Silicon Veronica

Che cos’è e perché è davvero interessante

Isacco Zuffellato
Collettivo Zero
2 min readJun 14, 2018

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Il meglio sta spesso nelle cose più semplici. Che non significa che devono essere però meno strutturate.

Un esempio porta il nome di Silicon Veronica, un duo veronese composto da studenti del conservatorio.

Il duo non è fisso: oltre a Sergio Sacco (elettronica) possiamo trovare Paolo Peruzzi (studente di batteria e percussioni Jazz al Consvi) o Mattia Basi (studente del biennio di percussioni classiche del Conservatorio di Verona).

Venerdì 15 giugno saranno in Piazza delle Erbe a Vicenza per FDTD.

Ciao Sergio, che cos’è Silicon Veronica?

Silicon Veronica è un duo nato a fine 2017 basato su elettronica e batteria. Per quanto riguarda l’elettronica me ne occupo io: compongo le linee, i suoni di base. Curo il tutto con l’apporto di Max for Live in cui sviluppo i vari device. Paolo si occupa invece della batteria, improvvisa. Come improvvisa coscientemente un jazzista.

Come lavorate su questo? Come sviluppate il lavoro…

A sequenze: dalla linea di basso alla struttura armonico-melodica del brano, per quanto mi riguarda. Agisco su ognuna di queste decidendo sul momento quale far partire o quale isolare. Paolo ha l’onere ritmico della trama. Il tutto avviene dal vivo. Ci regoliamo con dei segnali tra noi. Ci capiamo ed agiamo. Gli effetti invece vengono preparati in precedenza.

Batteria quindi acustica, o no?

Da un po’ di tempo a questa parte non esattamente. Ho preparato una batteria ibrida con delle componenti che vanno ad attivare suoni elettronici nel momento della percussione, qualcosa un po’ particolare. Particolare perché ciò è molto espressivo dato che l’ampiezza della percussione va ad interagire con dei parametri che modificano il suono.

Per esempio?

Per esempio meno forte suona e più il pitch è alto, al cambiare della dinamica c’è un variare dell’effetto acustico.

Ma, il punto di partenza qual è stato?

È partito da un limite compositivo: c’era l’esigenza di fare qualcosa dal vivo, ponendoselo come vincolo. Non comporre nota per nota ma improvvisare. Unire l’utile al dilettevole.

Ci sono ispirazioni particolari?

Beh per quanto mi riguarda ovviamente quello che ascolto, poi si prova sempre a personalizzare. Il bello dell’improvvisazione è l’imprevedibilità e l’irreplicabilità, in un certo senso il risultato è originale per definizione.

Qualche parola in dei giorni frenetici nell’attesa di FDTD che però ha dato uno sguardo più attento ad un progetto nuovo, a chilometro zero e di cui siamo tutti curiosi. Niente di scontato o lasciato al caso.

Due musicisti, due strumenti e una struttura chiara e concreta.

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Isacco Zuffellato
Collettivo Zero

Lavoratore, studente di conservatorio. Progetto per Rosmarino Etichetta Popolare.