Gruppo Mondadori: non solo editoria
Dalla tradizione a oggi: uno sguardo alle strategie di comunicazione
“Le persone, gli spazi, i prodotti, la storia… dal 1907 a Instagram”. Si presenta così il Gruppo Mondadori sul suo account principale. Da subito si entra in un universo, quello dell’editoria, all’interno del quale Mondadori è leader assoluto in Italia. La società racchiude alcune tra le principali case editrici italiane, come Einaudi, Piemme e Rizzoli, ma il suo maggiore punto di forza risiede nella produzione, coprendo tutti i settori di mercato. Dall’area Trade con narrativa e saggistica, a Educational, che si occupa dei libri per la scuola, l’arte o illustrazioni. Ma non è tutto: nel 2019 è diventato il primo editore italiano di magazine (sia cartaceo che digitale), strizzando l’occhio ad una fetta di pubblico interessata a temi più frivoli. Purtroppo, la crisi sanitaria dell’ultimo anno ha fatto si che si registrasse un forte calo per quanto riguarda questo segmento di mercato; in particolare vediamo un -16,2% per i quotidiani cartacei e un -0,8% per il digital, che ha resistito maggiormente.
È evidente il ruolo che ricopre nel panorama editoriale, essendo stato in grado di costruire nel tempo una community solida di lettori e amanti della cultura. Ci è riuscito perché non si è posto limiti, ma ha ascoltato quelle che erano, e sono ad oggi, le esigenze e le richieste dei consumatori. Come riportato in un articolo du PrimaOnline, il cuore della strategia di Mondadori sono proprio i social e il mondo dell’online. Mondadori è inoltre consapevole dell’importanza di attirare a sé un target giovanile. Ne è una prova la ricerca approfondita sul linguaggio adottato sui social, fresco, dinamico e in continua evoluzione. Tutto ruota intorno al coinvolgimento di quante più persone possibili, ideando iniziative che portino in luce la creatività degli utenti.
All’interno di quella che è la strategia e l’approccio con il pubblico, ritroviamo una parola chiave: inclusività. L’azienda si definisce inclusiva, in quanto pronta ad accogliere ogni forma di diversità. A tal proposito, nel 2019 nasce il programma Diversity & Inclusion all’empowerment femminile. Questo segna un passo in avanti concreto, che acquista ancora più valore simbolico se a farlo è una società storica e quindi generalmente associata a parole come tradizione, chiusura e radici. Pertanto, si è registrata una crescita di presenza di donne in posizioni di potere, arrivando ad un 57%, rispetto al 43% degli uomini.
Resta però un interrogativo: che tipo di comunicazione ha scelto di adottare? Il Gruppo Mondadori è costantemente presente sui diversi social media, con account istituzionali su Twitter, Linkedin, Facebook e Instagram. Su quest’ultimo, ad esempio, l’approccio è tendenzialmente informativo ed educativo. Nel profilo di @LibriMondadori, ogni giorno vengono postate le novità in uscita o citazioni tratte da scrittori e poeti celebri. Inoltre, è stato lasciato uno spazio alle interviste, creando il format sulle IGTV Note a bordo pagina, dove gli autori possono brevemente raccontare il loro libro. Sempre tramite Instagram, ma sul profilo del @GruppoMondadori, la presenza aziendale è sottolineata da un hashtag (#NoiDellaMondadori), con il quale vengono mostrati direttamente i volti delle persone che vi lavorano ogni giorno.
Ecco che da un breve excursus si è già in grado di cogliere quanto vasto sia l’universo Mondadori. Nonostante ciò, la narrazione è ben diversa dalle altre Case Editrici, come Fandango, che ha costruito la sua immagine sui tabù della società e si è focalizzata su una relazione intima con il lettore (vedi approfondimento di Francesca Pregnolato). Tale contatto non è possibile, o quantomeno non allo stesso modo, con Mondadori, il quale, in seguito alla sua notorietà, necessita di una narrazione più autorevole e meno fuori dagli schemi.