Asili nido in Italia

Non è “solo “ una questione sociale

salvo fedele
Chi più sa… meno crede
5 min readMar 18, 2019

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La questione degli asili nido fantasma, e in generale l’assenza di programmi e progetti dedicati allo sviluppo neuroevolutivo nei primi tre anni di vita, interessa poco i media e la politica italiana. Interessa poco anche il mondo scientifico nostrano.

Di prima infanzia ci ricordiamo soltanto in occasione di qualche fatto di cronaca che vede al centro la questione vaccinale. Per il resto disinteresse generale. Le poche voci isolate che hanno cercato di affrontare la questione e di trasformarla in tema scientifico, mediatico e politico di interesse generale sono state in Italia il Laboratorio Salute Materno Infantile del Negri con la sua campagna “quota 100” (in cui si sottolineava l’enorme carenza di queste strutture) (1) e alcune iniziative locali che hanno avuto poca eco tra i media.

Si veda per esempio il tentativo del Centro Salute Bambino Onlus di Trieste di diffondere le politiche di Nurturing Care (2) tra gli operatori che si occupano di primissima infanzia o i progetti della Biblioteca delle Balate di Palermo (3), portati avanti da Donatella Natoli e silenziati dalla curia della città.

La questione (le rare volte in cui è sfiorata dai media) è per lo più interpretata come una delle tante carenze del nostro stato sociale e invece a mio avviso dovrebbe essere letta in altro modo. Un investimento sulla prima infanzia e sui fattori protettivi nello sviluppo neuroevolutivo del bambino è una questione vitale per il futuro della nostra società (4) (si veda anche la nota finale)

Le famiglie (in particolare quelle con meno risorse economiche) sono sempre più isolate. Crescere un figlio è una questione individuale e occasioni partecipate e consapevoli di promozione del neurosviluppo e della cultura del nurturing care (che vede al primo posto le cosiddette interazioni <<retro’>> sono sempre più rare) (5) E gli studi danno evidenze sempre più forti circa la presenza dello stress tossico come elemento costante della vita di molti dei nostri bambini e di effetti sulla salute che vanno ben al di là di quello che pensavamo un tempo, anche a lunghissimi anni di distanza dagli eventi incriminati (6)(7)(8).

Alcuni fenomeni a cui assistiamo impotenti da alcuni anni, come l’utilizzo degli strumenti digitali “per calmare” i bambini fin dalla culla, non possono essere affrontati semplicemente in termini di “pubblicità progresso”. Ma persino questo manca del tutto nel nostro paese. Sembra incredibile in una nazione in cui a partire dagli anni ’70 la cultura delle ludoteche sembrava sempre più affermarsi.

Servono risposte concrete. Servono innanzitutto asili nido tenuti in vita da personale qualificato per diffondere concretamente la cultura dell’interazione che “fa la differenza” nella vita dei bambini. Serve l’impegno concreto di operatori e persone comuni che capiscano la posta in gioco. La politica (come stupirsi?) non capisce che non è una semplice questione di scontro tra ideologie opposte ma molto di più.

Famiglie povere di capacità di interazione con i bambini piccoli si trovano sempre di più in tutti gli strati sociali, non escludendo i più ricchi. La ricchezza ha semmai acuito certe povertà caratteristiche del “caso italiano” degli ultimi anni.

Altrettanto indispensabile sembra l’importanza di far crescere una cultura dell’impegno sociale che possa ruotare attorno a esperienze quali quelle che abbiamo visto realizzarsi intorno alle Balate di Palermo e che in tanti hanno colpevolmente lasciato morire.

Nessuna illusione: tutto questo è davvero difficile in un paese che trasforma qualsiasi impegno in occasione di crescita di servizi spazzatura o in occasioni di crescita delle clientele peggiori.

Chissà un giorno cambieremo davvero e riscopriremo l’importanza di far nascere una comunità intorno al nostro piccolo io. Chissà che un giorno i bambini non ci diano una mano far crescere davvero questo nostro paese.

Su questi temi tornerò in questa bacheca con molte segnalazioni bibliografiche. E se siete arrivati fin qui scusate l’invasione nelle vostre vite, dubito che potrete restare del tutto indifferenti.

(1) http://www.marionegri.it/…/Sa…/quota_100_asili.jpg/_full.jpg

(2) il sito di Nurturing Care è questo (ed è una miniera di informazioni):
https://nurturing-care.org/ Tra i curatori del documento principale dell’organizzazione anche il CSB di Trieste che ne ha curato la traduzione Italiana. Si veda a questa pagina:
http://www.csbonlus.org/materiali-operatori.html

(3) delle Biblioteca Le Balate di Palermo e della fine della sua esperienza ho parlato ripetutamente nel mio blog. Si veda a questo link: https://medium.com/tag/lebalatedipalermo/archive

(4) In realtà non solo per questo. Di una diffusione di questa cultura benificerebbe anche la presa in carico reale di alcune diffuse problematiche neuroevolutive proprie del bambino. Per fare solo un esempio si pensi all’importanza di implementare I programmi di interevento precoce di tutti i casi di sospetto Disturbo dello Spettro Autistico, molti dei quali oggi non hanno nessun punto di riferimento nella società italiana. Laddove sono nati programmi di intervento precoce è cresciuta molto anche la qualità dei servizi e la tipologia di offerta efficace per alcuni disturbi neuroevolutivi ad alta prevalenza.

(5) un alfabetizzazione all’importanza delle “retro activities” è offerta da questo libro curato da un terapista occupazionale americano: “Retro Baby” https://ebooks.aappublications.org/content/retro-baby

(6) ‘The Beginning of Life’, prodotta con il supporto della Fondazione Bernard van Leer, è disponibile gratuitamente su varie piattaforme globali compreso Netflix. Per chi ha poco tempo è possibile prendere visione di alcune “shorts clip” tematiche. Non perdete almeno quelle dedicate allo sviluppo del cervello del bambino in particolare quella dedicata alla stress tossico e quella dedicata al ruolo della comunità nella genesi dei fattori protettivi e della resilienza.
questo il link: https://goo.gl/7C4reA

(7) Un libro che è un ABC fondamentale per capire il significato di stress tossico e di fattori di protezione nel neurosviluppo dei bambini è Thinking Developmentally scritto da due pediatri americani Garner & Saul
https://goo.gl/dwPJCB Lo considero una lettura indispensabile per un pediatra di oggi.

(8) Per chi preferisce avvicinarsi a questi temi con una lettura che è quasi un romanzo (solo apparentemente un saggio) consiglio invece l’insuperabile testo della pediatra americana Nadine Burke: The deepest well (Burke è autrice anche di interessantissime TED conference sull’argomento).
https://goo.gl/yPp8Ca

Nota finali
(*) Un commento “personale” di Sergio Cattani nella mia bacheca facebook mi ha fatto notare come nel post la questione sociale sia messa un po’ troppo in ombra. Mi sono accorto così di una carenza imperdonabile tra le fonti bibliografiche che ho citato. Per capirne meglio le conessioni che ho cercato di sviluppare nel post è essenzaile la lettura del capitolo 4 (Equità sin dall’inizio) del libro di Marmot “La salute diseguale” pubblicato in Italia dal Pensiero Scientifico. Effettivamente il ragionamento di Marmot è il background principale di tutto il post. Lo avevo così introiettato da dimenticare tra le segnalazioni questa lettura essenziale.

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salvo fedele
Chi più sa… meno crede

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)