Non solo Europee: Estonia 2019

Alberto Rizzi
Comitato Ventotene
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8 min readFeb 19, 2019

Il 2019 è l’anno del rinnovo del Parlamento europeo, con delle elezioni che si prospettano fondamentali per l’impostazione futura della UE e che già molti partiti hanno definito come “decisive”. Per quanto le proiezioni più recenti non lascino trapelare grosse modifiche rispetto all'assetto attuale, i cali di popolari e socialisti, la crescita di ALDE e la sempre più probabile uscita del Regno Unito renderanno questo scenario elettorale un novità. Quest’anno non si vota però soltanto per le istituzioni comunitarie, ma anche per le elezioni politiche di diversi stati membri.

La bandiera estone al castello di Narva, confine orientale dell’Estonia (foto dell’autore).

Il primo Paese ad andare al voto è l’Estonia, membro UE dal 2004. Ufficialmente Repubblica di Estonia (Eesti Vabariik), lo stato baltico andrà alle urne il prossimo 3 marzo, a scadenza naturale della legislatura. L’Estonia è uno tra gli stati membri meno popolosi, conta circa 1,2 milioni di abitanti (di cui oltre un terzo concentrati a Tallinn), ed un PIL (nel 2018) intorno ai 25 miliardi di Euro. Nonostante le dimensioni ridotte, l’Estonia presenta un panorama economico piuttosto vivace, trovandosi al 15esimo posto nel mondo per libertà economica (l’Italia è 80esima), possiede un‘amministrazione pubblica altamente digitalizzata (e-estonia) ed è uno dei Paesi UE più avanzati in innovazione tecnologica e ICT. Le finanze pubbliche godono di ottima salute: il bilancio pubblico è in surplus nominale e il debito pubblico si attesta al di sotto del 9% del PIL, il dato più basso dell’UE, la crescita prevista per il 2019 è del 2,7% ed il tasso di disoccupazione è giunto al 4,4%.

Il Castello di Toompea, sede del Parlamento estone (Martin Siplane/Riigikogu fotoarhiiv)

Nonostante ciò, l’Estonia non è priva di problematiche. Prima tra tutte l’inflazione elevata (+3,4% nel 2018) ed il crescente costo del lavoro a fronte di un produttività ridotta la stanno rendendo meno competitiva rispetto ad altre destinazioni europee, soprattutto per le attività a basso valore aggiunto. Inoltre, l’Estonia è estremamente dipendente da fattori esterni per la sua economia, viste le dimensioni esigue del mercato esterno. Vi è poi la questione della minoranza russofona, che rappresenta circa il 25% della popolazione. Per quanto siano stati fatti notevoli sforzi per includerla (l’Estonia è uno stato bilingue), molti ancora non sono ampiamente integrati e le contee a maggioranza russofona risultano le più povere del Paese. Tuttavia, a differenza di altri Paesi dell’ex-blocco sovietico, in Estonia non vi è una divisione politica per linee etnico-linguistiche con partiti che si fanno rappresentanti delle minoranze. Infine, sul piano internazionale l’Estonia è preoccupata principalmente dalle attività russe in Ucraina e dal ruolo maggiormente provocatorio assunto da Putin. L’uscita del Regno Unito, principale alleato europeo per la sicurezza estone, dall’UE sta portando l’Estonia a guardare maggiormente verso Berlino, già il primo partner economico al di fuori del mondo baltico e scandinavo per Tallinn.

L’Estonia è un repubblica parlamentare monocamerale ed il 3 marzo si eleggono i 101 seggi del Riigikogu. La legge elettorale è un modello proporzionale, con collegi che rispecchiano la divisione amministrativa in contee, sistema di ripartizione d’Hondt ed una soglia di sbarramento del 5%, senza eccezioni. Non sono previste coalizioni pre-elettorali. L’attuale governo, presieduto da Juri Ratas, è sostenuto da un coalizione del Partito di Centro, Unione Pro Patria e Socialdemocratici. Come molti Paesi UE, anche l’Estonia sta attraversando un periodo di crescita dei movimenti conservatori ed identitari, oltre che una crisi di popolari e socialisti, tuttavia i primi due partiti (sia di governo che di opposizione) appartengono al gruppo liberale e registrano una crescita dei consensi.
Ecco i principali sfidanti:

Partito di Centro (ALDE): il principale partito di governo, grazie alla leadership di Ratas ha potuto scrollarsi di dosso l’immagine filorussa dovuta al vecchio leader Savisaar. Europeista, essenzialmente centrista su molti aspetti sociali ed economici, il Centro è dato intorno al 28% nei sondaggi più recenti, in testa. Gode di ampi consensi presso la minoranza russofona, ma anche nell'elettorato di lingua estone. Il programma elettorale si concentra sui temi della crescita e dell’istruzione, che dovrebbe essere maggiormente incentrata su ricerca e sviluppo. Favorevole all'elezione diretta del presidente, ma sempre restando in un modello parlamentare, il Partito di Centro è a favore di una maggiore concorrenza e del superamento della social tax (tassa del 33% sui salari lordi pagata dai datori di lavoro ogni trimestre) con modelli contributivi alternativi, di una maggiore trasparenza del bilancio pubblico e punta alla lotta contro l’evasione fiscale. Rispettoso delle regole di bilancio europee, il Partito di Centro punta a maggiori investimenti per la crescita e ad un ambiente e più invitante per l'imprenditoria.

Partito della Riforma (ALDE): primo partito di opposizione, presieduto da Kaja Kallas, si attesta al 27% e rappresenta il principale avversario del Centro per il primo posto. Il programma punta ad uno sviluppo economico focalizzato sul valore aggiunto e sull'innovazione tecnologica. Auspicando un ruolo ridotto del pubblico nell'economia, limitato al controllo sulla concorrenza e sul rispetto delle nome, la Riforma propone un modello fiscale basato su imposte ridotte, proporzionali (in Estonia vi è già una flat-tax del 20% sul reddito personale e applicata sui dividendi, non sul fatturato, delle aziende) ed un mercato del lavoro più flessibile. Conservatore sul piano del bilancio pubblico, anche il Partito della Riforma vorrebbe ridurre ulteriormente le passività finanziarie delle amministrazioni pubbliche. Sul piano del welfare punta ad una maggiore sicurezza sociale per famiglie, bambini ed anziani.

Partito Conservatore — EKRE: il terzo partito estone, EKRE, ha una piattaforma etno-nazionalista ed un’impronta profondamente conservatrice. In forte crescita rispetto alle precedenti elezioni, il consenso del partito di Mart Helme si aggira sul 17%. Contrario all'immigrazione extra-UE, il partito si è opposto radicalmente all'appoggio estone al Migration Compact. Avverso allo sviluppo di Rail Baltica (il collegamento ferroviario tra i Baltici e il resto dell’UE), vorrebbe forti aumenti della spesa pubblica, una riduzione della tassazione al 15% e maggiore indebitamento per finanziare tali spese. Secondo le stime del Ministero delle Finanze estone, il costo totale del programma di EKRE avrebbe un costo di circa 2,8 miliardi per le casse pubbliche. Contrariamente a molti partiti nazionalisti in Europa occidentale, EKRE è fortemente anti-russo, ma grazie all'atteggiamento conservatore sui temi sociali (tra cui l’opposizione ai matrimoni tra persone del medesimo sesso) punta ad ottenere voti anche dalla minoranza russofona tendenzialmente meno progressista di quella estone. Infine, essendo moderatamente euro-scettico e favorevole ad un’Unione Europea molto limitata, EKRE rappresenta un’eccezione nel panorama politico estone.

Partito Socialdemocratico (S&D): capeggiato da Jevgeni Ossinovski, il partito sta soffrendo una crisi di consensi: gli ultimi sondaggi lo danno al di sotto del 10%. Unico partito estone favorevole ad una tassazione maggiormente redistribuiva, i Socialdemocratici puntano ad uno sviluppo del welafare e dell’amministrazione pubblica digitale, prendendo anche in considerazione la possibilità di emettere debito grazie ai tassi bassi di cui gode l’Estonia sui mercati internazionali. Propone maggiori investimenti in istruzione e ricerca, ritenute fondamentali per il futuro economico dell’Estonia. Ambientalista, pur con un programma economico più basato sul capitalismo renano rispetto a Centro e Riforma, punta anch'esso su innovazione e riduzione della burocrazia per favorire l’attrattività dell’economia estone.

Estonia 200: la grande sorpresa di questa tornata elettorale è rappresentata da questo nuovo partito. Fondato solo lo scorso novembre e presieduto da Kristina Kallas (ex-direttrice della sede distaccata di Narva della prestigiosa Università di Tartu), Estonia 200, di impronta liberale e moderatamente anti-sistemica, si caratterizza per un programma orientato allo sviluppo di medio-lungo termine del Paese. Dopo un picco dell’8%, il partito ora si aggira intorno alla soglia di sbarramento (4%). Il partito punta al rafforzamento della classe media e propone politiche economiche liberali. Eccezione nel panorama politico estone, Estonia 200 è a favore della doppia cittadinanza (estone-russa) e di un sistema educativo unico per tutta la nazione, in grado di offrire le stesse possibilità a prescindere dal background etnico-linguistico, anche grazie a maggiori investimenti in ricerca e sviluppo. Recentemente il partito è stato oggetto di forti critiche a seguito di controversi manifesti elettorali che facevano leva sulle esistenti divisioni linguistiche nella società estone.

Isamaa/Pro Patria (EPP): l’ultimo partito con ampie probabilità di entrare in Parlamento è Pro Patria. In forte risalita da dicembre scorso, ora sarebbe intorno all’8% dei consensi. Partito cristiano-democratico, Pro Patria si inserisce appieno nella tradizione popolare europea e si è modellato sulla base della CDU tedesca. Nonostante le tematiche religiose siano ben poco sentite dall'elettorato estone, Isamaa ha sofferto la concorrenza di EKRE ed è andato molto vicino allo scatenare un crisi di governo, poi disinnescata da Ratas, opponendosi al Migration Compact. Fortemente atlantista, Pro-Patria punta ad una maggiore presenza dell’estone nei programmi universitari (molti corsi di laurea magistrale in Estonia sono interamente in inglese) e ad un aumento delle spese militari fino al 2,5% del PIL (ora al 2%).

Verdi, Free Party ed altre formazioni politiche minori appaiono abbastanza lontane dalla soglia del 5%. Se vi sono differenze sulla politica economica e sociale tra i partiti estoni, con la parziale eccezione di EKRE, tutti hanno invece posizioni comuni sui temi esteri e comunitari. La tradizione politica estone infatti ha conosciuto una forte continuità nell'approccio alle questioni internazionali, prima fra tutte la relazione con la Russia ed il collocamento dell’Estonia nel mondo. L’Estonia è una forte sostenitrice di UE, NATO e del multilateralismo, oltre che dell’apertura dei mercati, essendo fortemente dipendente dalla domanda estera.

Il Presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker, la Presidente estone Kesrti Kaljulaid, il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ed il Primo Ministro estone Juri Ratas (Arno Mikkor/Riigikantselei).

Se in molti Paesi europei le prossime elezioni possono rappresentare una forte rottura rispetto al passato, in Estonia difficilmente si assisterà ad alcuna rivoluzione del panorama politico. Gli scenari più probabili sono infatti due: il primo è una riedizione dell’attuale coalizione di governo, che sarebbe l’ipotesi preferita dal Centro. Tale coalizione non presenterebbe molte difficoltà ed i tre partiti hanno già dimostrato di poter collaborare in modo efficiente se si evitano le tematiche più divisive. L’alternativa sarebbe un’alleanza Centro-Riforma, ritenuta la più probabile sia alla luce delle oggettive similarità dei programmi elettorali che dell’appartenenza politica al gruppo europeo ALDE, oltre che dal comune ostracismo verso EKRE. Inoltre, visti i termini del consenso, una simile alleanza, preferita anche dall'elettorato, non incontrerebbe problematiche di tenuta parlamentare, l’unica sfida sarebbe per l’incarico di Primo Ministro.

Per i sondaggi sulle elezioni estoni: https://pollofpolls.eu/EE.

Dibattiti in inglese tra i principali partiti:
- http://estonianworld.com/life/pre-election-political-debate-conducted-in-english-to-focus-on-the-future-of-estonia/
- https://news.err.ee/905878/watch-again-english-language-pre-election-debate
- https://news.err.ee/908114/watch-again-english-language-pre-election-women-s-debate.

Sito web delle elezioni estoni 2019: https://www.valimised.ee/en.

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Alberto Rizzi
Comitato Ventotene

International Relations, Wars, European and Middle Eastern Politics.