Quattordici anni di Camillas

“Andremo da un’altra parte, noi”

Lorenzo Valè
Collettivo Zero

--

Fiore all’occhiello di Garrincha Dischi, punto di riferimento per l’indie italiano. Dal 2004 uno dei gruppi più interessanti, caratteristici ed enigmatici dello stivale. I Camillas, ad oggi trio pesarese, sono il cantautorato che ha aperto le porte al concetto di live che stiamo conoscendo negli ultimi tempi: qualcosa di più (a volte anche molto distante) della semplice esecuzione musicale. Semplicemente, loro l’hanno scoperto da qualche lustro fa.

Sabato 3 Marzo 2018 saranno ospiti al Nuovo Bar Astra di Vicenza per il concerto annuale ormai divenuto tradizione. Per l’occasione abbiamo fatto qualche domanda a Ruben Camillas. (Riportiamo le risposte in maniera integrale e letterale.)

C0 : Cosa sono i Camillas nel 2018, a 14 anni dalla loro formazione?

Ruben : I Camillas nel 2018 faranno uscire il nuovo album, Discoteca Rock, faranno concerti dappertutto e video e hanno un’agenzia di booking, Panico Concerti, e forse anche un’etichetta discografica. Diamo una pettinata alle nostre attività, cercando persone che collaborino con noi, seguendo parti del processo produttivo. Parlo come Marchionne. Andremo da un’altra parte noi, ecco.

C0 : L’indie in Italia: bisogna adattarsi alla nuova ondata oppure combatterla?

R : Non è un onda improvvisa…o forse sì. Sicuramente negli anni è cresciuto un pubblico, che va ai concerti, forse compra i dischi, scarica, ascolta in streaming. È un edificio che piano piano si è costruito, strutturato. Adesso semplifico tutto: ricordiamoci di Subsonica, Marlene Kuntz, Afterhours, Bluvertigo (e prima di loro Litfiba) … questi hanno creato i primi grossi “pubblici indie”, i palasport, le arene. Poi sono arrivati Bugo, Dente…e qui il primo sfondamento in direzione del pubblico mainstream (quello di Elisa, per dire….), con passaggi televisi, radio, ecc. Poi compare Calcutta, Thegiornalisti…il passaggio è definitivo, la miscela è completata, questi sono diventati autori che lavorano per le etichette major, che così hanno rinsaldato il loro potere ed influenza. Giusto? Sbagliato? Combattere? Chi? Anche il pubblico è cambiato. E’ giovane, connesso, ha voglia di innamorarsi delle canzoni, se queste riescono a dargli semplici punti di riferimento in cui riconosca le proprie emozioni e le proprie storie. Una volta ci si identificava nei CCCP. Che comunque erano andati a Sanremo lo stesso. A me sembra che ogni volta ci si stupisca del presente, nel bene e nel male, ma se si guarda l’assetto strutturale, alla fine sono cose già viste. La stagione Pop dei primi anni 70 è confluita nello stesso percorso e non c’è stato in Italia un fenomeno che abbia marcato una qualche discontinuità come il punk. Adesso però basta perchè mi stufo da solo. Ecco…noi ci stufiamo, di solito, e così andiamo a fare le nostre cose.

Una produzione I Dischi di Plastica

C0 : I Dischi di Plastica / Agenzia di Plastica: come, dove, quando e perchè?

R : Occupandoci di tutti gli aspetti legati al “fare un disco” ed avendo amici e amiche che fanno musiche bellissime e volendo dargli una mano, come non far nascere una etichetta, I Dischi di Plastica appunto! E così stampiamo i nostri dischi, ma supportiamo anche l’uscita di altri gruppi, coproducendo i loro prodotti.

E con tutto il reticolo gremito di locali, circoli, bar che abbiamo in Italia, come non pensare di condividere tutto questo con altri gruppi? Il fattore “conoscenza diretta” è sempre fondamentale, perchè deve esserci sincerità ed intensità nella relazione. Persone con cui ci sia gusto ballare e mangiare e suonare.

Noi ci stufiamo, di solito, e così andiamo a fare le nostre cose.

C0 : Sappiamo che la prima volta a Nuovo Bar Astra (VI) è stata significativa. Puoi descrivercela, con parole tue?

R : La prima volta è stata magma+bancone dappertutto+acqua per terra+stupore+gioia energia sorrisi!

--

--