Diversity Design Thinking

Redazione | Catobi
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3 min readNov 9, 2022

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Comprendi l’altro con il Design Thinking

L’articolo si inserisce all’interno della collaborazione di Catobi con WomenX Impact, l’evento internazionale dedicato alla leadership femminile creato da Eleonora Rocca.

Si parte sempre da una domanda: come collegarsi in modo più significativo alle persone che ci circondano?

Questa domanda, applicata all’ambiente lavorativo, ne fa emergere subito altre due: sono veramente in grado di costruire team eterogenei e davvero inclusivi? E ancora, in che modo posso aiutare i miei collaboratori a sentirsi maggiormente parte dell’organizzazione?

Per trovare una risposta abbiamo analizzato le necessità di tutti i team che abbiamo incontrato in questi due anni e mezzo di Catobi e abbiamo disegnato pattern e cercato di comprendere problematiche ricorrenti.

Da questo lavoro è nato il workshop che Catobi porterà a WomenX Impact sabato 19 Novembre a Bologna, presso FICO Eataly World e online: Diversity Design Thinking & Emotional Sustainability.

In questo percorso insieme ci sarà la possibilità di sfidare la prospettiva unica, attraverso il Design Thinking, e apprendere un processo iterativo incentrato sullo sviluppo della comprensione e dell’empatia verso gli altri.

Perché questo metodo?

Questo approccio permette di adottare un pensiero progettuale e una visione uomo-centrica, in grado di aiutarci a creare servizi e prodotti migliori, ma anche di collegare in modo significativo gruppo di persone.

Un po’ di storia: cos’è il Design Thinking?

Un modello manageriale di gestione aziendale, nato a Stanford (in California) intorno agli anni 2000.

E’ stato Rolf Faste, professore della Facoltà d’Ingegneria della Stanford University coniare il termine, negli anni 80’, “Design Thinking”, ma la sua adozione per scopi manageriali va attribuita a David Kelley.

Quel che differenzia il Design Thinking dal solito processo creativo (caratterizzato dallo schema: Problema — Idea — Soluzione) è l’atteggiamento stesso verso la fase di progettazione e di creazione. L’attenzione viene focalizzata sulla parola “Thinking” e quindi al fatto che alla base di ogni progetto ci sia il tentativo di rispondere ad una necessità umana.

Proprio per queste sue caratteristiche intrinseche, il Design Thinking risulta essere vincente per affrontare la costruzione di team eterogenei e coinvolti.

Quale è lo scopo?

Sviluppare nell’organizzazione un senso di appartenenza, attraverso il coinvolgimento attivo nelle pratiche decisionali di tutte le persone presenti in azienda.

Cosa significa nel concreto?

I team composti da esseri umani con caratteristiche differenti, background diversi, eterogeneità dal punto di vista etnico, sessuale, religioso, hanno una marcia in più: sono in grado di rispecchiare più facilmente il mercato odierno cui ci rivolgiamo.

Ecco perché il coinvolgimento attivo nelle attività decisionali è così importante: il team è il grado di separazione più vicino che abbiamo al nostro utente e alle sue necessità.

La garanzia di avere persone che lavorano per un’organizzazione che si sentono parte integrante della stessa permette di avere una maggiore possibilità di ottenere risultati migliori, una maggiore collaborazione e performance più elevate.

Ma come costruire davvero un team così?

Attraverso un lavoro condiviso e appoggiandosi al supporto di professionisti in grado di guidare un’azienda all’interno di un workshop orientato alla costruzione e al mantenimento della diversity e inclusion all’interno della propria organizzazione.

Non perderti l’appuntamento con WomenX Impact Sabato 19 Novembre presso FICO Eataly World a Bologna oppure online.

Qui per prenotare la tua poltrona.

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