à toute à l’heure — Guida all’inizio della Ligue 1 2015/16, pt I

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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9 min readAug 7, 2015

Il 7 agosto 1960 la Costa d’Avorio ottiene l’indipendenza dalla Francia. Mentre, rispettivamente, un anno dopo e due anni dopo nascono Maurizio Landini e DJ Albertino. Sono passati esattamente 55 anni e se Albertino sembra non risentirne, Landini e la Francia hanno dovuto ricalibrare le loro politiche in un mondo che è profondamente cambiato.

La Francia, dopo le barbarie di un colonialismo parossistico trascinato fuori tempo massimo, ha mantenuto stretti rapporti con le proprie ex colonie. Nonostante il fallimento dell’Union française (una sorta di Commonwealth) per tenere legati i territori d’oltremare alla madre patria, numerose comunità africane, asiatiche e caraibiche si sono stabilite nella Francia metropolitana, permettendo così, a quei francesi chiamati di seconda e terza generazione, di caratterizzare il paese transalpino per il suo variegato melting pot. Senza soffermarsi sulle discutibili politiche di integrazione francese (non è questo il luogo), basta prendere l’esempio della stessa Costa d’Avorio per capire quanto la Ligue 1 abbia un particolare e definito respiro internazionale in rapporto già alla nostra Serie A: dei i 23 convocati in rosa per la Coppa d’Africa del 2015, vinta dalla Costa d’Avorio stessa, 4 hanno giocato in Francia e 8 ancora militano in Ligue 1, ovvero più della metà.

Stasera, 7 agosto 2015, inizia la settantottesima edizione della massima serie del campionato di calcio francese, il sesto in Europa secondo il ranking UEFA (di questo credo che già tutti voi ve ne siate accorti). Il cartellone di stasera vede l’anticipo Lille-PSG tagliare il nastro inaugurale. Otto, nove agosto, sagra der coatto, le altre compagini scenderanno in campo, con il Lione a chiudere il posticipo domenica sera in casa contro il Lorient.

La Ligue 1 non è un campionato di prima fascia e, con ogni probabilità, non lo sarà da qui ai prossimi lustri. Negli ultimi quindici anni si è assistito ad un noiosissimo predominio dell’Olympiqye Lyonnais, che con tutti i crismi il PSG campione in carica per il terzo anno di fila è in procinto di ripetere. Questa tendenza è tipica nella storia dello zenit del calcio professionistico dell’Hexagone che, prima con lo Stade Reims e il Nizza, poi con il Saint-Étienne, il Nantes, l’Olympique de Marseille e infine con l’OL e il PSG, ha ripetuto lo schema di annate dominate da una o due équipes che non riusciranno a costruire altri cicli nei decenni successivi. Se ciò ha fatto sì che il livello fosse scarsamente competitivo in Europa, ha reso invece il campionato sicuramente più avvincente tra le mura domestiche. Squadre come il Bordeaux di fine anni ’90, o il Lille di Garcia o, ancora, il Montpellier del collettivo di mister Girard che strappò lo scudetto al primo PSG qatariota, riescono ad emergere nei momenti di stanca tra un ciclo e un altro.

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Ligue 1, solo grandi emozioni, dalle quali ognuno si tutela come può[/caption]

Un altro aspetto sicuramente interessante è il peso che viene dato alla formazione giovanile. I centres de formation (le nostre giovanili) e soprattutto le seconde squadre militanti nelle serie inferiori, sono al centro del dibattito in Italia ormai da anni, in un contesto di ignavia che sta dando adito allo sviluppo di quelle multiproprietà, a mio avviso, dal potenziale infinitamente nefasto non solo per il nostro calcio, ma anche per quell’educazione sportiva ormai pressoché inesistente. Ovviamente dietro l’adozione francese di un modello di educazione e sviluppo giovanile, soggiace il loro proverbiale campanilismo che, d’altra parte, pone un limite affinché si possa avere un significativo miglioramento qualitativo (almeno fino ad oggi).

Così, mentre l’Effectif (la prima squadra) si popola di Formés au club (prodotti del vivaio), sui diritti televisivi c’è stata gran bagarre per l’arrivo a gambe tese di BeIN Sports, un gruppo “global leader” in produzione, distribuzione e acquisizione di diritti media. La società è controllata da Nasser Al-Khelaïfi che, guarda caso, è anche il presidente del PSG. Se qui ciò non ci stupisce, abituati al nostro meraviglioso capitalismo senza concorrenza e assistito dallo Stato, l’opinione pubblica francese non fa sempre buon viso a cattivo gioco quando entra di mezzo un conflitto d’interesse. Ecco or dunque che la polemica è scoppiata tra francesisti, proqatarioti, internazionalisti trotskisti, fautori della rivoluzione permanente, miglioristi, ecc. Mi permetto di citare a proposito un commento di Pierre Ménès, un adorabile orsacchiottone nonché rinomato giornalista sportivo d’oltralpe, parlando della contro pubblicità di BeIN Sport in contrasto con la concorrente francese Canal+: « Ils disent opter pour une lecture positive de la Ligue 1. Je ne sais pas ce que veut dire cette phrase. Il n’y a pas de lecture positive ou négative. Il y a une lecture. Si les gens payent pour qu’à la fin on leur dise que c’était formidable, on vous ment et on vous prend pour des cons ».

Le match

Tornando a noi, cerchiamo di focalizzare squadra per squadra le protagoniste di questa nuova stagione, partendo dal PSG campione in carica e la sfidante di stasera, il LOSC Lille, classificatosi ottavo, ma che ha mollato solo nelle ultime giornate la corsa per un piazzamento in Europa.

PSG

Il sontuoso mercato del PSG è cosa nota e impensabile per la maggior parte delle società europee, in Francia ancor di più (difficilmente le altre società superano i 5 milioni di spesa per un calciatore).

Il primo a farne le spese è stato Sirigu, che quest’anno dovrà affrontare la concorrenza da sfavorito con Kevin Trapp. Il teutonico portiere dell’Eintracht classe ’90, è stato acquistato per una cifra vicina ai 10 milioni e ha già fatto la sua prima apparizione da titolare durante il Trophée des champions (aka Supercoppa di Francia) giocata a Montréal la settimana scorsa contro l’OL e vinta agilmente per 2–0 (reti, realizzate entrambe nei primi venti minuti, di Aurier e Cavani). A rinforzare la rosa il terzino sinistro classe ’93 formé au club Sabaly, di ritorno dal prestito con l’Evian e Stambouli mediano e all’occasione difensore, campione con il Montpellier nel 2012, prelevato dal Tottenham per 9 milioni. Intanto il magnate del Qatar è riuscito a piazzare un ottimo affare sulla carta, vendendo uno spompato Cabaye ancora 29enne per 14 milioni (più 4 di bonus) al Crystal Palace, ove troverà il mentore Pardew che lo lanciò a Newcastle. Un ottimo affare, se non fosse che lo stesso nazionale francese fu acquistato neanche un anno e mezzo fa al modico prezzo di 30 milioni. Ma, ovviamente, lo schiaffo alla miseria non era ancora stato dato, quindi ecco qui un altro pezzo da collezione da aggiungere a questo museo delle cere in ville lumière: Angel Di Maria è ufficialmente sotto l’ombra della Tour Eiffel. Al Man U andranno 63 milioni di euro dopo una stagione decisamente al di sotto della aspettative. E in rete scattano quelle classifiche che scaldano il cuore di patron Al-Khelaïfi, novello Moratti: Di Maria dopo Cavani è il secondo acquisto più costoso della Ligue 1, l’ottavo acquisto più costoso al mondo e infine il calciatore più pagato della storia sommando i suoi acquisti (185 milioni, secondo Ibra a 169 e terzo James a 132). E pensare che il giovane “Fideo”, all’età di 6 anni, venne acquistato dal Rosario Central per 26 palloni, tra l’altro mai consegnati.

Blanc anche quest’anno dovrà essere un buon baby-sitter e gestire i capricci di troppi campioni e troppe prime donne per un solo spogliatoio. La stagione precedente ci è riuscito a singhiozzi, con una volata finale in campionato e una Champions giocata a testa alta, coronata dalla vittoria agli ottavi contro il Chelsea di Mou, prima di capitolare contro il ciclone Barça. È molto probabile che anche quest’anno vincerà il titolo, ma questa squadra ha bisogno di un salto di qualità e acquistare ogni anno una serie di campioni fino a che non finiscono tutti, non è propriamente una grande idea di gioco. Nel precampionato comunque la compagine parigina non ha deluso, l’unica tra le francesi a concludere questo calcio estivo imbattuta (per quanto può valere). Oltre alle scaramucce tra un Ibra in perenne fase gastrite e un Rabiot in cerca di gloria, Blanc ha potuto provare una serie di esperimenti che probabilmente avranno seguito durante la stagione e che porteranno notevoli soddisfazioni.

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Su chi puntare

Il primo tra questi è Jean Kévin Augustin. Attaccante classe ’97 appena uscito dal vivaio targato PSG. Titolare in tutti i match di pre-season (con 5 gol e un paio di assist in 5 partite si aggiudica il titolo di capocannoniere della International Champions Cup 2015), rileva Cavani nell’ultima mezz’ora della supercoppa alla prima ufficiale. Già “Titi d’or 2014” (l’espressione tradotta si avvicina a qualcosa come “Giovane scafato d’oro”), il premio dato al miglior giovane francese recentemente vinto anche da Coman, Blanc ha speso parole importanti per lui, definendolo: “esplosivo, rapido, capace di un ottimo pressing”. A ciò va ad aggiungersi un’ottima tecnica, una duttilità notevole (può giocare da esterno, come da prima o da seconda punta) e soprattutto vede la porta. Definito già il “Pelé français”, troverà spazio quest’anno così come è stato concesso a Bahebeck l’anno scorso (24 presenze e 2 gol) nella speranza che sia più prolifico, nonostante anche quest’ultimo abbia ampi margini di miglioramento. Ovviamente i vari Ibra, Cavani, Verratti e Thiago Silva va da sé che porteranno da soli molti punti nella cassaforte di Monsieur Blanc.

La formazione

Il 4–3–3 di Blanc vedrà quindi quest’anno Trapp difendere i pali, sempre che Sirigu non rientri nelle grazie del suo coach, Thiago Silva a guidare la difesa con accanto uno tra David Luiz e Marquinhos (ottima la stagione della creatura di Zeman — ricordiamolo) e sulle fasce Van der Wiel a destra e Maxwell a sinistra, mentre partono dietro Aurier, Digne (utilizzabili sia al centro che come terzini) e i giovani Sabaly e Kimpembe. A centrocampo si è confermato ad altissimi livelli Verratti in cabina di regia (altro pupillo di Zeman e, di conseguenza, mio) autore di 8 assist l’anno scorso, con Thiago Motta che sembra dover rimanere, nonostante le insistenti voci di mercato lo vogliano alla corte di Simeone, accanto all’enfant prodige Rabiot e Matuidi. A completare la batteria Stambouli. Il 4–3–3 potrà trasformarsi agilmente in un 4–4–2 provato a più riprese durante quest’estate, con i vari Maxwell, Augustin, Lucas, Bahebeck che possono arretrare o salire rispetto alla loro fascia di competenza. Davanti, come al solito, c’è da sgomitare: Ibrahimovic, Cavani, Di Maria, Pastore (secondo miglior assistman l’anno scorso con 10 passaggi decisivi), Lavezzi, più mr. 40 milioni Lucas tenuto a dimostrare il suo valore. Infine i già citati Augustin e Bahebeck e i due ex-primavera Ongenda (anche lui “Titi d’or”) e Habran. Questo fino ad ora, ammesso e non concesso che il presidente non abbia altre fanta-voglie da gestazione.

LOSC

Quest’anno mister Girard ha condotto un mercato in grande. I suoi mastini (Les Dogues, questo è il simbolo e il soprannome dei Lillois) puntano ad un piazzamento in Europa se non a qualcosa in più, dopo una stagione in cui si è raccolto poco. Con il Montpellier, sorprendentemente campione nel 2012, Girard ha dimostrato di essere uno dei migliori allenatori degli ultimi anni in Francia. Rispetto alla media delle squadre in Ligue 1, può vantare un calcio più piacevole per i nostri standard e, anche se orfano dei giocatori che l’hanno portato alla vittoria a Montpellier (quei Giroud, e Belhanda che abbiamo apprezzato altrove), si appresta ad affrontare la stagione con una rosa rinnovata ma che pianta le sue basi su capitan Mavuba, Beria e Balmont, tre delle pedine dello scudetto di Rudi Garcia qui in quel del Nord.

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L’acquisto più costoso di quest’estate è stato Guillaume, giovane attaccante belga preso dal Lens per 4 milioni. Assieme a lui coach Girard ha chiesto e ricevuto Obbadi dal Monaco, che ricorderete all’Hellas nella stagione appena trascorsa (dal sito del LOSC si capisce quanto si creda nell’osmosi: « Connaissez-vous le point commun entre Ronaldinho, Falcao, James Rodriguez, Javier Saviola et Luca Toni? »), Bauthéac arrivato dal Nice per 2 milioni e mezzo, il roccioso centrale zambiano Sunzu in prestito dalla Cina e infine la giovane promessa Sehrou Guirassy, classe ’96 attaccante proveniente dallo Stade Lavallois.

Su chi puntare

Tra i nuovi acquisti pare avere molta considerazione presso il Mister, Guillaume. La sua giovane età può essere ancora un’attenuante per la scarsa prolificità mostrata fino ad ora (nonostante la pregevole fattura di alcuni suoi gol.

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Un altro elemento che potrebbe risultare decisivo è Boufal, centrocampista offensivo classe ’93 acquistato per 4 milioni all’ultimo mercato invernale dall’Angers in Ligue2, poco dopo essere stato nominato miglior giocatore fino a quel momento. Nei suoi sei mesi a Lille ha avuto modo di mostrare le sue qualità: 14 presenze condite da 3 gol e 5 assist. Bauthéac potrebbe essere un altro perno della squadra di Girard. Acquistato dal Nizza, in 4 anni di Ligue1 ha mantenuto una media di 6 gol e 6 assist a stagione. Infine come non citare capitan Mavuba (convocato anche all’ultimo mondiale tra i galletti) e Enyeama che nell’ultima stagione ha tenuto in piedi la baracca, vista la scarsa vena realizzativa della squadra, subendo solo 25 gol.

Questa è quella che con facili entusiasmi viene definita la “spéciale Bauthéac”.

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La formazione

Con Enyeama colonna della nazionale nigeriana, sicuro estremo difensore titolare, la difesa verrà completata da Corchia, Civelli (enorme centrale argentino scuola Banfield — la stessa squadra da cui provenì Zanetti — con il vizietto del gol di testa), Baša e Sidibé. A centrocampo troveremo Balmont, già citato in esergo, Mavuba, Bauthéac e Boufal. Subito dietro troviamo le candidature di Amadou, Araujo e, udite udite, Tallo che ricorderete sicuramente in casacca giallorossa qui in Urbe. Davanti probabile fiducia al neo acquisto Guillaume che nel reparto avanzato farà compagnia a Roux, Rodelin, Guirassy e, ultimo nelle gerarchie, il giovane Frey.

Godetevi quest’anticipo (tra l’altro in chiaro su una rete italiana) che si prospetta essere interessante. Nei prossimi giorni completeremo il quadro di questa nuova stagione di Ligue1.

À tout à l’heure.

Articolo a cura di Sacha Marsili

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