Intervista ai Lemon Peels

Progetto scledense con base a Londra

Isacco Zuffellato
Collettivo Zero
4 min readOct 19, 2018

--

Lemon Peels, foto di Annemarie Anne Sterian.

Sono usciti in sordina qualche tempo fa, a giugno, e ce ne siamo subito appassionati.

Il nome è un po’ esotico ma i componenti sono tutti “gente de zona”.

Parlo dei Lemon Peels, gruppo italiano (vicentino) composto da Paolo Canaglia, Alberto Toniolo, Roberto Zordan e Nicola Dellai.

Ci siamo messi in contatto a metà di quest’estate io e Paolo e, poco dopo, abbiamo dato vita ad un’intervista a distanza; l’intero gruppo risiedente a Londra ed io a Vicenza.

Schio e Londra

In un paese come il nostro che sfoggia l’instabilità sociale come se fosse un vanto, viaggi di questo tipo sono diventati usuali. Non solo per una questione lavorativa ma anche, e soprattutto, per una personale. Entra in gioco la voglia di crescere, di continuare ad evolversi.

Dico questo perché il gruppo di cui sto parlando non è nato a Londra, bensì a Schio.

-Siamo tutti da lì. Abitavamo tutti a un chilometro di distanza circa, ci conoscevamo già da quando eravamo ragazzini- mi dice Paolo.

Prende parola Nicola: -I Lemon Peels partono infatti da lontano: in adolescenza abbiamo avuto le prime esperienze musicali. Parlo soprattutto per me e Roberto poiché ci trovavamo spesso per suonare insieme, finché non sono entrato nei Fall of Minerva.-

Tra gli scompensi della linea di Skype che va e viene, Nicola mi racconta di come si è trasformato il progetto, dall'inizio molto volubile alla nascita di quelli che sono oggi i “Peels”.

-Con il tempo io e Roberto ci siamo rimessi all’opera. Il progetto cominciava a convincermi così mi sono messo alla ricerca di nuovi componenti e a volte ho fatto di necessità virtù: per esempio quella volta in cui il bassista decise di lasciare la band. Per compensare ho modificato il mio modo di suonare la chitarra .
La formazione poi si è stabilizzata con l’arrivo di Paolo e Alberto.
E ora siamo qui.-

Keep Me Out

E proprio da lì è arrivato il primo singolo: parlo per l’appunto di Keep me out, presente su YouTube da qualche mese. Un pezzo dalle sonorità sicuramente straniere rispetto a quelle che possiamo trovare nella storia rock indipendente italiana.

-Ovviamente ci ispiriamo a gruppi che abbiamo sempre ascoltato, ognuno di noi ha le proprie preferenze, ma tendenzialmente focalizziamo le nostre attenzioni su gruppi inglesi e americani- mi conferma Paolo.

Siamo passati dagli ascolti alla sperimentazione- continua Roberto. -Tutto ciò che ci piaceva, che ci influenzava, l’abbiamo convogliato in un’approfondita ricerca sonora che passava sia dall’effettistica che dal modo di suonare gli strumenti stessi. È questo che ci ha avvicinati alle realtà musicali che abbiamo sempre ascoltato.-

Mi spingo più in là e chiedo un disco preferito a testa.
Alla fine è come se chiedessi un consiglio per qualche ascolto.

Roberto sceglie di orientarsi verso la particolarità sonora di “…like clockwork” dei Queen Of Stone Age mentre Alberto sceglie due pilastri quali “Psychocandy” ed un qualsiasi album dei Velvet Underground.
Più recenti le scelte di Nicola e Paolo, rispettivamente “Wrong Creatures” dei Black Rebel Motorcycle Club e “How did we get so dark?” dei Royal Blood.

Un giretto su Spotify ci potrebbe sempre salvare la giornata.

Nome?

La linea cade nuovamente. Al ritorno però la curiosità mi porta ad una domanda quasi banale: perché “Lemon Peels” e non un altro nome?

-In realtà è un nome che non ha un significato vero e proprio. Semplicemente abbiamo cercato un nome che ci piacesse e questo è il risultato- risponde Paolo.

Differenze

Da Schio a Londra quindi. Siamo quasi alla fine ma torniamo alla frase iniziale: qual’è la differenza?

- Pur apprezzando la scena musicale italiana, a Londra abbiamo trovato la nostra dimensione, ed è probabilmente per via del genere che produciamo. Una città come Londra offre continue opportunità di ascoltare musica dal vivo. Sicuramente anche la curiosità di misurarci in un ambiente diverso ha giocato una parte importante nella nostra decisione di spostarci.-

Un’unisono.

Foto di Annemarie Anne Sterian.

Ultimi secondi

Con la frase precedente hanno spiegato un mondo, e come affermazione è degna per essere la chiusura di una breve intervista.

Soffermandoci quindi negli ultimi minuti di un’agonizzante connessione Skype parliamo di date. Restando vaghi (eh, bravi sti Lemon a far crescere la mia curiosità).

Ora sono tutti fissi a Londra tra lavoro e università e per questo mese è previsto l’arrivo di un nuovo singolo.
Per ora parliamo di audio ma la loro intenzione è quella di portare tutto anche in un video.

Sono inoltre in attesa del debutto dal vivo previsto verosimilmente per inizio novembre.
La loro intenzione è quella di fare una sorta di tour dei pub. Alla fine sembrano i posti migliori per fare musica là.

La prerogativa resta l’Inghilterra, ma un ritorno in Italia per il futuro non è sicuramente stato scartato.

Date un occhio al loro profilo che sta per arrivare roba buona.

--

--

Isacco Zuffellato
Collettivo Zero

Lavoratore, studente di conservatorio. Progetto per Rosmarino Etichetta Popolare.