Chernobyl 30, ovvero: perchè diavolo i miei stanno buttando via l’insalata?

Pierluigi Ubezio
Collateralmente [il blog]

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E’ così che l’ho vissuta, Chernobyl: perché avere 14 anni nel 1986 non era come avere 14 anni oggi. 14 anni, casualmente [posto che il Caso esista, naturalmente] sono esattamente quelli che ha mia figlia.

Quindi avevo l’età di mia figlia quando il 26 Aprile di trent’anni fa entrò in classe un professore con in mano uno scatolotto e ci disse: “Venite con me”; ci portò nell’orto della scuola e ci parlò di verdure ‘a foglia larga’ mentre avvicinava lo scatolotto a un cespo di lattuga. Sentimmo tutti il ticchettio di quello che ci spiegò essere un contatore geiger.

Un rumore che non ti scordi, pare uno sfrigolio, ed in effetti è così: è l’aria che frigge.

“Ecco perchè sabato papà e mamma erano così preoccupati e si guardavano come se ci fosse qualcosa che proprio non andava bene”. Si guardarono tra di loro, poi guardarono me.

Credo che il mio modo di pensare alla questione della sostenibilità ambientale sia nato guardando quello scatolotto e quel cespo di insalata.

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Pierluigi Ubezio
Collateralmente [il blog]

Giornalista blog munito: [www.collateralmente.it], mi occupo di strategie narrative e a 50 anni credo ancora nel punk e nel sense of humor.