Il mal di schiena come un male sociale

Mira Stijak
Catobi
Published in
6 min readNov 10, 2022

Il mal di schiena incide oggi anche sulla produttività Italiana: perché tutti ne soffrono?

Il 16 Ottobre scorso è stata la Giornata mondiale dedicata alla colonna vertebrale, World Spine Day. Secondo il Global Pain Index si stima che in Italia sei persone su 10 ogni settimana soffrono di patologie della colonna vertebrale, a casa come sul posto di lavoro. Alla base delle più comuni malattie che interessano la colonna vertebrale; come lombalgia, sciatalgia, ernie discali, scivolamento vertebrale e deformità, c’è un iniziale danneggiamento del disco intervertebrale causato prevalentemente dalla cattiva postura.

Le patologie muscolo-scheletriche sono la prima causa delle malattie professionali.

Secondo il Global Burden of Disease 2019, in Italia le patologie muscolo-scheletriche sono la prima causa delle malattie professionali, in crescita del 88% dal 2010 al 2017, con la lombalgia che risulta una delle patologie più diffuse. Circa il 60% di tutti i lavoratori ne soffre nel corso della propria carriera e nel 10% dei casi la patologia diventa cronica. La lombalgia professionale rappresenta il 33% di tutte le spese per l’assistenza sanitaria e le spese previdenziali/assicurative dei lavoratori, per un costo stimato di 7,9 miliardi di euro solo nell’ultimo anno. Con il progressivo allungamento della vita lavorativa, questo disturbo di salute è destinato a incidere sempre di più.

Mal di schiena è anche la patologia che porta precocemente all’invalidità civile, obbligando la persona ad uscire dal mondo di lavoro. In Italia, caratterizzata da una popolazione con l’età media avanzata, molte persone sottovalutano o affrontano tardi patologie della colonna vertebrale aumentando le loro assenze, o con il cambio di mansione portando un danno concreto alle proprie aziende.

Visti i dati e la serietà di questa, ormai malattia sociale è importante capire il perché tutti ne soffrono. Lo studio condotto da Scott Williams, antropologo della New York University (NYU) suggerisce che i cambiamenti della forma della colonna vertebrale, il fattore che contribuisce alla lombalgia, non erano dovuti ai cambiamenti evolutivi, ma ai cambiamenti dello stile di vita. Insieme al team di ricercatori Williams ha pubblicato lo scientific paper, cercando di dare una spiegazione ad immensa diffusione del mal di schiena. Lo studio ha confrontato colonne vertebrali pre industriali e postindustriali di uomini e donne di tutto il mondo con dei campioni di colonne di Neanderthal. I campioni includevano più di 300 colonne vertebrali, ovvero più di 1.600 vertebre.

L’ESITO DELLA RICERCA

I Neandertal popolavano Europa e Asia nel periodo di circa 40–400.000 anni fa e vengono considerati gli antenati dell’uomo moderno. Dall’esame delle vertebre di Neanderthal si denota che la loro colonna vertebrale era meno curva nell’area lombare rispetto alle colonne vertebrali ‘moderne’. Poiché un grado significativo di curva lombare è stato comunemente associato alla capacità dell’umanità di stare in piedi, a lungo si è ritenuto che i Neanderthal avessero una postura intrinsecamente diversa dagli esseri umani moderni. Tuttavia, professor Williams ha giunto alla conclusione che la postura “moderna” è stata soggetta ai cambiamenti solo negli ultimi cento anni, causando il cambiamento della forma della colonna vertebrale e incrementando le patologie.

I risultati dello studio indicano che la forma della colonna vertebrale è cambiata durante la rivoluzione industriale. La ricerca conferma che le colonne vertebrali nelle persone postindustriali mostravano più incuneamento lombare (che produce curvatura) rispetto a quelle nelle persone preindustriali. Detto più semplicemente, la colonna vertebrale fino a circa 100 anni fa era decisamente meno incurvata, ed era più simile di forma ad una “J”, ed era più sana, e non ad una “S”, come comunemente viene considerata la forma corretta della colonna a giorno d’oggi.

Nell’articolo scientifico S. Williams riporta il lavoro e la ricerca di Esther Gokhale, citando il suo libro “8 Passi Per Liberarsi Dal Mal Di Schiena” in quanto descrive in dettaglio come la postura e la forma della colonna vertebrale siano cambiate progressivamente in seguito alla rivoluzione industriale.

La ricerca di prof. Williams si adatta perfettamente al Gokhale Method e alla ricerca di Esther Gokhale, considerata la guru del mal di schiena nella Silicon Valley, con la quale ho studiato e lavorato per quattro anni, importando questo l’approccio innovativo in Italia, creando in seguito la mia tecnica Posturattiva®.

Industrializzazione ha portato alla rottura nella trasmissione dei modi tradizionali di vivere e lavorare come spiega Esther, ma il punto di rottura per quanto riguarda il cambiamento posturale a mio avviso avviene in seguito alla rivoluzione francese, e maggiormente per le ragioni sociali e culturali.

Come la Rivoluzione Francese, la cosiddetta crisi dell’”ancien régime” ha portato all’involuzione posturale?

Rivoluzione Francese rappresenta uno spartiacque assoluto tra il vecchio modello sociale rappresentato dal potere dell’aristocrazia e della nobiltà verso i non diritti del popolo, con l’ascesa della borghesia. Viene definita anche come la crisi dell’ “ancien régime”, in quanto non segnerà solo le leggi e le istituzioni, ma soprattutto i costumi e paradigmi in Francia, influenzando in modo inarrestabile i cambiamenti sociali e culturali in tutta Europa e nel resto del mondo. Nonostante grandi differenze interne in termini di benessere economico all’interno della fascia che componeva la borghesia europea, ci sono alcuni tratti tipici riconducibili ad un ideale unitario come propensione alla modernizzazione. Accanto a un insieme di significati positivi si sviluppano anche accezioni negative, come la mentalità tendente al conformismo. Uno degli esempi più significativi è rappresentato dall’aspetto della cura dell’abbigliamento, che può sembrare banale, ma inequivocabilmente rappresentava un segno distintivo dell’appartenenza sociale.

Il desiderio di apparire nuovi e moderni, simbolo d’identità collettiva imponeva che il modo precedente di posizionarsi a livello posturale, nonostante sia naturale e corretto viene abbandonato in quanto apparentemente simbolo dell’era precedente, perché ricordava esplicitamente all’atteggiamento aristocratico.

La popolazione specchiandosi nel modello borghese, simbolo di modernità, di libertà e di anticonformismo ripudia le posture erette e nobili a fronte dell’adozione delle pose e degli atteggiamenti più “rilassati”. Questa nuova postura diventa la firma di un conformismo di massa e il segno di appartenenza sociale. Le posture dei lavoratori, operai o intellettuali negli anni venti del novecento appaiono con le figure dinoccolate e incurvate, diventando il simbolo di collettivizzazione forzata dell’inizio del Novecento per apparire nuovi e moderni. Atteggiandosi così in breve periodo del tempo avviene “involuzione” posturale arrivando ad alterare anche la naturale forma della colonna vertebrale, che fino a quel tempo era decisamente più dritta e a forma della “J” come lo si può osservare anche nelle primissime immagini radiografiche (2). Così si è assistito ad un vero e proprio rifiuto della postura come atteggiamento mentale e quindi corporeo aristocratico, signorile, rigido e impettito, a favore di pose morbide, dinoccolate, curve e moderne, considerate emblematiche di una maggiore libertà, simbolo di un’era nuova, che in seguito vengono sposate e imposte dalla moda e dal costume del momento.

Dobbiamo ricordare che la culla culturale europea negli anni 20–30 del Novecento era Parigi. In quei tempi lo stile di vita era dettato dalle riviste di moda e dai paradigmi da cui venivano copiati i modelli. Proprio in quegli anni, nelle riviste di moda cominciano ad apparire le foto delle modelle con le spalle incurvate, i colli sporgente in avanti, il bacini retroversi, con dei atteggiamenti posturali sofisticati, ricercati, totalmente artefatti e innaturali che tutti cominciano a copiare, perché più di tutto era importante apparire nuovi e moderni.

Conclusione:

Dallo studio comparativo tra la forma della colonna vertebrale di Neanderthal nel confronto delle colonne vertebrali moderne si apre lo spiraglio per una maggiore comprensione che la postura influenza la forma e di conseguenza la salute della schiena.

Le persone si sono sempre sedute per svolgere i lavori e le mansioni, ma il modo di stare seduti è cambiato, causando i problemi di salute della colonna vertebrale, creando un enorme impatto economico individuale e collettivo. Servirebbe davvero poco investimento, e tanta buona volta a portare una vera rivoluzione culturale posturale nelle aziende, insegnando alle persone come tutelare la salute della loro schiena, in quanto riguarda la salute in generale dell’individuo, nonché un impatto economico collettivo serio.

Note:

1. World Spine Day

2. Scott Williams PhD, Associate Professor at the Center for the Study of Human Origins, Department of Anthropology, New York University

3.(Lehrich JR, Katz JM, Sheon RP. “Approach to the diagnosi and evaluation of low back pain in adults” UpTodate.com; April 2006).

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