Bitcoin, Ethereum e la Blockchain 3.0, spiegati al mio cane

Riccardo Montagnin
Cosmos Italia
Published in
6 min readJun 10, 2019
Un’altra foto di Greys, il mio cane

Nel mio articolo “La blockchain, spiegata al mio cane” abbiamo visto i fondamentali di questa tecnologia e siamo giunti al punto di associarle la seguente definizione.

La blockchain non è altro che un registro di transazioni distribuito. Al suo interno le transazioni vengono raggruppate in blocchi (block) che sono a loro volta collegati l’uno all'altro per formare una catena (chain).

Vediamo ora, sempre in termini terra-terra, l’evoluzione che questa tecnologia ha avuto nel corso degli anni. Come per la prima parte, anche qua procederemo a passi partendo dal principio.

La Blockchain 1.0 — Bitcoin

Corre l’anno 2008 e sul web appare lo scritto dal titolo “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”. All'interno di esso si trova la definizione di quella che sarà la più nota blockchain da quel momento sino ad ora: “un sistema monetario elettronico peer-to-peer”. Ma cosa vuol dire esattamente?

Molto semplice in realtà. All'interno di questo sistema la blockchain viene utilizzata per registrare gli scambi monetari tra i vari utenti che la utilizzano. In particolare, essi hanno la possibilità di scambiarsi tra loro una nuova valuta, chiamata appunto Bitcoin. Questi scambi sono pubblici, irreversibili e immutabili, ovvero possiedono le caratteristiche che il registro distribuito ed immutabile di qualsiasi blockchain permette di ottenere.

Probabilmente, ti starai chiedendo ora “Tutto qua?!”. Ebbene…sì. Bitcoin fa solo questo: permette di scambiare una moneta virtuale. Ma allora come è possibile che abbia fatto così tanto successo? Semplicemente è stata la prima blockchain a vedersi riconosciuta il valore. In particolare, grazie alla proprietà di garantire agli utenti di potersi “nascondere” dietro ad un indirizzo alfanumerico e alla caratteristica di non essere controllabile, Bitcoin è stata subito adottata da tutte quelle persone che volevano poter inviare e ricevere denaro da e verso quelle parti del mondo strettamente controllate dallo stato. Essendo inoltre molto difficile ottenere nuovi Bitcoin a causa del funzionamento tecnico sui quale si basano, per la legge della domanda e dell’offerta se molte persone vogliono un bene limitato il suo valore non potrà che aumentare. E’ stato proprio questo a far lievitare il prezzo di un singolo Bitcoin fino a toccare i 20.000$ nel 2017: la voglia improvvisa di tutti di possederne almeno una parte. Passata quella voglia, il suo valore non poteva che tornare a scendere (attualmente si aggira intorno ai 6.000$).

Dopo questa piccola digressione, un’altra domanda che viene spontaneo porsi è probabilmente la seguente: “E’ possibile usare la blockchain per altre cose oltre che per lo scambio di denaro?”

Ebbene, la risposta è molto semplice: sì.

Ethereum e la Blockchain 2.0

Dopo 5 anni dalla nascita di Bitcoin, nel 2013 molte aziende avevano già iniziato a realizzare delle blockchain ad-hoc per soddisfare le varie richieste dei loro clienti. Per fare ciò, quello che veniva fatto era creare dei fork (copie modificate) di Bitcoin, che implementavano la possibilità di eseguire transazioni specifiche. E così nacquero le cosiddette blockchain a “coltellino svizzero”, ovvero blockchain in grado di supportare una ventina di transazioni personalizzate per soddisfare i clienti del momento. Ma cosa succedeva se di punto in bianco il cliente trovava un altro sistema in grado di supportare 21 transazioni? Ebbene, si spostava su quest’ultimo. Una blockchain, infatti, non può essere più modificata una volta creata e dunque non vi è modo di aggiungere tipologie di transazioni supportate “in corso d’opera”. Se nasceva una esigenza diversa, l’unico modo per soddisfarla era creare una nuova blockchain o spostarsi su un altro sistema che già implementasse quella possibilità.

Questo è un po’ quello che succedeva prima dell’invenzione dei computer: venivano creati macchinari per risolvere problemi specifici e nel caso in cui servisse risolvere altri problemi era necessario creare delle nuove macchine. L’avvento dei computer ha invece completamente rivoluzionato questo sistema. Grazie alla possibilità di installare più programmi specifici per ogni occasione all'interno della stessa macchina, ora non ci sogneremmo mai di cambiare del tutto il nostro PC nel caso in cui volessimo aggiungergli una funzionalità. Quello che faremmo sarebbe semplicemente installarci un nuovo programma e il gioco sarebbe fatto.

L’idea di Ethereum è proprio la stessa, ma applicata alla tecnologia della blockchain.

Ethereum permette di creare i cosiddetti smart contract, ovvero dei programmi che possono eseguire all'interno della blockchain stessa al fine di permettere l’aggiunta di nuove funzionalità alla blockchain di Ethereum stessa.

Così facendo la blockchain non rimane più immutabile una volta creata, ma si apre alla possibilità di implementare nuove funzioni con il tempo. In sostanza, grazie a questa possibilità, la blockchain passa da essere un registro decentralizzato ed immutabile ad essere un computer decentralizzato le cui operazioni sono pubbliche ed eseguite secondo un ordine immutabile.

Cosmos.network e l’internet delle blockchain

Se la nascita di Ethereum è paragonabile all'invenzione dei computer ma su un piano decentralizzato, il prossimo passo che è naturale si compia è la nascita di un “internet decentralizzato”. I computer, sebbene potenti singolarmente, sono infatti molto più potenti quando vengono collegati tra loro. Così come vale per essi è logico pensare che valga anche per le blockchain.

E’ questo il pensiero che ha motivato la nascita di progetti come Cosmos.network.

Attraverso Cosmos.network sarà possibile creare l’internet delle blockchain, permettendo a più blockchain diverse di collegarsi tra loro.

Cosa vuol dire questo per gli utenti normali? Un esempio pratico può essere quello dell’utilizzo di varie criptovalute all'interno di blockchain che nativamente non le supportano.

Andando per esempi, supponiamo che voi possediate 100 Bitcoin. Al momento non potete farci molto a parte scambiarli con altri utenti. Se ora però venisse creata una nuova blockchain che permettesse di acquistare la corrente elettrica con qualsiasi token (in quanto connessa a tutte le altre blockchain), ecco che i vostri Bitcoin potrebbero improvvisamente esservi utili per pagare le bollette della vostra abitazione. Un bel vantaggio, vero?!

In realtà le applicazioni di questo tipo di tecnologia sono molto vaste e con il tempo si definiranno meglio. Per ora questo sistema rimane in una fase ancora molto prematura (la prima versione dovrebbe uscire entro fine 2019) e non è ancora chiaro quali siano tutte le occasioni che potrebbe sbloccare. Sicuramente, così come è stato per internet ed i computer, anche per le blockchain la possibilità di connetterle tra loro porterà al cambiamento del mondo tecnologico così come lo conosciamo ora.

Conclusioni

All'interno di questo articolo abbiamo visto in modo molto riassuntivo quali sono stati i tre passi che hanno portato dalla nascita delle blockchain fino ai giorni nostri e quale potrebbe essere il futuro molto prossimo di questa tecnologia. Spero di averti fatto comprendere, anche solo molto superficialmente, cosa potrebbe prospettarsi nei prossimi anni (o decenni) e quali potrebbero essere gli effetti che questa nuova tecnologia quale è la blockchain potrebbe avere sulle nostre vite.

Come sempre, se qualcosa non fosse chiaro o ritieni che io possa fare di meglio aggiungendo delle parti a questo articolo o alla sua prima parte ti invito a scrivermi su Twitter. In ogni caso, ti ringrazio per aver letto fino a qua e spero di aver fatto un po’ di luce su questo tema ancora troppo buio per molti. Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo con i tuoi amici per far sì che anche loro riescano a vedere la luce in fondo al tunnel di questa tecnologia ancora per molti sconosciuta.

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Riccardo Montagnin
Cosmos Italia

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