Cronistoria di una pandemia, la diffusione del Covid-19 nel Nord-Italia tra febbraio e marzo

È ormai opinione comune, oltre che un fatto suffragato da molte prove, che il coronavirus circolasse in Italia almeno già da febbraio, prima che lo si riconoscesse come tale.

Molti però ignorano quali siano state effettivamente le tappe di diffusione di questo virus, le città e i comuni toccati per primi e quelli investiti successivamente dalla sua propagazione secondaria.

Tristemente noti sono ormai i focolai iniziali di Codogno, dei comuni del lodigiano e di Vo’ Euganeo, così come il fatto che la provincia di Bergamo sia stata particolarmente colpita. Ora però è possibile immaginare una ricostruzione più organica delle prime settimane della pandemia grazie ai dati sui decessi da gennaio ad aprile 2020, messi a disposizione dall’ISTAT.

Seguendo la traccia dei decessi

Il metodo è semplice, se ci si accorge che i decessi 2020 in un comune cominciano a differire in maniera significativa rispetto agli anni passati, e aumentano anche in maniera rilevante rispetto alle settimane precedenti dello stesso anno. Si può allora ipotizzare che in quel periodo il virus abbia cominciato a circolare in maniera statisticamente rilevante in quel comune.
Sapendo che vi è però un ritardo medio tra il contagio e la morte, si retrodata di 15 giorni questo inizio di aumento dei decessi per stimare quando i contagi hanno iniziato ed essere un numero rilevante

Ma cosa si intende per rilevante? Parliamo di 4–6 decessi settimanali in più nei comuni più piccoli fino a 15–20 in quelli più grandi, che potrebbero corrispondere a circa 80–130 persone contagiate nei primi e a 300–350 nei secondi. Ovviamente, per essere considerato significativo, è necessario anche che il trend di crescita si consolidi e amplifichi col prosieguo dei giorni, e che non torni rapidamente ai valori normali,
Andando più indietro di così sarebbe molto difficile distinguere i decessi dovuti a Covid-19 rispetto al rumore di fondo, per cui non stiamo cercando di risalire ai primissimi pazienti, ma ai casi temporalmente successivi.

Otteniamo quindi una cronistoria dei primi e più importanti comuni colpiti dal virus fino ad arrivare a un contagio più diffuso su una vasta area del territorio italiano:

I risultati dell’analisi sono riassunte nell’immagine qui sopra, e mostrate anche in questo video.

PRIMA DEL 15 FEBBRAIO

I focolai iniziali sono tra le province di Lodi, Cremona e Piacenza, in particolare, in queste ultime due città e nel comune di Codogno.
L’altro focolaio lombardo è nella val Seriana, a nord di Bergamo, e coinvolge inizialmente l’ormai noto comune di Nembro oltre ad altri comuni della zona come Albino.
Il presunto focolaio di Vo’ invece non è riscontrabile nei decessi, dato che nel comune del padovano i decessi 2020 sono inferiori a quelli dell’anno passato. Qui il virus è è stato contenuto in breve tempo e non si è propagato ai comuni vicini, per cui non può essere considerato un focolaio quanto più un caso isolato.
È invece un terzo possibile focolaio il comune di Pesaro, anche se qui i decessi crescono lentamente, come se il virus incontrasse una certa resistenza a propagarsi, forse perché stava circolando in una fetta abbastanza ristretta della popolazione.

15–20 FEBBRAIO

Il virus si diffonde nel Bergamasco, nel Lodigiano (giungendo nel capoluogo Lodi), nel Cremasco e nel Piacentino, e comincia a toccare la provincia di Brescia
Il 20 febbraio intanto viene riconosciuto ufficialmente il primo infetto di Covid in Italia che non si era mai recato in Cina (divenuto poi famoso come il paziente 1); il giorno dopo vengono confermati alti 16 casi.

21–23 FEBBRAIO

I contagi cominciano a divenire rilevanti anche a Bergamo e Brescia, mentre il focolaio nel piacentino raggiunge la provincia vicina fino a Parma.
Il governo prende la decisione di chiudere 10 comuni del Lodigiano (tra cui Codogno) e Vo’ nel padovano.

24–26 FEBBRAIO

Il contagio raggiunge città molto grandi come Milano e Genova mentre il focolaio di Pesaro raggiunge Ancona.
Intanto vengono chiuse le scuole in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria.

27–29 FEBBRAIO

Il contagio colpisce l’intera Emilia (Bologna, Reggio Emilia), mentre il focolaio di Pesaro raggiunge Rimini e Macerata. Arriva anche la prima città con diffusione significativa in Toscana: Massa.

1–3 MARZO

Il virus è ormai diffuso in maniera rilevante anche in Piemonte (Vercelli, Asti, Alessandria e Torino). E’ presente anche nel cuore del Veneto (Padova, Treviso) ma non ancora a Verona.
Il 4 Marzo le scuole vengono chiuse su tutto il territorio nazionale.

4–7 MARZO

Il virus è ormai diffuso in tutte le principali città della Lombardia e del Piemonte, nell’Emilia, ad Aosta, nel Veneto centrale, nel nord della Toscana, nel nord delle Marche e nel Trentino Alto Adige.
La notte tra il 7 e l’8 marzo il governo prende la decisione di istituire il lockdown in tutta la Lombardia, alcune province del Piemonte (Vercelli, Novara, Asti, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola), dell’Emilia-Romagna (Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Rimini), del Veneto (Venezia, Padova, Treviso) e nella provincia di Pesaro e Urbino.
La notte tra il 9 e il 10 Marzo, come ricorderete, viene imposto il lockdown a tutta la nazione.

Per continuare a seguire questa cronistoria della propagazione del virus e dei decessi ad esso collegati, si possono a questo punto consultare le mappe sulla mortalità nei comuni italiani elaborate dall’INPS. Le prime di queste, con un metodo diverso dal nostro (considerando l’eccesso di mortalità per periodi più ampi) consentono di partire dal punto in cui vi ci siamo fermati in questo articolo, seguire la progressione del virus per il periodo successivo, e vedere anche in quali zone la sua diffusione non è mai stata rilevante.

Fonti:

Archivio ISTAT — Andamento dei decessi nel periodo 1 gennaio — 30 aprile per gli anni 2015–2020. https://www.istat.it/it/archivio/241428

Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19 — https://www.inps.it/.../Nota_CGSA_mortal_Covid19_def.pdf

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Francesco Luchetta
Coronavirus — Dati e Analisi Scientifiche

Fisico, calabrese, romano di nascita E di adozione, data analyst, drogato di caffeina, editor di “coronavirus dati e analisi scientifiche”, movies addicted.