Coccodrilli dal cilindro
racconto 29

Mai innamorarsi di una mucca

Un racconto di Nicolas Lozito
Illustrazione di Carolina Grosa

Mai innamorarsi di una mucca, diceva mio nonno, che faceva il macellaio e di mucche ne vedeva ogni giorno. Prima vive e poi bam, pistola pneumatica sulle meningi e via, bistecche e filetti. Lo ripeteva per convincersi a non spendere troppo quando le comprava.
«Ma vede quella macchia, la carne lì non va bene, è da buttare» diceva agli allevatori della valle, offrendo meno di quanto concordato.
Poi una sera morì. Non la mucca, non l’allevatore, ma mio nonno. Una macchia, la carne lì non va bene, nemmeno lì né lì; in vent’anni di malattia, un corpo da buttare.
Mia nonna, quella notte, pianse, disperata e libera, soffocando tra le lenzuola un grumo di «Edi, Edi», il nome con cui chiamava il marito, anche quando lui non la riconosceva più. Lo chiamò per giorni fino a che le ceneri furono sistemate sopra uno stereo nel salotto, dove lei ora si appisola la sera di fronte ai programmi televisivi.

«Edi, ciao. Come stai?».
Sto bene, oggi bene.
«Non hai mal di testa, vero?».
No, Tilly, non ho mal di testa.
«Senti, ma come è andata la giornata?».
Bene, è arrivato un gran ordine dalla caserma di Pontebba.
«Lo porti con il Bedford?».
Credo di sì.
«Cos’altro è successo? Hai novità dalla signora Chiappara?».
È tornata, mi ha detto che ha risolto con il figlio.
«Ah menomale, bravo Edi, menomale che ci sei tu».

Si addormenta a questo punto mia nonna. Inizia a russare forte, più forte del volume delle pubblicità. Quando si risveglia, si spaventa sempre.

«Edi, sei ancora qui?».
Sempre, Tilly.
«Ti ricordi quando siamo andati a Genova?».
In viaggio di nozze.
«Sì, Verona, Milano e Sanremo. Ma non avevamo soldi per far benzina alla Giulietta e ci siamo fermati a Genova».
Abbiamo dovuto chiamare mio fratello, che ha parlato con il sindaco, che aveva uno zio di quelle parti.
«I soldi sono arrivati tre giorni dopo e non bastavano nemmeno a pagare l’albergo».
Abbiamo dovuto lasciare un pagherò.
«E quella volta a Cortina?».
Quando pattinavo?
«Sì, e io stavo sugli spalti. Sai che una signora mi è venuta vicino e mi ha detto: “guardi, quell’uomo sembra un angelo”».
Secondo me indicava qualcun altro.
«Ma no, proprio te. E poi mi hai portato a cena al Pontejel».
E tu hai rotto il tacco della scarpa.
«Per le scale! E il maître è venuto a soccorrermi».
Un macellaio e sua moglie in vacanza a Cortina, che figure.
«Quando l’ha scoperto ti ha chiesto se potevi controllare la carne che avevano in cucina».
Mi hanno portato nelle celle frigorifere e sai cosa gli ho detto quando ho visto quei quarti?

Mai innamorarsi di una mucca, diceva mio nonno.
«Edi, era così bello».
Ti va se andiamo a dormire?
«No dai, rimaniamo ancora qui».
Va bene, Tilly, tu stai pure ancora un po’, io ti aspetto in camera.

Nicolas Lozito è nato in Friuli nel 1990, brontola come una pentola di fagioli ma ha un cuore grande grande.

Carolina Grosa arriva dalla Valle d’Aosta e ha studiato allo IED di Torino. Ha partecipato a mostre collettive e personali, i suoi lavori potete trovarli qui.

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Coccodrilli dal Cilindro
Coccodrilli dal Cilindro: Edizione estiva

Silvia Cannarsa, Norma Rosso, Nicolas Lozito e Alessandro Lusitani. Studenti della Scuola Holden di Torino.