L’amara verità dell’emergenza morbillo

Il primo di una serie di post dedicati all’analisi della mortalità nell’emergenza morbillo in Italia che avranno per protagonista il “coccodrillo”

salvo fedele
Chi più sa… meno crede
3 min readApr 25, 2017

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Sapete tutti cos’è un coccodrillo?
Non quello, il coccodrillo giornalistico: uno speciale articolo conservato nel cassetto che parla di un morto che ancora non c’è. Qualcuno ha sempre un coccodrillo nel cassetto pronto per l’evento annunziato (inevitabile). Adesso potete leggere il primo dei post di questa serie che avrà per protagonista il coccodrillo.
Le lacrime di coccodrillo, André François, Delpire 1956

Ieri (ndr: 24/4/17) in un’interazione con Roberta Villa su facebook ho avuto una specie di folgorazione. Era da un sacco di tempo che cercavo di capire come si fa a distinguere una “emergenza mediatica” da una “emergenza vera” e finalmente ho capito.

Era semplice, era proprio davanti gli occhi e non capivo. Che scemo! Vi ricordate vero? In fondo sono passate solo poche settimane. Prima c’è stato il meningococco e gli esperti del ministero sono intervenuti con forza per spiegarci che quella no, non era una emergenza, ma una “emergenza mediatica” e poi è arrivato il morbillo (in era ante-report) e tutti in campo a spiegarci che quella sì era un’emergenza, un’emergenza vera (slogan davvero riuscito per via dell’evidente richiamo all’amaro Montenegro).

Ecco, mi sono detto: santo cielo è difficile capire le differenze! Bisogna avere i titoli giusti per farlo. Almeno un alto H-index per dirla con le parole di Catone il censore (di Grillo), l’ottimo e lungimirante Guido Silvestri.
Ecco per questo ci sono tutti questi esperti che ci spiegano le cose, tutti quei like per i loro post e le condivisioni di massa che non si vedevano dal tempo dei mondiali.

E ieri invece la folgorazione.
Era semplice, porca miseria!
Mi ha aiutato (non poteva essere diversamente) un esperto.
Un esperto di quello che dice sempre: “muoviamoci il culo prima che ci scappi il morto”

Ecco quella frase lì l’avevo notata ma non gli avevo dato il giusto peso.
E invece era lì la chiave per capire. Che stupido!
Ecco la differenza: porca miseria, la mortalità!

La mortalità associata a un fenomeno e/o un problema serve a definire meglio l’entità di una emergenza. Il dolore toracico è un emergenza perché senza misure attive immediate è associata a una elevata mortalità.
Un terremoto è una emergenza perché senza l’attivazione immediata della macchina dei soccorsi la mortalità può essere ancora più elevata dell’atteso.
Sappiamo tutti poi che la gestione dell’emergenza terremoto ha misure molto diverse in Giappone o in Italia, ma quello è un altro discorso (ovviamente, ovviamente solo per la gente comune e non per gli esperti)

Per definire un’emergenza infatti gli esperti servono. Eccome!

Gli esperti ci hanno spiegato infatti perché “l’emergenza mediatica” da meningococco non era una vera emergenza, ci hanno “guidato” a leggere con occhi “critici” i “pochi casi” di morte da meningococco e perché questi morti non la rendevano tale. E poi ci hanno spiegato come leggere con occhi critici questa “emergenza montenegro”.

Quella faceva…, ma era una “emergenza mediatica”.
Questa santo cielo non fa morti, ma è una “emergenza vera”.
Le emergenze “mediatiche” fanno qualche morto, mentre quelle “montenegro” sono quelle in cui “muoviamoci il culo perché se no ci scappa il morto”. Quelle “mediatiche” fanno pochi morti che non meritano il coccodrillo degli esperti, quelle “vere” vedono l’esperto muoversi il culo e scrivere il coccodrillo prima ancora che ci scappi il morto. Ma quella è un’altra storia e presto ve la racconto. (ndr: si veda il prossimo post di questa serie “coccodrillo”)

Lo so è rischioso scrivere queste cose e apriti cielo appena ci scapperà davvero il morto. Ma chiedetevi una cosa in cuor vostro: ho più pietà io di quel povero cristo o questa massa di… esperti che fanno il tifo ogni giorno perché ci scappi il morto davvero per dimostrare “finalmente” la bontà delle loro tesi? Quel giorno che potrebbe venire (purtroppo) qualcuno si chiederà perché hanno tanta pietà cristiana che non ce la fanno a vivere senza piangere il morto che non c’è (ancora)?

C’è un bel libro che narra di un personaggio fantastico che di mestiere fa l’estensore di coccodrilli. Un tipo sfortunato perché i suoi coccodrilli non verranno mai alla luce. Non per quel motivo lì (tranquilli) solo perché prima scoprirà la bellezza di una vita dignitosa (free da…, una specie di No-grazie ante litteram!)

Buon 25 Aprile a tutti. Oggi è la Festa della Liberazione
Rendiamola Expert-Free.

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salvo fedele
Chi più sa… meno crede

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)