L’importante non è vincere ma partecipare

Catia Tagliaferri
Catobi
Published in
5 min readSep 29, 2022

La sportività concetto cardine dello sport, ma…

…crediamo nella vittoria!

Quando parliamo di sport oggi cosa ci viene in mente?

Un campo da calcio con manto erboso e giocatori che indossano maglie delle squadre preferite, un’attività agonistica che valica confini, uno sport seguito, amato, pagato. Una pista di terra rossa circolare o una piscina olimpionica…

Lo sport unisce passione, competizione, spirito di squadra, ma soprattutto disciplina e valori. Questa parola con il suo significato di divertimento è legata ad una tradizione che viene da lontano, le olimpiadi il cui nome è stato scelto per ricordare quei giochi che si svolgevano a Olimpia, nell’Antica Grecia epoca in cui per le 7 giornate sportive anche le guerre in atto venivano sospese e declamata una tregua olimpica. Osservando questa scelta di fermo delle battaglie ci arrivano i profondi principi che erano associati a questo evento in onore di Zeus, svolto ogni 4 anni, proprio come avviene ora.

Nello sport si promuovono tra gli atleti comportamenti improntati alla lealtà, alla correttezza e al giusto modo di rapportarsi alle persone, siano avversari che compagni di squadra. Le olimpiadi non solo ispirazione per chi pratica sport a livello agonistico, ma per ogni persona che vuole attivare le proprie energie migliori, imparare una disciplina da applicare in ogni campo. Attività che ispirano il movimento che ci aiutano ad acuire l’intelligenza emotiva Skill di cui tanto si parla -equilibrio tra mente e cuore- non solo una moda, ma una necessità della nostra società.

Un Mood, un’ispirazione di innovazione…

Abbiamo assistito nel 2021 a un evento straordinario ed è giusto soffermarci ed imprimere nella memoria quelle settimane di sport e Reunion, avvenimento fino all’ultimo istante in attesa di conferme. Venivamo da 18 mesi di pandemia, l’evento slittato di un anno ci ha fatto capire quanto amore e quanta passione c’è in ogni atleta, persone che si sono allenate sul tappeto di casa, nel garage, sul terrazzo facendo si che lo scoraggiamento dato dalla delusione di un appuntamento mancato, sia diventato rabbia e motivazione. Si sono allenati per un evento per niente certo e dai contorni sfumati, ma hanno comunque proseguito con caparbietà.

In questa fase epocale i giochi hanno aggiunto anche un altro valore -Inclusività- che troviamo in molti articoli, libri, blog e discorsi, ma fino a questo evento senza una reale corrispondenza dei fatti

Finalmente possiamo dire che l’integrazione nello sport è un qualcosa di vero concreto, i giochi olimpici e paralimpici divisi da sempre in due sessioni, sono diventate il primo e il secondo tempo di un’opera prima che ha emozionato allo stesso modo.

Forse una chiave per ispirare la Generazione Z, giovani persone smart ed autentiche?

Facendo una analisi a chi possiamo attribuire questo cambiamento di visione, cioè avvicinarsi agli sportivi senza distinzioni di categorie? Sicuramente a più persone da chi ha istituito le discipline paralimpiche Ludwig Guttmann, ad Antonio Maglio a Brand come Nike fino a lei Bebe Vio icona di sport coinvolgimento e libertà, una rappresentante di punta di questa generazione -Bebe- che porta avanti la causa con serietà, ma soprattutto leggerezza ed ironia. Un’apripista, un modello da seguire una portavoce efficace di un coro composto oggi da 4400 atleti con disabilità che hanno gareggiato nel 2021 in più di 500 match, all’inizio di questa avventura nel 1960 gli atleti di tutto il mondo erano 400. Questi atleti ci hanno insegnato un nuovo modo di pensare lo sport.

Qualcuno ha detto, gli atleti paralimpici hanno obiettivi più semplici, senza pensare allo sforzo eroico per una stoccata con un suono emozionante, l’assalto facendo leva su protesi sostitutive e arti amputati. Quindi quello sforzo mentale fisico e psicologico è di dimensioni non comprensibili ai cosiddetti normodotati. Ma neanche questa è la prospettiva giusta da cui osservare le olimpiadi altrimenti diverrebbe discriminatorio per gli atleti che fortunatamente non hanno avuto incidenti e malattie (non si può dire che la disabilità sia un valore aggiunto) ma lavorano duro per portare a casa dei risultati, frutto di disciplina, costanza e sacrificio.

Si fa Squadra!

Oggi Bebe Vio ha costituito un Academy in partnership con Nike Brand che da sempre viaggia verso l’inclusività e la rende parte della propria mission proattivamente. Uno dei più importanti slogan di questo marchio: “se hai un corpo allora sei un’atleta”.

Ma per l’azienda non è solo pubblicità acchiappa like, ma è la capacità di evocare immaginari, con l’obiettivo di costruire stili di vita che Nike porta avanti da 30 anni con dedizione. Questa azienda ha lavorato al fine di diminuire gli ostacoli per qualsiasi disabilità nello sport e non solo, come una pioniera e lo fa nei suoi campus permettendo l’unione di atleti disabili e normodotati e lo fa abbattendo le barriere architettoniche dalla pista fino al bar per il team building e costruendo prodotti che facilitino la vita.

Con Bebe ha trovato un’alleata preziosa, perfetta, una voce forte e un modello da seguire che possa con l’esempio comunicare questo modo di essere e di pensare innescando un cambiamento veloce e positivo.

Oggi lo sport è anche un tema sociale, una chiave di volta e Nike come spesso accade ha preceduto i più con una visione prospettica, non solo commerciale.

Nasce quindi la Bebe Vio Academy, da un’idea dell’atleta che Nike ha messo in atto appoggiandola. L’accademia ha come obiettivo avvicinare i disabili sin dall’infanzia allo sport, un luogo dove trasmettere, fiducia, disciplina, l’inclusione al di la delle diverse abilità che si possono coltivare. Obiettivo principale dei due Partners è quello di portare entro 8 anni gli atleti paralimpici iscritti, allo stesso livello degli atleti olimpici.

In questa scuola si allenano sia disabili che normododati, quindi una vera e propria educazione all’inclusione oltre che allenamenti sportivi, si organizzano eventi con la partecipazione di atleti famosi sponsorizzati da Nike e il tutto diventa ancora più entusiasmante, ci si può allenare e disputare match con le stelle dello sport. Il primo anno di vita dell’Academy si è concluso a giugno 2022, ha contato 50 atleti iscritti e come dice BV la chiusura estiva ha lasciato tutti con le lacrime agli occhi di felicità, emozioni forti da parte di chi trasmette e ancor più da chi ha ricevuto.

Si aggiunge a questo progetto un’associazione art4sport , il gruppo si è occupato delle sue protesi dal 2009, l’ha seguita in tutte le fasi della crescita dopo le amputazioni, studiando, progettando i suoi arti tecno. Un altro elemento fondamentale del percorso di questi atleti, le gambe e le braccia fatte per loro sempre più sofisticate e allo stesso tempo umane nella loro raffinata articolazione. L’Innovazione che ci aiuta e ci agevola, ci stimola ormai in tutti gli ambiti, per Bebe , per Ambra Sabatini, Marina Caironi sono stati l’inizio di una svolta.

Nike e BV si dedicano a questo progetto con grande slancio, credono fermamente nel livellamento delle differenze e unione di atleti attraverso valori e tecnologie rivoluzionarie. BV riporta il suo esempio di vita in questa scuola che forgerà non solo sportivi, ma persone che fanno delle loro diversità un arma vincente su cui poter contare, ironizzare, ma soprattutto essere liberi in un mondo di cluster.

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Catia Tagliaferri
Catobi
Writer for

Sales & Marketing..and great team of People. One of my passions is writing.