Verona Monaco — reportage

Reportage di Valeria Fraccaroli

Il nonno non aveva mai preso la patente. Non ne ebbe mai bisogno perché fin da giovane fu ferroviere e potè disporre di abbonamenti gratuiti per sé anche in pensione. Poi il treno si perse nella mia famiglia: mio padre è stato un grande viaggiatore per lavoro, ma si spostava in Italia e in auto. Io uso l’auto per necessità, ma ho viaggiato finora soprattutto in aereo: i miei anni universitari sono coincisi con l’avvento delle compagnie aeree low cost e non ricordo di aver mai passato un momento negli ultimi vent’anni senza avere nella cartella “prenotazioni” della mia mail almeno due biglietti aerei comprati a prezzi stracciati per i mesi a venire. Mete conosciute e amate (Londra per me è sempre una buona idea) e brevi esplorazioni di capitali vicine ma sconosciute, toccate in un fine settimana libero e a basso costo e mai più abbordate

I documentari sul clima e i dossier delle agenzie interazioni sul cambiamento climatica rendono ormai necessario considerare che il XX% delle emissioni di anidride carbonica sono causate dagli aerei.

O smettiamo di spostarci e quindi di viaggiare, o troviamo modi alternativi e meno inquinanti per farlo. Di fronte a questo dilemma, una possibile prima risposta è semplice: cercare di viaggiare in treno e per noi europei la cosa si presenta forse facile. Partiamo da qui.

Verona — Monaco di Baviera. La prima tratta ferroviaria tra Verona e Innsbruck risale al 1867 per la volontà del governo austriaco di collegare in modo rapido e sicuro il Tirolo al Regno Lombardo-Veneto. La tratta tra Monaco e Innsbruck è di poco precedente e, dopo stalli e false partenze, finalmente collegò il regno di Baviera all’Impero Austro-ungarico. Solo successivamente venne aggiunto il collegamento tra Bolzano e Innsbruck.

Per lo stesso motivo la tratta fu pesantemente bersagliata durante la Seconda Guerra Mondiale tra il 1943 il 1945: per gli Alleati bombardare questo tratto ferroviario significava bloccare il sistema di rifornimento dei Tedeschi in Italia e tutti i territorio attorno alla linea vennero più volte colpiti.

Oggi sulla tratta si spostano molti treni merci, con obiettivi della Comunità Europea di spostare su rotaia molto del traffico al momento su ruota, e alcuni treni passeggeri che connettono la Germania a Verona, Venezia, Bologna.

Le carrozze di prima classe sono divise in scompartimenti, da 4 o da 6: sedute ampie, braccioli spaziosi per non urtarsi, pelle nera di aspetto vissuto ma non consunto. Il viaggio durerà 5 ore e 26 minuti, ma non c’è una carrozza ristorante solo un addetto che all’inizio del viaggio passa in carrozza a ricevere ordini per bevande o snack e che durante il viaggio attende solitario in un angolo di una carrozza.

Uscito da Verona il treno imbocca la Val d’Adige e corre lungo il fiume che scorre fuori dal finestrino sul lato sinistro. Il forte di Rivoli, poi vista sull’autostrada fino a Rovereto e Trento.

I paesaggi si snodano di là del finestrino. Forse solo il viaggiare a piedi permette di

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