Ancora una vicenda di “cronaca”

salvo fedele
Chi più sa… meno crede
6 min readDec 24, 2014

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Il rapporto tra “mercato dei latti adattati” e pediatri è davvero solo un fatto di cronaca? Mother Christmas (a tutti) con le parole di Roald Dahl

Qualche giorno fa un gruppo di pediatri italiani è finito agli arresti domiciliari per un uso improprio (almeno secondo l’accusa) del “potere” derivante dalla propria professione.

A dire degli inquirenti questi colleghi traevano vantaggi personali (sotto forma di viaggi sponsorizzati e cose simili) dall’incoraggiare la somministrazione di latti adattati piuttosto che di latte materno a neonati sani. La condanna sui media è stata unanime e la faccenda è stata liquidata come un’ennesima dimostrazione che l’uomo è quello che è, di fronte alla mela non sa dire di no. Sorvolo sul fatto che nessuno ha osato mettere in luce che almeno qualcuno di questi colleghi potrebbe non entrarci per nulla (è noto che il garantismo in Italia funziona solo per sé stessi).
Uno dei più eleganti giornalisti italiani, Gramellini (1), si è spinto oltre fino a leggere nell’avvenimento una chiara dimostrazione della maggiore attitudine del genere maschile alla corruzione (nessuna donna tra gli indagati).
Il problema è allora tutto qua?

Al di là delle eventuali responsabilità penali degli indagati, ci sono dei fatti che questa vicenda di cronaca mette in luce e sui quali serve una riflessione comune?

Il mercato dei latti adattati è un mercato “anomalo” in grado di essere influenzato dai comportamenti dei medici che si occupano della salute del bambino più che dalla bontà del prodotto.

Troppe distorsioni, troppe differenze di prezzo inspiegabili e che risentono di eventi troppo prevedibili (le prescrizioni alla dimissione degli “ospedali amici del bambino”, le preferenze individuali dei pediatri del territorio, etc).

L’allattamento al seno esclusivo è a parole incoraggiato da tutti, ma alcune “mancanze” della classe medica e delle società scientifiche che la rappresentano sono sotto gli occhi di tutti.

Cosa si potrebbe fare allora?
Si potrebbe provare a stilare un breve elenco di punti e aprire un confronto finalizzato al cambiamento.
Chi dovrebbe farsi promotore di questo confronto se non le società scientifiche che rappresentano i pediatri italiani?

Provo a dare una mano con qualche esempio

  1. Non esiste alcuna significativa differenza tra i latti adattati attualmente in commercio, tutti hanno una composizione sovrapponibile e non c’è alcuna ragione di preferirne uno, nel caso (raro) in cui un pediatra ritenga irrimediabilmente compromesso l’allattamento al seno e a rischio la salute del bambino.
  2. Sarebbe utile definire con precisione le caratteristiche cliniche che definiscono “irrimediabilmente compromesso” l’allattamento esclusivo al seno. “Per questo le società scientifiche che rappresentano i pediatri produrranno a breve uno statement condiviso che permetterà di definirne le caratteristiche e i comportamenti da attuare in caso di sospetta ipogalattia materna”
  3. Le rilevanti differenze di costo tra i vari latti adattati in commercio non sono giustificate da reali differenze qualitative ma da ragioni di altra natura. “Sarà imminente responsabilità delle società scientifiche pediatriche diramare chiare indicazioni in questo senso fino a scoraggiare la prescrizione individuale di un “marchio” e incoraggiare, piuttosto, comportamenti basati esclusivamente sulla convenienza del prezzo al consumo”.
  4. Il successo dell’allattamento al seno dipende da vari fattori che risentono fortemente dalle abitudini sociali e da pressioni “culturali” a vari livelli. Tra i più importanti determinanti di questo successo è però la catena di “consigli” e di “valutazioni individuali” che la classe medica responsabile delle cure del bambino fornisce alle neo-mamme. “L’addestramento al counselling delle mamme che allattano verrà introdotto con sessioni brevi in tutti gli eventi formativi pediatrici dell’anno in corso”
  5. Il mercato dei latti adattati attraverso l’indotto di “eventi formativi” che ancora oggi finanzia in Italia (e senza necessità di sconfinare in comportamenti penalmente compromettenti) è certamente un fattore che genera “pressione culturali” sulla classe medica pediatrica e non favorisce la valutazione obiettiva delle necessità alimentari di un bambino. “Anche considerandosi immune da qualsiasi pressione individuale dovrebbe essere considerata eticamente inaccettabile la partecipazione ad eventi formativi finanziati direttamente o indirettamente da produttori di latte adattato”.
  6. Sebbene le responsabilità siano sempre individuali, “accettare le regole di un gioco” che altera in maniera così evidente la “cultura collettiva” è altrettanto colpevole sul piano etico di accettare quelle regole per ottenere benefici individuali. Chiunque abbia visto qualche fotografia degli stand presenti all’ultimo congresso nazionale della SIP (Società Italiana di Pediatria) è in grado di capire di cosa stiamo discutendo.
  7. In assenza però di chiare indicazioni legislative e in presenza di un mercato ECM finalizzato all’acquisizione di tasse redditizie da parte delle nostre agenzie governative, le responsabilità etiche dei singoli medici sono molto difficili da definire sul piano delle responsabilità giudiziarie. Certamente però le responsabilità scientifiche e politiche che sono alla base delle scelte formative attuali e della consequente distorsione della “percezione collettiva” del mercato dei latti adattati (ancor più di quello dei farmaci) sono facilmente individuabili e modificabili.
  8. Non basta finanziare qualche pregevole campagna pubblicitaria (peraltro straordinariamente rara rispetto alla realtà europea) per ribadire l’importanza dell’allattamento esclusivo al seno, bisognerebbe anche saper rinunciare (senza indugi) ad incassare i troppi euro derivanti da eventi formativi “sporchi”. “Si suggerisce di comune accordo di non accreditare alcun evento formativo in cui sia presente sponsorizzazione diretta o indiretta di produttori di latte adattato”.

Sono sicuro che ognuno di questi punti genera sentimenti controversi. Ovviamente è più facile condannare con processi mediatici piuttosto che tentare di confrontarsi a partire da punti anche solo parzialmente condivisi/condivisibili. Nelle società civili però le cose funzionano così. Non bisogna attendere che si muova il magistrato di turno per affrontare problemi che sono sotto gli occhi di tutti.

In realtà la cronaca ci ha consegnato in questi questi giorni tanti casi su cui riflettere. Ne ho parlato in altri post (2) (3), ma forse è ormai possibile trarre una conclusione comune

  1. In tutti i casi è evidente (al di là degli avvenimenti) che ci sia necessità di cambiare qualche cosa. La malattia più grave del nostro paese è forse proprio questa, l’assoluta mancanza di voglia di partire dai fatti per cambiare davvero e migliorare il mondo in cui respiriamo.
  2. In tutti i casi (al di là degli avvenimenti) ognuno trae spunto dalle cronache per “dar forza” alle proprie opinioni. Naturale che sia così.
    La voglia di confrontarsi, di capire e di dar vita ad azioni concrete per cambiare è però poca (e questa è la vera malattia).
  3. L’assenza, tipica del panorama italiano, di voci realmente credibili ed in grado di fornire argomentazioni valide per capire i fatti e correggere i messaggi mediatici dominanti (troppe commistioni tra società scientifiche, associazioni sindacali, federazioni di ordini, agenzie governative e commissioni ECM rendono il sistema sempre di più…
    meno autorevole)
  4. Il finale ampiamente prevedibile: tutto si è risolto/risolverà in una bolla di sapone senza una chiara definizione di responsabilità individuali e/o collettive accrescendo però il clima di sospetto che finirà per rafforzare opinioni e preconcetti già consolidati.

E la Sanità Italiana? E l’onorabilità della nostra professione?
Avrà fatto ancora una volta un passo in giù verso il baratro.

Mother Christmas a tutti con le parole di Roald Dahl (4)

Mother Christmas
di Roald Dahl

“Where art thou, Mother Christmas?
I only wish I knew
Why Father should get all the praise
And no one mentions you.

I’ll bet you buy the presents
And wrap them large and small
While all the time that rotten swine
Pretends he’s done it all.

So Hail To Mother Christmas
Who shoulders all the work!
And down with Father Christmas,
That unmitigated jerk!”

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salvo fedele
Chi più sa… meno crede

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)