Las brujas de Zugarramurdi

ovvero della eterna lotta dei sessi

Lino
Cinema e dintorni

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Chi conosce il cinema di Alex de la Iglesia sa che il regista ama registri forti, non disdegna provocazioni e gioca soventemente con eccessi.
Avvicinarsi ad un suo film significa in primis mettersi nell'ordine del gioco, della provocazione, del divertimento oltre la comune morale.

"La brujas de Zugarramurdi" è tutto questo. Un film dissacrante, assurdo, provocatorio, eccessivo ma sempre con quel tocco di lieve ironia che permette di stemperare le tinte più cupe e le situazioni più grottesche.

Riprendendo un tema classico della cinematografia, e già presente in "Crimen Perfecto", il conflitto perenne ed eterno tra i due sessi, il regista spagnolo mette su una commedia dell'assurdo che parte da un avvincente action movie per proseguire in un horror senza mai abbandonare il gusto della battuta arguta, del riferimento attuale, della frecciata alla cronaca contemporanea.

Un furto di fedi da un banco dei pegni a Puerta del Sol a Madrid, da parte di un uomo travestito da Gesù Cristo, uno soldatino giocattolo, Spongebob, Minnie ed un bambino, si trasforma in una fuga verso il confine franco-spagnolo, fino ad imbattersi in un paese famoso per oscure leggende...

Si potrebbe dire che, partendo da una leggenda nota in Spagna (Zugarramurdi è un paesino della Navarra famoso per il mito dello streghe), il film si diverte a giocare con i rapporti tra uomo e donna, tenendo ben presente le variabilità quotidiane e rimescolandole tra luoghi comuni e guizzi di ingegno.
Per raggiungere questo scopo vengono in aiuto attori formidabili (tra cui la solita, grande Carmen Maura) con dialoghi puntuali e non banali, che, se a volte possono sembrare estremamente machisti o femministi, in realtà, considerati nell'insieme, compongono un perfetto "yin e yang", raggiungendo quell'equilibrio che potrebbe, a sguardo disattento, mancare.

Naturalmente tutto viene condito con la solita, irriverente, visionarietà, che, specie nella seconda parte, si rende molto citazionistica, richiamando alla memoria una serie di film che fanno riferimento alla tradizione classica horror, e forse troppo concitata con il rischio, verso la fine, di perdere quell'equilibrio stilistico e narrativo perfettamente tenuto per tutto il film. Rischio scampato grazie ad un finale perfetto che rimette al proprio posto tutti i tasselli di questo complesso quadro di rapporti umani, restituendo allo spettatore la giusta chiave di lettura.

Attualmente del film, candidato a 10 premi Goya, non è prevista la distribuzione in Italia (pur essendo stato acclamato all'ultima Festa del Cinema di Roma) e può essere visto solo in lingua originale (al massimo aiutati da sottotitoli in inglese), ma di sicuro merita il piccolo impegno aggiuntivo per la comprensione linguistica.

http://www.youtube.com/watch?v=kM0vhjJYUn8

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Lino
Cinema e dintorni

Medico, appassionato di Cinema d'Autore, Musica e Politica (lettere maiuscole d'obbligo)...