Il campo da basket su cui si gioca il rilancio di Corso Taranto

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3 min readJul 2, 2018
Il campetto da basket di Corso Taranto

In un pomeriggio di inizio estate il via vai di ragazzi che costeggiano il campetto da basket di Corso Taranto, o che vi entrano per fare qualche tiro a canestro, testimonia quanto uno spazio pubblico attrezzato possa diventare spontaneamente un elemento centrale di una comunità, di un quartiere.
Non è così comune in questo angolo di città, nel cuore della sesta Circoscrizione ovvero una delle circoscrizioni più ampie, popolari e multietniche di Torino, trovare spazi pubblici dedicati all’attività sportiva ma qui in zona Regio Parco-Rebaudengo come in altre periferie torinesi tali luoghi sono diventati nel corso degli anni un punto di incontro tra vecchi e nuovi residenti. In particolare tra i più giovani, che su questo campo soprattutto in estate si sfidano in tornei lunghi giornate intere, che spesso rappresentano anche momenti di passaggio generazionale e di incontro con realtà diverse. Non soltanto ragazzi di seconda e terza generazione, ma anche altri appassionati di basket di strada da tutta la città, che si punta ad attirare a Barriera con la risistemazione del campetto da basket inserita nel Patto di collaborazione proposto dall’associazione sportiva Unicorno Style.

Assidui frequentatori del campo fin da adolescenti, gli studenti universitari Amin e Andrea sono due tra i ragazzi che stanno contribuendo ad animare una piccola comunità di una trentina di appassionati di street basket, coinvolti nell’opera di risistemazione degli spazi, degradati nel corso degli anni, che sono al centro del Patto entrato in fase di co-progettazione.

La sostituzione dei canestri, la riverniciatura del campo, la sistemazione delle reti e l’eventuale installazione di luci per giocare partite in notturna sono piccoli interventi di manutenzione che miglioreranno la fruibilità dell’impianto e favoriranno l’impegno collettivo di ragazzi di diverse fasce d’età, coinvolti nella cura di un bene comune attorno a cui può rinascere un intero pezzo di quartiere. Una volta rimesso a nuovo, il campetto da basket rafforzerà la sua natura di presidio permanente di socialità e contribuirà a intercettare altri bisogni di partecipazione e connessione tra realtà diverse della zona.
Ma l’obiettivo è più alto. Il rifacimento della struttura è solo il primo passo verso la trasformazione di questo campetto, dotato delle misure regolamentari per ospitare tornei di street basket, in attrazione per sportivi e appassionati di street art e sport di strada, con la possibile realizzazione di opere sulla superficie che lo avvicinerebbero a realtà internazionali come il campo di Rue Duperrè a Parigi, al centro di un’azione di restyling che ha attirato turisti e appassionati in un angolo fino a quel momento poco conosciuto del quartiere parigino di Pigalle.

“La nostra volontà è quella di coinvolgere i ragazzi che si avvicinano alle nostre attività anche in azioni di manodopera e coinvolgere artisti che potranno rendere il campo qualcosa di unico in città” spiega Andrea, che sta dialogando con grafici e street artist per progettare un’opera che potrebbe rendere il campetto un attrattore di rigenerazione urbana per l’intero quartiere.

Tutte le azioni contenute nel Patto di collaborazione puntano a rafforzare la ownership collettiva di uno spazio diventato nel tempo presidio di socialità per famiglie e ragazzi. L’obiettivo è far sì che queste azioni diventino il punto di partenza per interventi che coinvolgono anche altre fasce di residenti, come gli anziani del quartiere, e promuovano attività e legami intergenerazionali.

L’azione di recupero si svolge in questo caso su spazi che si caratterizzano per la loro particolarità, come il campo da basket: un elemento che influenza necessariamente il tipo di relazione che si instaura fra le persone.

“Il rapporto che si instaura tra i ragazzi che giocano al campetto è diverso rispetto a quello che può nascere in qualunque altro posto dove si pratica sport, come un campo da calcio — dice Amin — Qui entri, fai la squadra e giochi. E se vinci il campo rimane tuo”.

La partita stavolta non riguarda solo i ragazzi ma l’intero quartiere, con un’azione condivisa di riappropriazione di uno dei tanti luoghi da cui Co-City sta ripartendo per migliorare gli spazi pubblici e favorire una nuova coesione sociale fra gli abitanti.

(Autore: Simone d’Antonio)

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