Quindi vuoi cambiare la democrazia

ErikaMarconato
CivicHackingIT
13 min readFeb 20, 2018

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Questa è la traduzione di So you want to reform democracy di Joshua Tauberer, creatore di GovTrack.us. Il pezzo originale è stato pubblicato il 23 novembre 2015, ma è stato aggiornato nel corso degli anni.

La lettura è lunga, ma ne vale la pena (e alla fine trovi un riassunto dell’autore, sotto forma di elenco puntato).

L’autore del graffito è un artista inglese e, ovviamente, ti consiglio di curiosare nel suo sito My dog sighs.

Ciao! Probabilmente mi hai appena scritto una mail di questo tipo:

Se esistesse uno strumento utile, semplice, avvincente, che fa la quadra tra le opinioni delle persone e le azioni dei nostri rappresentanti, sarebbe sicuramente un successo!

Oppure

La app permetterà a chiunque abbia uno smartphone — o un tablet o una connessione internet — di vedere le proposte di legge locali, regionali e statali. Potremmo votare queste proposte dopo averne letto un riassunto. Questo permetterebbe 1) ai cittadini di diventare più coinvolti e consapevoli e 2) darebbe ai nostri rappresentanti un’idea molto chiara delle opinioni degli elettori.

Queste sono solo un paio di mail che mi sono arrivate ultimamente. Quindi, non sei la prima persona che mi scrive e vuole:

  • convincere le persone che la politica è interessante — perché lo è davvero;
  • verificare l’operato dei politici rispetto a ciò che chiede l’opinione pubblica;
  • costruire un social network per politici/cose pubbliche/cittadini;
  • permettere agli americani di redigere, o commentare, o votare in modo diretto le leggi proposte al Congresso.

Il fatto che tu abbia la tua idea è fantastico. Sono entusiasta di sapere che vuoi rendere migliore il tuo governo facendo qualcosa di concreto.

Ma il tuo approccio è completamente sbagliato!

Se mi hai scritto una mail, probabilmente, hai visto che sto lavorando su questa cosa da un po’. Hai ragione! Ci sto lavorando da quasi quindici anni, quindi un paio di cose le so.

(Nel caso tu abbia trovato in modo autonomo questo blogpost, ad esempio non te l’ho inviato come risposta dopo una tua mail, benvenuto/a. Spero che il blogpost ti sia utile, ma ricorda che non è stato scritto per te, quindi non mi interessa sapere perché, secondo te, non vale per quello che mi hai proposto.)

Sappi, che se ci fosse un’idea in grado di “aggiustare” la democrazia, sarebbe già stata sviluppata.

Decine di migliaia di persone lavorano costantemente ai problemi legati alla gestione e al governo della società. Si va dall’accesso alle informazioni (la mia area di competenza), alla registrazione degli elettori, ai conflitti d’interesse, alle lobby, alle organizzazioni, al conteggio dei voti, alle riforme costituzionali, alle riforme delle campagne elettorali, alle riforme del sistema di giustizia, fino alle indagini sulla corruzione, il gerrymandering e molto altro ancora. Fondazioni e finanziatori vari hanno speso centinaia di migliaia di dollari per migliorare il governo e le politiche, tra questi fondi decine di milioni sono stati dedicati alle sole soluzione tecnologiche.

Eccoti, proprio ora:

“Siamo in difficoltà con questa cosa da anni” “Basta! Risolverò tutto con un algoritmo” Sei mesi dopo: “Questo è proprio un problema difficile…” “Ma và?” https://xkcd.com/1831/

Non sei la prima persona a pensare che il governo sarebbe migliore con un po’ di tecnologia.

Se ti chiedi perché la tua idea non è ancora stata sviluppata, la risposta è semplice: la tua idea non ha funzionato le migliaia di altre volte in cui qualcuno ci ha provato (questo qualcuno potrei perfino essere io: controlla tra i miei fallimenti).

GovTrack non era una genialata all’inizio?

Quando cominciai a lavorare a GovTrack, pensavo di costruire uno strumento per valutare l’operato dei governanti. Se gli americani avessero avuto più informazioni, mi dicevo, avrebbero potuto combattere i fallimenti nel governo attraverso un voto più efficiente durante le elezioni.

Come mi sbagliavo!

Che io sappia, GovTrack non ha mai influenzato alcun processo elettivo. Non ha mai portato alla luce uno scandalo. O portato al licenziamento di qualcuno. O dimostrato l’inadeguatezza del processo legislativo.

Il che va benissimo, perché ci sono molte altre ragioni per cui GovTrack è importante: fa capire come funziona il Congresso e rende il processo legislativo più reale e accessibile, solo per dirne un paio. [Dopo un anno: GovTrack è stato una fonte per i giornalisti e ha permesso di spostare un po’ l’asticella della politica verso la verità].

Tornando alla tua idea. Probabilmente, si può riassumere in uno o più dei seguenti punti:

Facciamo sapere ai nostri rappresentanti cosa pensano gli elettori, dopodiché DOVRANNO tenerne conto!

I Membri del Congresso non voglio necessariamente sapere cosa pensano gli elettori. Quando vogliono scoprirlo, non hanno nessun problema:

ricevono già moltissimi riscontri dai loro elettori. La gente scrive al proprio rappresentante o al proprio senatore e, ogni ufficio, riceve così tanta posta — centinaia di messaggi in un giorno tranquillo— da non riuscire a leggerli tutti. Non c’è carenza di persone che esprimano ai politici la propria idea!

Inoltre, i membri del Congresso fanno dei sondaggi quando vogliono conoscere l’opinione dell’elettorato. Qualsiasi cosa vogliano sapere, i politici possono arrivare a saperla, se vogliono.

Nessuno, però, partecipa volentieri ai sondaggi. Se il tuo obbiettivo è intervistare così tante persone da sapere cosa vogliono gli americani, non ci arriverai mai. Solo una piccola porzione della cittadinanza è disponibile a partecipare ad un sondaggio, il che provoca risultati falsati fin dal principio. A meno che tu non abbia un dottorato in Statistica ed esperienza con i sondaggi, non risolverai mai questo problema. Ci stanno già lavorando.

Chiunque dovrebbe poter votare sui problemi in ballo prima del Congresso — Facciamo decidere alla gente!

Al Congresso si vota su più di 1.000 volte in un anno. Spulcia la lista e cerca di farti un’opinione su come voteresti in ognuna delle votazioni. Cosa pensi della Wicker Motion to Instruct Conferees (la mozione di Wicker per la partecipazione alle conferenze)? Oppure cosa ne dici della mozione per approvare la rivista accademica? O il Defending Public Safety Employees’ Retirement Act (legge per la difesa delle pensioni degli impiegati della sicurezza pubblica)? (Ti avverto: questa legge non ha a che fare con le pensioni degli impiegati della sicurezza pubblica!)

Se davvero pensi che sia quello che la gente deve fare, fai prima un prova e vedi fino a dove riesci ad arrivare.

Il mondo è complicato ed eleggiamo i nostri rappresentanti per una buona ragione: loro decidono, in modo che noi possiamo evitare di leggere proposte di legge di 2.000 pagine. In più, il mondo è DAVVERO complicato. Quale pensi dovrebbe essere il dividendo dei membri della Federal Reserve Bank destinato alle Reserve Bank locali? Questo è un problema concreto, piuttosto serio, che il Congresso ha affrontato e, ci scommetto, tu non hai la più vaga idea di cosa significhi la frase che hai appena letto. Ora preparati ad altri 999 voti come questo.

Le persone sono ragionevolmente ignoranti. Vogliamo vivere la nostra vita. Se chiunque dovesse partecipare ad ogni votazione, non avremmo più tempo per vivere. La gente non vuole una democrazia diretta.

Dovremmo delegare il nostro voto a qualcun altro.

Hai appena inventato la democrazia rappresentativa! Congratulazioni!

Deleghiamo già, una volta ogni due anni. Innanzitutto, al partito politico che decide i candidati. Dopodiché, la delega per le decisioni di governo passa ai rappresentanti eletti. A questo punto, anche i nostri rappresentanti spesso delegano il loro, di voto — facendosi dare istruzioni dai capi del partito su come votare (raramente decidono in base alle proprie opinioni) — e, alla fine, quando una legge diventa operativa (se e solo se viene approvata dal Presidente e non finisce impantanata alla Corte Suprema — altra delega!), delegano nuovamente i dettagli dello sviluppo delle policy alle agenzie governative che ne decidono la regolamentazione. C’è già fin troppa delega!

Come farà il tuo sistema di delega ad affrontare le stesse sfide che già affronta questo sistema di delega? Ad esempio: selezionare i candidati è difficile. Hai partecipato alle primarie locali per il tuo ufficiale dell’autorità per l’acqua? Come hai scelto per quale candidato votare? Comincia con i problemi che noti nel sistema di delega esistente. Dire che, semplicemente, abbiamo bisogno di delegare i nostri voti è una semplificazione che dimentica di come già lo stiamo facendo — e questo è il perché ora siamo dove siamo.

Facciamo un social network per i politici/cittadini!

Google ha un social network, Google Plus. Non lo usa nessuno. Se Google non riesce a costruire un social network efficace, come pensi di farlo tu?

A questo proposito, non è che le persone si alzano al mattino esclamando nella propria testa “spero proprio di fare qualcosa di civico oggi!”: la maggior parte delle persone ha altre cose a cui pensare. Se va bene, qualcuno potrebbe svegliarsi e pensare: “è davvero orribile che [inserisci il tuo problema preferito] esista, forse potrei fare qualcosa [a riguardo]!”. È quello che hai fatto anche tu oggi. Ci sono moltissime opportunità di fare volontariato in ambito civico che avresti potuto cogliere oggi, se solo avessi voluto farlo, invece mi hai mandato una mail riguardo… Beh, questa è una risposta generica, quindi non lo so, quello!

Tutti abbiamo qualcosa che ci sta a cuore. Le persone non vogliono essere “civiche”, in maniera generica: cercano qualcosa di molto specifico, che è importante per loro.

In ultima analisi, devi affrontare un problema reale con cui le persone si confrontano nelle loro vite. I cucchiai affrontano il problema di trasportare un liquido dalla ciotola alla bocca, senza perderne troppo. Com’è la tua idea paragonata ai cucchiai? Qual è quella cosa che alcune persone vogliono fare ora e tu puoi rendere meno faticosa? (Non ti è possibile creare nulla con la tua idea. Tutto si può creare, con il denaro. Puoi solo rendere le cose migliori rispetto allo status quo).

Va bene, ma quindi?

Fino a che non hai lavorato 5–10 anni con la Pubblica Amministrazione o come attivista, non puoi vedere cosa ha bisogno di essere cambiato.

Non puoi aggiustare una macchina rotta fino a che non la studi e capisci come funziona. Il Governo non è qualcosa che puoi intuire. Non funziona come ti è stato insegnato alle scuole medie. Neanche lontanamente.

Perché?

Le persone capiscono il mondo attraverso l’apprendimento di alcuni principi: le cose cadono verso il basso (non verso l’alto), un sorriso significa che qualcuno è felice, il denaro è potere, il lardo non fa bene alla salute. Lo facciamo perché le leggi dell’universo sono troppo complicate per noi, ma le semplificazioni, a volte, ci fanno sbagliare. Un sorriso può indicare contentezza, ma se non ci presti attenzione potresti non notarlo, giusto? Il lardo potrebbe essere più sano delle alternative, come gli olii degli Anni Novanta pieni di grassi trans.

Siamo portati ad agire così anche nella società civile, con principi come: i voti di maggioranza sono giusti, l’auto-determinazione rende le persone felici, la trasparenza smaschera la corruzione. Sfortunatamente, anche queste sono semplificazioni e, così come quelle già citate, ci portano fuori strada, se non facciamo attenzione: il voto della maggioranza permette leggi di massa, l’auto-determinazione non crea risultati equi e la corruzione si muove nell’ombra, nonostante i fari che si possono puntarle contro.

Queste semplificazioni per comprendere l’atto di governo e le nostre vite civiche sono piuttosto nocive. Fatemi dimostrare quanto. Far partire qualcuna delle cose di cui ho parlato — aumentare la trasparenza o rendere il governo partecipativo — ha, spesso, l’effetto opposto di quello che la nostra intuizione ci dice, oppure può, addirittura, avere degli effetti negativi per qualcuno a cui vogliamo bene, perché le risoluzioni non si applicano senza contesto. Infatti, sono parte di una dinamica sociale estremamente complessa, di cui tu e io possiamo vedere solo una piccola parte. Si muove qualcosa da una parte e qualcos’altro, di cui non avresti saputo nulla fino allla prossima decade, si sposta, ma il risultato potrebbe essere che tutti stanno peggio, fin da ora. Le semplificazioni sono fantastiche come idee, sicuramente da una prospettiva morale, ma non sono delle buone linee guida per ottenere buoni risultati. Abbandona le semplificazioni studiando il sistema che vuoi cambiare, studialo per anni, se non per decenni.

[La sezione qui sopra è stata aggiunta nel giugno 2017]

Da dove partire

Se vuoi essere efficace, comincia con il trovare un lavoro per qualcuno che fa qualcosa in questo campo che rispetti. Dopodichè, fa passare qualche anno e verifica se la tua idea sta ancora in piedi. Potresti decidere che il modo più efficiente, per te, è lavorare per il Governo. Oppure chiedi a chi sta già lavorando a questi problemi cosa loro si augurerebbero venisse sviluppato e lavoraci.

Se la tua idea è di cambiare il modo in cui vengono promulgate le leggi, specializzati in quel campo. Studia il processo da vicino facendoti assumere nell’ufficio amministrativo di una ONG. Non cominciare a sviluppare la tua idea fino a che non sai da dove arriva il potere dei lobbisti (non dal denaro, se pensi che il loro potere derivi dal denaro, non sei pronto a lavorare a questo problema).

Gli individui non hanno potere, i gruppi sì.

Se democratizzare le decisioni politiche significasse dare potere ai singoli per prendere decisioni, sarebbe un’idea senza senso. Siamo una nazione di circa 300 milioni di persone. Lo 0.000003% della popolazione — ossia una persona — che agisce per contro proprio, non cambia il modo di fare politica — e nemmeno vorremmo che fosse così!

Il potere deriva da gruppi organizzati. Se vuoi che le persone abbiano un peso, devi aiutarle a entrare in contatto con altri e insegnare loro come lavorare efficacemente insieme. Ed è dura.

Non è un problema tecnologico. Non è qualcosa che si risolve con un sito web figo. Costruire il potere è una sfida sociale, civica e istituzionale.

Il potere è a somma zero. Se vuoi che un particolare gruppo ne abbia di più, lo devi togliere a qualcun altro. Sono due lati della stessa moneta. Le persone a cui vuoi togliere potere, se lo lasceranno sfuggire? Come reagiranno alla tua idea? Quelle persone devono essere parte del tuo processo decisionale, quanto le persone che vuoi abilitare.

Fai attenzione a chi abiliti

Se stai cercando di usare la tecnologia per aiutare le persone ad essere più potenti, ricorda che spesso la tecnologia esclude i segmenti deboli delle nostre società, coloro che sono già nella situazione di avere meno potere e coloro i quali avrebbero più bisogno di aiuto.
La tecnologia è disponibile solo per chi se la può permettere (e ha il tempo di usarla). Se le persone a cui ti rivolgi sono come te, la tua idea potrebbe molto tranquillamente esacerbare problemi per persone meno ricche di te.

Chi stai cercando di aiutare? Ci sono problemi concreti al mondo. Le minoranze vengono uccise per aver scelto i vestiti sbagliati. I poveri trascorrono ore infinite a compilare moduli per i programmi di assistenza. I costi per le cure mediche mettono continuamente sul lastrico persone che sono semplicemente state sfortunate. Questi americani sarebbero felici di avere il privilegio del tempo per discutere le politiche nazionali. Hai riflettuto se il problema che stai cercando di risolvere è quello giusto?

Ma… Non tentare di risolvere problemi che non hai avuto senza avere a che fare con persone che qui problemi ce li hanno davvero. Ogni tanto qualche riccone se ne esce con un’app per i senzatetto: non fare quell’errore, qualsiasi sia il campo di cui ti occupi.

Ci sono un sacco di problemi civici concreti che necessitano del tuo aiuto, perché non lavorare su quelli?

L’errore più comune che si fa è pensare che sia Il Governo ad aver bisogno di essere aggiustato, ma non esiste Il Governo. Le nostre vite civiche sono governate da una rete di decine di migliaia di sistemi diversi, che si sono evoluti attraverso decadi — o secoli — per essere quello che sono oggi.

Ognuna di queste componenti della nostra vita civica — dalle elezioni, alla associazioni di volontariato che si occupano dei bisognosi —, ognuna ha bisogno di persone che abbiano voglia di aiutare. Fa volontariato in una banca del cibo o in una biblioteca per aiutare i tuoi vicini a trovare le risorse di cui hanno bisogno. Unisciti ad una protesta di persone i cui diritti sono calpestati.

Le tue “intuizioni” su come aggiustare il Governo esistono perché tu hai il lusso di poterle inventare. Nel frattempo, povertà e discriminazione crescono.

Vai dove ci sono i problemi noti. Non inventarne di nuovi. E se non segui la tradizione della Zedaqah — dare in beneficenza una parte dei tuoi guadagni, abbastanza da fartelo percepire come un sacrificio (o qualsiasi sacrificio abbia senso per te) — , hai bisogno di chiederti se stai cercando di rendere il mondo migliore o solo di sentirti meglio.

[La sezione precedente è stata aggiunta nel dicembre del 2016]

Prima di tutto, diventa un esperto, poi trova il tuo contributo unico per il mondo.

Il mondo è incredibilmente complicato. Non lo farai avanzare se affronti le cose da generalista, sperando di aggiustare i processi di governo.

Ognuno, con sè, porta una prospettiva unica sul mondo. Qual è la tua? Non si tratta delle tue idee intelligenti. Si tratta delle tue passioni, le tue competenze e le tue esperienze passate.

Applica la tua prospettiva unica ai problemi che vedi. Dovresti avanzare nella vita in una modalità che urli “tu!”. Il problema che decidi di affrontare dovrebbe urlare “tu!”. Il modo che scegli per risolverlo, dovrebbe urlare “tu!”. Questo significa limare le tue capacità e concentrarti su un problema specifico, abbastanza unico da essere importante per te. Perché? Le tue esperienze, passioni particolari e capacità sono risorse: usale!

Utilizza la tua unicità per diventare un esperto. Diventa la persona di riferimento per un apetto oscuro dell’atto di governo. Impara tutto quello che c’è da sapere sull’argomento. Dopodiché, guida il cambiamento per migliorare quell’aspetto.

La tua idea non ha nessun valore. Dipende tutto dall’esecuzione.

Nessuna delle idee che puoi partorire oggi si rivelerà giusta. Il mondo non funziona così.

Le idee di successo sono punti di arrivo, non di partenza. Non ha nessuna importanza quale sia la tua idea, se sei disposto a farti guidare dall’esperienza.

Fa qualcosa. Fallo velocemente e in modo economico. Poi valuta se funziona. Ottieni una convalida. Poi, però, abbi l’umiltà di ammettere che alcune delle cose che hai fatto, hanno funzionato meglio di altre. Ripeti ed espandi quello che funziona. Continua a farlo per il resto della tua vita.

Tl;dr: (Troppo lungo, non l’ho letto)

  • Se hai intenzione di aggiustare la democrazia, non ti posso aiutare. Il tuo ego è troppo grande.
  • Concentra i tuoi sforzi. Il mondo è incredibilmente complicato. Scegli un problema piccolo. Si rivelerà essere un problema grande mascherato.
  • Assicurati di risolvere un problema che affligge persone vere, preferibilmente persone con meno potere di te. I problemi concreti sono lì fuori e potresti doverti allontanare dal computer per risolverli.
  • L’atto di governo riguarda il potere. Il potere è una cosa sociale, non tecnologica. I siti web non conferiscono magicamente il potere alle persone. La tua storia deve riguardare anche coloro a cui stai togliendo il potere.
  • Trova un problema a cui puoi contribuire in modo unico, in base alle tue esperienze di vita. Diventa un esperto su quello. Trovati un lavoro vero che ti permetta di diventare il suddetto esperto. Dopodiché, guida il cambiamento che migliorerà le cose.
  • Trova l’umiltà per ammettere che la tua idea potrebbe fare schifo e dimostra che sei disposto a farti guidare dell’esperienza.

Nessuna delle idee che ho espresso è originale e sono grato ad amici e colleghi che, con rispetto, mi hanno aiutato a focalizzare il problema del potere. In particolare, Bill Hunt, Laurenellen McCann e Martha Poon, ma anche molti altri.

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Riflessioni in italiano sul civic hacking, l’openness, gli Open Data, i prototipi, il rapporto tra amministrazioni e cittadini (e viceversa). Dal 2017, questo blog e la newsletter sono curati da Erika Marconato e Matteo Brunati, altro su civichacking.it.

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#CivicHackingIT e #scrivo. Leggo molto, a volte troppo. Sto cercando di capire il legame tra #opensource e cultura. Di #opendata parlo su @spaghetti_folks.