La Polonia ancora lotta per la sua democrazia

VentoInternazionale
Comitato Ventotene
Published in
2 min readFeb 29, 2024

Se seguite i telegiornali avrete saputo che in Polonia alle ultime elezioni una coalizione “Europeista” ha vinto le elezioni contro il partito sovranista e populista di Diritto e Giustizia (PiS) che guidato da Kaczyński stava conducendo il paese sulla strada ungherese dalla democrazia “illiberale”.

Avrete letto titoli speranzosi “Finita l’era Sovranista”, “La Polonia volta pagina”. Avrete, spero, se leggete queste righe, tirato un sospiro di sollievo.

Lo avete fatto troppo presto.

In Polonia la lotta per la democrazia, non è stata vinta, è solo iniziata.

Nel corso di dieci anni di governo, il PiS, seguendo pedissequamente la sceneggiatura di ogni democratura, ha fatto del suo peggio per occupare le istituzioni o svuotarle di significato.

Il nuovo governo, pur godendo della maggioranza parlamentare, si trova contrapposto ad una opposizione durissima dei media pubblici (e gran parte dei privati) controllati da affiliati del PiS, da una magistratura (specialmente la Corte costituzionale) che era stata riempita di fedeli esecutori del regime e soprattutto un Presidente della Repubblica. Andrzej Duda, anche lui membro del PiS, dotato di larghissimi poteri e dispostissimo ad usarli per impedire al nuovo governo di smontare la struttura di potere creata fino ad oggi.

Il livello dello scontro è già salito a livelli altissimi, scene al limite dell’incredibile, con tentativi di “occupazione” fisica della TV pubblica da parte di dirigenti rimossi e il governo che per impedirlo è arrivato al punto di far staccare l’energia elettrica agli impianti di trasmissione, e con deputati del PiS condannati per abuso di potere, che si rifugiano nel palazzo presidenziale sotto la protezione di Duda per non farsi arrestare.

Proprio usando come pretesto l’arresto di questi due deputati, il Presidente Duda ha dichiarato che ritiene illegittima l’attuale composizione del parlamento e percui reinvierà qualsiasi legge approvata alla Corte Costituzionale senza firmarla.

Insomma, abbiamo una crisi istituzionale che avrà probabilmente l’effetto di bloccare il paese fino all’esaurimento del suo mandato a fine 2025

Questa situazione ci dovrebbe insegnare una lezione importante: che la democrazia è una struttura delicata facile da danneggiare e molto difficile da rimettere in ordine, che va preservata e difesa sempre e senza esitazioni da chi vorrebbe eroderla perché è molto difficile tornare indietro.

--

--