Esserci con tutto il cuore

Niccolò Pavone
Così mi sembra
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2 min readFeb 16, 2016

Stiamo quasi per sorvolare l’Atlantico. Quota: oltre i 10.000.
Sotto di noi, non troppo lentamente, scivola una coperta di città, e montagne, e mare.
Con me porto ancora il profumo di casa e sono pieno di incertezze, colpevole anche il maltempo che non dà tregua al pilota (con molte probabilità automatico) né tantomeno a noi passeggeri.

A un tratto, finalmente, trovo un po’ di quiete e mi ristoro, mentre i miei vicini hanno conquistato il sonno già da un po’.

Leggo un piccolo estratto del ‘Pane quotidiano’ dal diario di B. Hillesum:

«Qualcosa ancora. Quest’oggi, ho imparato una cosa fondamentale: dove per caso ci si trova collocati, là si deve esserci con tutto il cuore»

e rileggendomelo più volte, auguro lo stesso a chi ho lasciato, e a me.

Brevissimo scalo ad Amsterdam, poi finalmente l’arrivo a Buenos Aires.

Il sole non brucia ancora la pelle: è una giornata piacevole e c’è vento.
Lo zaino in spalla è l’unico nemico — e qui già un piccolo rimorso: desiderare d’essere partiti più leggeri.

Percorro l’aeroporto in compagnia dei miei vicini di viaggio - un architetto italiano di new york e una simpatica cineasta viennese - con i quali cambio moneta in sonanti pesos e svolazzo in città dividendo un taxi.

Arrivati all’obelisco (il primo ingresso utile alla città per non attivare un tassametro differente sul taxi) saluto i miei amigos e attendo un paio d’ore in un giardino, a due passi dalla casa che ho selezionato per la mia prima settimana di soggiorno. L’appartamento sta per essere liberato, e attendo l’ora del mio check-in.

Poi, la sorpresa: una dimora ancora più bella di quanto potessi sperare.
Una lunga libreria abbraccia anche Dante e questa atmosfera mi fa sentire a casa, anche se chi mi ospita non parla la mia lingua.

Poi gironzolo un po’ in cucina ed esco alla ricerca di provviste.
E nei giorni a seguire, mi accorgo che farò mio quel territorio e questo nuovo talento.

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