Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Chayn Italia
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3 min readOct 12, 2021

La violenza di genere e sulle donne non pervenuta

Grafica Elena Manfredi

Il PNRR è un enorme trasferimento di fondi dall’Unione Europea all’Italia per la ripresa post Covid in cambio di riforme importanti che l’Italia rimanda da molto, come quella della giustizia, recentemente approvata. Il PNRR vale complessivamente 222 miliardi di euro.

Il PNRR si articola su diversi ambiti di investimenti con delle ‘priorità trasversali’ che cioè dovrebbero guidare il come rendere concreti gli obiettivi fissati su diversi fronti, dalla transizione ecologica alla coesione sociale. Uno di questi assi è la parità di genere, le altre sono giovani e Sud.

Purtroppo alle parole non stanno seguendo necessariamente i fatti. Sebbene il PNRR contenga misure che vogliono aumentare l’occupazione femminile, non c’è praticamente nulla sul combattere gli stereotipi di genere che sono alla base della cultura maschilista e patriarcale che produce la violenza maschile contro le donne.

Con più di 80 femminicidi dall’inizio dell’anno la violenza contro le donne dilaga e allarma. La ricorrenza dei femminicidi purtroppo non dovrebbe stupirci in un paese fortemente patriarcale come il nostro, in cui anche nel dibattito pubblico ancora prevale la narrativa dell’omicidio come raptus e della donna che un po’ se l’è cercata.

Siamo quindi deluse e preoccupate dal fatto che il PNRR si concentri solamente sul piano economico e occupazionale, certamente un pilastro importante verso la parità di genere, ma nomini solo di sfuggita la violenza sistemica contro le donne, e la sovrastruttura patriarcale che l’alimenta. L’unica azione si spera concreta in questa direzione all’interno del documento sembrerebbe essere un piano per assicurare più case per chi si trova in condizioni di emergenza, incluse donne che hanno intrapreso percorsi di fuoriuscita da relazioni violente.

Considerato che queste direttive sono applicate a livello europeo, è doveroso fare un confronto con altri Stati membri, per capire come migliorare. Ad esempio, Spagna e Portogallo nominano esplicitamente il contrasto alla violenza di genere nei loro rispettivi piani nazionali.

Nel frattempo il governo ha presentato la strategia per la parità di genere del Dipartimento per le Pari Opportunità che, ricordiamolo, non è un ministero a sé stante ed è pure senza portafoglio.

La strategia parla di stereotipi e violenza ma si concentra sulla violenza economica che, seppur importante, non ricopre lo spettro dei tipi di violenza subita dalle donne. Ancora una volta la soluzione sembra essere l’aumento dell’occupazione femminile. La strategia dovrebbe lavorare in tandem col PNRR ma non è chiaro come, né dove siano i soldi.

Sebbene alcune riforme siano incoraggianti, come l’aumento dei fondi per gli asili nido, è interessante constatare che per il governo la lotta alla violenza di genere non faccia parte del piano di ripresa per il paese.

Nel frattempo aspettiamo fiduciose il piano triennale anti violenza del 2021–2023 (sì lo sappiamo che siamo ad Ottobre 2021!). Questo è un piano del governo che dovrebbe essere la chiave per combattere la violenza contro le donne a 360 gradi. Dopo il piano 2017–2020, la redazione del successore era scaduta in ritardo anche per l’avvicendamento delle responsabili del dipartimento.

E i centri anti violenza (CAV), intanto, stanno aspettando il piano anche per capire che risorse arriveranno con esso.

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Progetto collaborativo che utilizza strumenti digitali per il contrasto alla violenza di genere. http://chaynitalia.org e https://strumenticontrolaviolenza.org/