Ethereum, il passaggio alla versione 2.0 è davvero fondamentale?

Un piccolo sguardo al grande cambiamento che attende Ethereum

Antonio Penello
Catobi

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Quello che stiamo vivendo è sicuramente un anno pieno di aggiornamenti importanti nel mondo blockchain, in primis per l’aggiornamento di Bitcoin con Taproot, che dà grande slancio e vigore al settore e che vede un miglioramento fortemente voluto e ricercato dalla propria community.

Nella grande euforia del momento, però, è doveroso tirare le somme di quanto fatto ed è fondamentale poter analizzare con occhio critico i risultati portati da questi aggiornamenti.

Motivo per cui, si percepisce una certa “ansia” per l’avvento dell’attesissimo Ethereum 2.0 che oramai da anni viene molto chiacchierato.

Ma di preciso, a che punto siamo?

Per poter comprendere la situazione attuale, è importante poter capire cosa dovrà succedere nei prossimi mesi per poter dire effettivamente che Ethereum 2.0 sia realmente attivo.

Al momento attuale, infatti, sappiamo che Ethereum sta viaggiando su due catene parallele (Mainnet e Beacon Chain), entrambe però entreranno nella fase di “merging” ovvero di fusione tra le due.

La loro unione darà modo a Ethereum di passare ufficialmente alla proof of stake, ovviamente le funzionalità di Ethereum verranno applicate mano a mano che la rete inizierà questa “seconda vita”, parliamo per esempio della possibilità da parte di chi aveva Eth in staking di poterli sbloccare.

Non solo, anche il famoso sharding (la possibilità di frammentare le informazioni archiviate dalla blockchain) verrà implementato in Ethereum solo dopo il Merge e, quindi, dopo un periodo di transizione che verificherà che l’aggiornamento non abbia dato risvolti negativi.

Viene abbastanza automatico pensare che questo passo che Ethereum sta per compiere non è in sé molto semplice, cambiare algoritmo di consenso e modificare lo “stoccaggio” e la comunicazione dei dati tra i nodi della blockchain in un colpo solo, non è cosa da tutti.

Le premesse però giustificano questa scelta, questo perché Ethereum è stata obbligata a trovare una soluzione che potesse accettare nuovi capitali e risorse che spesso dovevano farsi da parte abbracciando blockchain più “economiche” quali Bilance Smart Chain.

Un punto di non ritorno quindi. La scelta, infatti, è stata fatta e tra il Q1 e il Q2 2022 potremo vedere finalmente la blockchain di Ethereum aggiornata alla versione più attesa di sempre.

Una domanda però sorge spontanea, la proof of stake è davvero la soluzione definitiva?

La proof of stake: l’algoritmo di consenso che riesce a dare quella scalabilità tanto desiderata, porta con sé delle numerose perplessità (così come quasi la totalità degli algoritmi di consenso)

Andando per gradi, sappiamo che la proof of stake funziona grazie a una prova economica rispetto alla prova di lavoro che conosciamo per esempio con Bitcoin,questa “prova” consiste nel “bloccare” un quantitativo di valore in Ether per poter partecipare alla validazione del blocco successivo.

Qui, infatti, si crea uno dei problemi principali, ovvero il fatto che ogni validatore più “ricco”, tenderà a diventare sempre più ricco, questo perchè l’algoritmo avrà più probabilità ad accettare un nodo che bloccherà una somma maggiore, avendo di fatto più probabilità a validare i blocchi.

Diventando sempre più ricco, un validatore potrebbe col tempo diventare talmente ricco da centralizzare a sé un tot di blocchi validati e questo significherebbe di fatto, centralizzazione.

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È chiaro quindi che il rischio di centralizzazione di valore è un rischio ed è presente nell’algoritmo stesso, questo da vita poi anche a un altro rischio: che il famigerato attacco 51% non sia più un 51% ma potenzialmente molto più basso, questo perché se pochi detentori di molti Eth, con gli anni dovessero sempre di più aumentare le proprie scorte, un giorno potrebbero decidere di invalidare delle transazioni all’interno della rete, minando la sicurezza di tutti i partecipanti.

In conclusione:

La community di Ethereum e gli sviluppatori stanno perseguendo una strada coraggiosa che sicuramente non è esente da imprevisti, ma è lodevole pensare come la collaborazione e il senso comune di un’intera community spinga gli sviluppi su livelli decisamente importanti.

Non è sicuramente un aggiornamento dello smartphone, ma il grande messaggio che questo settore vuole mandare al mondo è questo, collaborazione, consenso ed onestà.

Questi sono i valori che questa tecnologia sta trasmettendo e grandi community, come quella di Ethereum, sono senza dubbio fonte di grande ispirazione per tutte le aziende che in questo settore stanno nascendo o nasceranno in futuro.

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