Lo Stato di Flow e la Ricerca della Felicità

Mara Cassinari
Catobi
Published in
4 min readSep 19, 2022

La felicità è uno stato d’animo dell’individuo che non può essere ricercato all’esterno tramite gratificazioni e piaceri temporanei, ma attraverso uno sforzo volontario e una forte motivazione.

Mihaly Csikszentmihalyi — un gigante della psicologia moderna dal cognome quasi impronunciabile — per circa 40 anni ha cercato di capire dove, nella vita quotidiana, ci sentiamo veramente felici.
Iniziò ad osservare persone creative, in principio artisti e scienziati, chiedendogli cosa rendesse le loro vite significative e degne di essere vissute, facendo cose per le quali non si aspettavano né fama né fortuna.
Citando l’esempio di uno dei maggiori compositori di musica americana degli anni 70, Csikszentmihalyi descrive lo stato in cui trovava mentre componeva un brano:

“Ha solamente bisogno di un pezzo di carta dove scrivere le note, e facendo questo, può immaginare suoni che non esistevano prima in quella particolare combinazione. Una volta che si raggiunge quel punto dove inizia a creare una nuova realtà, si entra in uno stato differente. Questa esperienza è talmente intensa che sembra quasi di non esistere. “

Quando un individuo è totalmente assorto in uno stato di estasi e sta creando qualcosa di nuovo, non rimane abbastanza attenzione per pensare alle sensazioni del proprio corpo o ai problemi a casa.

“Non ci si può nemmeno render conto di aver fame, o essere stanchi. Il nostro corpo scompare, la nostra identità sparisce dalla sua coscienza, perché non abbiamo a disposizione abbastanza attenzione, nessuno di noi, per fare veramente bene qualcosa che richiede molta concentrazione ed allo stesso tempo sentire di esistere. Pertanto, l’esistenza è temporaneamente sospesa.”

Masaru Ibuka, fondatore della Sony, fornì un esempio chiaro di stato di flow in ambito business partendo da un solo e chiaro obiettivo iniziale:

“Non avevano alcun prodotto, non avevano niente, ma avevano un’idea: creare un posto di lavoro dove gli ingegneri potessero provare la gioia dell’innovazione tecnologica, essere consci della loro missione nella società e lavorare finché ne avessero voglia”.

A prescindere dal livello culturale, esistono sette condizioni che sembrano esser presenti quando qualcuno si trova in un’esperienza di flow:

1. Focalizzazione su quello che stiamo facendo, sentendoci coinvolti e concentrati.
2. Senso di estasi, che ci fa sentire al di fuori della realtà quotidiana.
3. Grande chiarezza interiore, sapere cosa è importante fare e quanto bene lo stiamo facendo
4. Consapevolezza del livello di “fattibilità” dell’attività e dell’adeguatezza delle e nostre capacità al compito.
5. Senso di serenità: nessuna preoccupazione per sé stessi andando oltre i confini del proprio ego.
6. Atemporalità e concentrazione sul presente.
7. Motivazione intrinseca.

C’è una concentrazione che, una volta che diviene intensa, conduce ad un senso di chiarezza rispetto a cosa si vuol fare in un determinato momento, e si ottiene una risposta immediata.
Si sa che ciò che si deve fare è realizzabile, sebbene difficile.
Si perde il senso del tempo che scorre, ci si dimentica di sé e ci si sente parte di qualcosa di più grande.

Una volta che queste condizioni si verificano, quello che si sta facendo vale la pena di essere fatto per il gusto di farlo.

Csikszentmihalyi rappresenta la vita quotidiana delle persone in questa matrice:

Le variabili che vengono misurate sono:

- la sfida che la persona percepisce
- le abilità che la persona crede di possedere in quel momento.

Per ogni persona si può stabilire una media, un punto fisso, che è il centro del diagramma.
Una volta individuato dove si trova tale punto, è possibile predire con una certa accuratezza quando ci sarà un’esperienza di flow, ossia quando le sfide sono più alte della media e anche le abilità lo saranno. Si può trattare di cose molto diverse da persona a persona, ma per ciascuno, quel canale di flow, si troverà quando si sta facendo quello che si ama fare.

Le due aree ideali e complementari dalle quali è facile spostarsi verso una situazione di flow sono:

1. L’area diarousal”, ovvero di eccitazione, dove le persone imparano di più perché è lì che sono spinte al di fuori della loro zona di comfort e per poter entrare — tornando allo stato di flow- devono sviluppare abilità superiori.

2. L’area di controllo è una buona zona dove trovarsi perché ci si sente proprio agio ma l’attività non è più molto stimolante. Se si vuole arrivare ad una situazione di flow si devono aumentare le sfide.
Le altre combinazioni di sfida e abilità diventano progressivamente meno ottimali.

Per cui la risposta al nostro desiderio di trovare la felicità può essere quella di riuscire a passare una quantità sempre maggiore di vita quotidiana in quell’esperienza di flow.

Questa è una sfida individuale che ognuno di noi dovrebbe cercare di cogliere.
Alcune persone sono più predisposte e sanno spontaneamente come creare il flow senza alcun consiglio, molte persone sono meno esperte, ma la presa di coscienza e l’allenamento possono essere un buon punto di partenza.

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