Che il mio cervello va troppo veloce

che lei mi vuole densa e informe come il suo tempo

Valentina Parlato
CENTRITAVOLA
6 min readAug 11, 2018

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Che il mio cervello va troppo veloce
e sempre io lo penso cosa fuori da me anche se dentro ma comunque non esattamente me che non combacia con me che il mio cervello non sono io
io non sono il mio esterno e nemmeno il mio interno e che sapere chi sono non mi interessa tantissimo ma un poco a periodi.

che bevo succo di pera da un bicchiere di vetro azzurro no celeste e no blu ma proprio azzurro comprato quando compravo cose che non mi servivano che ora pensadoci su
mi accorgo che facevo regali a me stessa di ora ma non lo sapevo

che ora mi so godere la vita e le cose in modi nuovi e molto felici che però quando mi dicono che bisogna apprezzare il piacere delle piccole cose che strapalle cioè io ora lo faccio e ogni volta che lo faccio penso minchia vero lo sto facendo ma quando non lo faccio non lo capisco e manco lo immagino

quindi dire agli altri cosa fare per essere felici credo che è meglio se lo fanno solo santoni profeti forti o star del cinema che quando lo facciamo noi normali è inutile totale.

e allora mentre addormento Marlene penso che non sono sicura che addormentare sia transitivo che forse è come scendere e salire
che a noi dell’isola ci piace fare verbo e complemento oggetto
che a parole siamo tutti transitivi attivi soprattutto gli uomini

che digito complemento oggetto su google e mi si apre una finestra
deep deep inside my brain che penso almeno due cose

numero uno perché si studia così dettagliatamente l’analisi logica grammaticale della frase del periodo che secondo me è una cosa un po’ morbosa e lo dico anche perché a me piaceva molto che mi dava una certa sicurezza dare nomi alle parole che danno nome alle cose e alle azioni e ai sentimenti etc etc ma volendo guardare un attimo con occhio critico la questione io mi ricordo che avevo dubbi curiosità anche impellenti sulle cose del mondo che restavano avvolte da veli di mistero
tipo mi ricordo che a scuola non capivo proprio che cazzo di problema c’era fra israele e Palestina e ancora internet era scarso e nell’enciclopedia non c’era scritto e io non sapevo a chi chiedere allora riempivo pagine di moto per luogo predicato nominale congiunzione e credevo fermamente che si restava incinta scambiandosi le tovagliette del bidet

anticamente bidetto water lavabo vasca da bagno sciacquone orinatoio anni 17 secolo ventunesimo appena iniziato

seconda cosa penso che Marlene dovrà andare a scuola e forse no ma molto probabile sì mi chiederà aiuto per i compiti

ieri pensavo e scrivevo veloce su carta per non dimenticare
che io passo la maggior parte del mio tempo con mia figlia che è una neonata e questa cosa è davvero allucinante cuore
ha conseguenze tipo droga psicotropa che se torno su google e cerco psicotropa mi esce fuori capace di alterare l’attività mentale e che siamo tutti d’accordo mi pare sul fatto che a me mi altera l’attività mentale anche parlare con essere umano adulto normale che non sia io allo specchio
quindi immaginati comunicare con un essere umano neonato figlio a me
che non parla ma mi dice cose anche abbastanza complesse muovendo gli occhi ed emettendo suoni ed io le capisco e insieme facciamo cose

tipo amarci molto profondamente e soddisfare reciprocamente i nostri bisogni sempre molto profondamente e questo accade su livelli di intensità emotiva altissimi tipo più alti di quando porti in scena un lavoro tuo in cui danzi e parli e fai e insomma sei tu vero
e questo accade ogni giorno e notte da 5 mesi e 15 giorni

che ci sono diversi modi di stare con lei uno è tipo stare una favola
e il segreto per stare così è praticamente non avere piani-aspettative sulla giornata
assolutamente no piani certi sul da farsi nel senso di piani rigidi
ecco i piani con Marlene neonata funzionano se sono piani che posso flettere nello spazio o almeno inclinare a suo piacimento

che lei è tipo direttore d’orchestra geometrica
o anche cosa della natura ancora molto in contatto con il ritmo naturale di tutte le cose
e quindi io madre la ascolto e tutto il tempo facciamo musica insieme per noi

un altro modo per stare con lei è non starci dentro del tutto a palla
ma starci lamentandomi dentro della stanchezza e delle privazioni e guardando video su instagram in silenzioso segreto
e così il tempo non passa mai perchè non lo attraverso ma lo sorvolo
e non mi faccio coinvolgere dall’entusiasmo delle scoperte bambine
ma le guardo come banalità noiose e inutili

dentro questo modo modello di madre mi sento molto banale noiosa e inutile e quindi non lo incarno quasi mai
solo in rari momenti brevi di cecità esausta.

che se io divento madre che non ascolta
perché stanca o ormonalmente storta male o stressata da litigi e pensieri di mancanza di soldi
allora mi irrigidisco e non posso attraversare
il tempo denso e informe che è il tempo con lei
resto incastrata fra il mondo delle madri e quello dei figli
e il mondo nostro diventa off limits

che lei mi vuole densa e informe come il suo tempo
e allora io ogni mattina
quando lei si sveglia e mi sveglia e mi sorride
io sorrido davvero molto e penso
che i nostri sorrisi sono l’equivalente materico del sentimento amore che fa stretching e si espande denso e ci espande informi

adesso in questo preciso istante ascolto audio registrato sul cesso due giorni orsono che a volte registro a volte scrivo a mano su quadernino come ti dicevo che cerco di portare sempre con me come Marlene ma comunque non ci riesco e il punto è che registravo parole che non volevo dimenticare e queste parole mi accorgo ora ascoltandole che riguardano l’attesa

Simone e Marlene che mi aspettano sul fasciatoio mentre io strappo al tempo nostro di famiglia poco e prezioso tempo mio individuale
e lo faccio nel conclamato rifugio tempio egotico detto tazza di porcellana bianca
che Simone ha comprato una tavolozza nuova in plastica ma non di quelle scarse leggere una bella plasticona massiccia che sembra porcellana però tiepida

e da questa postazione politicamente interessante

— che è oggetto trasversale non nella totalità delle classi ma quasi —

io da qui deduco fatti esistenziali da fatti quotidiani

come usiamo fare io e Mari che è amica mia fortissima e sicuramente anche lei siede su oggetti trasversali e bianco tiepidi spero tutti i giorni —

ad esempio
questo loro aspettarmi giunti
lo immagino nel futuro e lo faccio diventare immagine e poi figura ancestrale della mia vita forever
e sta storia del cervello più veloce di me un po’ mi esalta un po’ mi sfianca

La mia famiglia aspetta me e io aspetto te cuore e ti chiedo
perchè non mi scrivi e non usi la nostra lingua raccontami almeno di quali entusiasmi o turbamenti ti fai e se riesci a riempirti giusto
o ti senti troppo o troppo poco
e anche se non mi dici tutta la storia dammi almeno i dettagli sensibili
che io li colgo e ne faccio tintura madre o anche tintura padre
dipende da come mi sveglio

e dimmi anche se mentre mi leggi a volte ridi
o non capisci e ti annoi o mi senti accordata con te e mi leggi a Giovanni e insieme fate gli intellettuali bevete vino mangiate la vostra routine da maschi che si amano potresti descrivermi
e se vi somigliate anche nudi tipo a livello di distribuzione di peli grana e colore della pelle e abitudini
tipo se al mattino lui parla e gia produce azioni o pensieri attivi o cose così

Valentina scrive a Vincent e lui ogni tanto le risponde.
la loro corrispondenza è intima e pubblica e compone una raccolta epistolare in fieri. Potete leggere tutte le lettere ( o soltanto una) su
Centritavola.

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Valentina Parlato
CENTRITAVOLA

Artist, mother, feminist. Currently busy with breastfeeding and writing.