L’innovazione in un piatto di Carbonara

La Carbonara è una forma d’arte. E la nostra vita?

Nicola Sita
Catobi

--

catobistrategy.com

Per i veri intenditori di cucina, fare una Carbonara è davvero una sfida: è il piatto più conosciuto, facile e complesso allo stesso tempo, ognuno la interpreta come pensa sia giusto interpretarla e gestisce gli ingredienti come meglio crede.

Io seguo tre semplici procedimenti:

1. Metti a bollire l’acqua, e intanto in una padella salti (senz’olio) il guanciale. Una volta rosolato lo metti da parte.

2. Sbatti l’uovo, ci metti il pecorino, un goccio di latte, Grana Padano e il pepe (mi raccomando, il pepe è molto importante), poi tutto in frigo.

3. Prima di scolare la pasta prendete la padella in cui è presente il grasso del guanciale e mettetegli un po’ di acqua di cottura.

Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro: esiste una linea sicura per creare la Carbonara in cui non si sbaglia mai. Ma se vuoi uscire dagli schemi, come fare? Beh, io ci mettevo l’aglio. Sì, mi avete capito bene: mettevo l’aglio nella Carbonara, e per me il suo gusto era qualcosa mai provato prima.

Vedete, ragazzi, il discorso non è seguire una ricetta, ma riuscire a interpretarla come meglio credete. Lo stesso vale nella vita di tutti i giorni, soprattutto nel lavoro, e soprattutto nel lavoro da imprenditore come il mio.

Essere imprenditori non è seguire una ricetta, non è seguire uno schema ben preciso, costi precisi, marketing preciso, giornate standard in cui, se le cose funzionano, allora lasciamole andare. Come la Carbonara, ci sono regole precise da seguire, ma il modo in cui farlo viene lasciato alla nostra interpretazione e a ciò che secondo noi funziona meglio.

Io seguo tre semplici regole. Se volete, possiamo chiamarle “Le tre regole Nick”.

1. Usa la tua testa e la tua immaginazione

“Se stai troppo davanti al computer, la testa ti si flippa”. Questa era la regola che mamma diceva ogni giorno quando passavo troppo tempo davanti ai videogame. Non le ho dato mai retta perché ero convintissimo che un giorno il mio interesse sfacciato verso l’informatica mi avrebbe portato a crearmi un lavoro futuro.

Stare davanti al PC 24 ore su 24 non fa proprio bene, ma lavorare sodo è ciò che ti rende il professionista che sei.

Ma come fare per gestire lavoro, tempo libero, creatività e mente aperta?

Personalmente, provo sulla mia pelle ogni giorno una tipologia di gestione del lavoro personale molto rigida: punto sempre a gestire i miei orari di lavoro in modo da poter mantenere alta la concentrazione ed essere produttivo in ciò che faccio, mantenendo un costante equilibrio tra lavoro e tempo libero (e non è l’eccessivo utilizzo di caffeina). Semplicemente, riesco ad incastrare tutto, e questo è davvero molto positivo, perché mi accorgo sempre di più, ogni giorno, di quanto le esperienze che mi trascino dietro riescano a consolidare ciò che vedo per il mio futuro.

Vi chiedete mai come vi vedete tra dieci anni? Beh, io sì, e lo faccio dalle scuole superiori (o forse anche prima). Sono sempre stato un ragazzo molto impacciato nel parlare con le persone, probabilmente perché a scuola mi facevo prevalentemente i fatti miei, per poi lavorare duramente solo nel momento opportuno. Ad ogni interrogazione e ad ogni verifica la paura di sbagliare si faceva molto sentire, forse troppo. Probabilmente è stato così un po’ per tutti, ma la Storia è piena di persone che sono riuscite a strutturarsi solo con la presenza delle proprie esperienze alle spalle. Vedete, non sono un grande estimatore di parole vuote, ed ecco perché vi dico: lavorare sodo è importante, ma è ancora più importante mantenere alta la concentrazione e coltivare ciò che si ama, anche fuori dal lavoro.

2. Credi sempre in ciò che fai. Se non ci credi tu, nessun altro lo farà per te

Non è affatto curioso pensare a quanto calore ti può dare un buon libro o una buona storia. La maggior parte dei grandi innovatori dei nostri tempi nascono da lì, dalla facoltà di saper raccontare storie. Probabilmente pochi di voi lo sanno, ma molti se lo immaginano: anche Steve Jobs era davvero agitato nelle prime interviste pubbliche.

Stiamo parlando di un personaggio che ha fatto la Storia dell’innovazione e dell’imprenditoria mondiale. Ossessivo, incredibilmente perfezionista, realista, motivatore…carismatico fino all’osso. Steve è stato tutto questo e molto di più. Ma cosa ha cambiato realmente le sorti di Apple? Se consideriamo quante pubblicità vediamo in televisione e online del marchio Apple, ci siamo già dati una risposta. Il vero valore di Apple è avere a cuore le persone e le storie che possono raccontare.

Steve è stato davvero un gran narratore, ha reso popolare il marchio rendendolo tuo, ha passato metà della sua vita a raccontare cosa Apple potesse fare per valorizzare le persone del mondo. E ha lanciato un marchio che è passato davvero alla Storia!

Steve ci ha creduto fin dall’inizio. Probabilmente non ha mai avuto dubbi su questo, anche e soprattutto quando tutti gli remavano contro, e anche quando la Apple lo ha cacciato dall’azienda che ha costruito.

“Dobbiamo riprenderci la Apple, ragazzi” ha detto ai suoi compagni quando se li è richiamati a sé.

3. Stupisci sempre il tuo pubblico

Essere un buon narratore non serve solo per riuscire a proporre i prodotti che vendi. Essere un buon narratore è una capacità e una qualità che ti accompagna ogni giorno nella tua vita. L’ormai filantropo Bill Gates, alla sua ultima partecipazione alla TedX, è salito sul palco e ha liberato un vasetto di zanzare dicendo: “Se una di loro vi punge, molto probabilmente rischiate la morte”. Immaginate l’agitazione che un gesto del genere ha suscitato sul suo pubblico. La gente ha iniziato a guardarsi stupita e non capiva se fosse uno scherzo oppure no. Risultato? Ha liberato davvero delle zanzare, ma erano tutt’altro che mortali. Bill, però, ha avuto un potere enorme su di loro, ha catturato la loro attenzione già dai primi attimi della conferenza.

A mio parere, Bill Gates è stata una di quelle persone che nella vita ha saputo unire i puntini più di tutti. Diciamoci la verità: se tu fossi un ragazzo di ventiquattro anni milionario non saresti un arrogante, presuntuoso faccia da schiaffi? Ecco, appunto. A mio avviso, però, Bill ha saputo innovare, in una maniera davvero esemplare, non solo la sua immagine, ma anche la sua professionalità. Ad oggi, infatti, Bill Gates è un genio, miliardario (non playboy), filantropo, ed è conosciuto in tutto il mondo come la persona che ha il panorama più colto nelle malattie biologiche. Come credete che abbia unito i puntini?

👉 Clicca qui

C’è una quarta regola di cui ancora non vi ho parlato. Come la ricetta della Carbonara, è una manovra molto delicata, e se sbagli va a rotoli tutto il piatto.

4. BONUS — Metti insieme tutte le tue conoscenze e le capacità e tira fuori il meglio di te.

É davvero inutile provare a spiegare quanto è complesso questo procedimento: alcuni ci riescono in poco tempo, altri trovano la propria strada in un tempo lunghissimo, ma ognuno di loro ha ragione.

Servirebbe un altro articolo per spiegarvi tutto ciò che di positivo e incredibile si può fare con questa quarta regola, e infatti non lo farò oggi, ma sono sicuro che avremo modo di parlarne. Intanto vi voglio lasciare dicendovi questo: anche in un piatto di Carbonara alla fine bisogna unire i puntini, perché le tre regole vanno amalgamate bene. E quindi, come si fa?

4. Scolate la pasta e buttate tutto in padella.

Iniziate a creare un cremina che leghi gli spaghetti (o i rigatoni) in modo da renderli il più cremosi possibile, spegnete il fuoco, buttate l’uovo e iniziate a mescolare. Una volta che l’uovo si è pastorizzato, unite il guanciale (che nel mentre ha preso croccantezza), impepate quanto vi piace e l’ultima spolverata di Grana o Pecorino sta a voi.

Esistono poche regole da seguire ogni giorno, ma il risultato è un vero spettacolo. E Voi?
Come portate a termine il vostro piatto di Carbonara?

#staytuned

--

--