambiamento, ci sono altri vantaggi importanti quali il basso costo dell’elettricità essendo fornito da un ambiente totalmente a km 0 e soprattutto senza un ente che gestisca tutto il meccanismo ma non solo, anche le agevolazioni fiscali come il contributo economico riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

La comunità energetica di fatto non va per forza a cozzare con il sistema che attualmente utilizziamo, perché potrebbe essere tranquillamente gestita tramite contatori moderni e smart che collegati a una rete unica, veicolano la potenza in modo intelligente.

Ma è qui che la Blockchain bussa alla porta dell’efficientamento e all’ottimizzazione di questo processo, perché ricordiamo che l’ente centrale, è pur sempre un costo per chi usufruisce del servizio ma anche uno scoglio burocratico. La disintermediazione, va scelta ove possibile, per poter semplificare e ottimizzare i processi della vita, e non solo da un punto di vista economico.

Ma come cambierebbero le cose con la Blockchain?

Smart Contract, proprio cosi, contratti crittografici che al loro interno contengono regole e automatismi (tramite codici) che danno un dato in uscita che viene trasmesso alla rete, tutto questo senza la necessità di un qualche ente, pratiche, controversie che possano in qualche modo ostacolare l’avanzamento della gestione elettrica.

É sicuramente irrilevante ricordare che oltre all’utilità degli smart contract che gestiscono appunto l’automazione dei processi, la Blockchain, è il vero pilastro di tutto, questo perché solo una infrastruttura affidabile e davvero distribuita è la soluzione al problema, in primis per garantire l’immutabilità dei dati (e quindi garantire la veridicità dei dati) e la sicurezza da possibili attacchi esterni che non vanno dimenticati.

Si nota a primo impatto due modi diversi di gestione e di ottimizzazione, chiaramente la nostra abitudine ci blocca nel poter immaginare davvero una situazione così utopistica rispetto al presente, ma credo che la Blockchain abbia già iniziato a dimostrare che ogni implementazione (non sempre è possibile) passa dal diventare utopia a realtà!

É facile comprendere come il cambiamento porti a posizionare le persone in modo attivo rispetto alla società attuale dove il consumatore è la preda, e l’intermediario il cacciatore.

Il cambio di paradigma in questo settore è ben visibile, da semplici consumatori, le persone possono diventare veri e propri fornitori di energia per la comunità, con la possibilità di guadagnare anche dalla produzione che normalmente verrebbe persa o venduta a un gestore!

Per concludere, credo sia fondamentale analizzare questa opportunità mettendo al primo posto la nostra priorità numero uno, il nostro pianeta. Non possiamo più vivere sulle spalle del mondo che ci ospita, la ricerca di un modo di vivere sostenibile è possibile, e ha bisogno di un’accelerazione imponente, la soluzione c’è, basta saperla cercare con forza, che ne dici?

--

--