à toute à l’heure — Guida all’inizio della Ligue 1 2015/16, pt III

Crampi Sportivi
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12 min readAug 18, 2015

Mentre qui svariate milioni di CT dicono la loro su come dovrebbe giocare ogni singola squadra di Serie A e quali sarebbero gli acquisti migliori, la Ligue1 si appresta a darci i verdetti della seconda giornata.

Noi di Crampi ci industriamo per presentarvi al meglio il cugino brutto e sfigato del calcio europeo. A voi risultati e schede delle squadre e delle terza parte della nostra guida alla Ligue1.

Bordeaux

La storica formazione aquitana, che ha visto esplodere Zizou, ha concluso la passata stagione al sesto posto. Il suo allenatore, quel Willy Sagnol campione con il Bayern in Champions nel 2001 (la seconda consecutiva persa da Cuper), ha raggiunto il piazzamento UEFA al primo tentativo e, come premio, la società ha deciso di acquistare una solo giocatore: Gajić, un terzino serbo classe ’96 reduce dalla vittoria al mondiale under-20 con la sua Serbia. Dalle giovanili invece salgono Guilbert (già promosso a titolare, proprio a discapito di Gajić), il mediano Maulun, il secondo portiere Prior e il fantasista argentino Vada. Mentre Faubert e la bandiera Planus fanno le valigie (contratto scaduto) assieme a Mariano (al Siviglia per 3,5 milioni) e Sala (attaccante argentino girato al Nantes).

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Incredibile come gli anni ’80 siano riusciti a rovinare anche gli anni ’90.

Le prime partite ufficiali sono arrivate subito con il terzo turno eliminatorio di Europa League. Gli avversari erano i ciprioti dell’AEK Larnaca, battuti agilmente con un 3 a 0 (gol di Poko, Diabaté e Maurixe-Belay) e 1 a 0 (Kiese Thelin). A fine agosto i girondins affronteranno tra andata e ritorno i kazaki del Qayrat.

Su chi puntare

Il primo nome è quello di Rolan, attaccante uruguagio esploso l’anno scorso. Fa della velocità il suo grande punto di forza, non essendo né un centravanti classico, né moderno. Ha le fattezze di una seconda punta, riadattato a perno dell’attacco: è un giocatore intelligente che sa dove va a finire la palla permettendosi così di anticipare sempre i suoi diretti marcatori e chiamando il passaggio ai compagni. Un finalizzatore perfetto nel gioco di Sagnol che si sviluppa sulle fasce (guarda caso). Con un curriculum di 15 gol (capocannoniere della squadra) e una Copa America in cui ne ha giocate 4 su 4, si candida ad essere di nuovo il leader offensivo della squadra. Accanto a lui il fantasista Khazri, al suo secondo anno al Bordeaux. Da non sottovalutare anche l’attaccante uscito dal vivaio Diabaté, Siané (titolare in pianta stabile con il Senegal) e Plasil, centrocampista con esperienza a Catania.

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Una selezione dei gol migliori di Rolan la scorsa stagione. Apparentemente banali. Apparentemente…

L’effectif

Con questa rosa di quasi tutti formés au club, coach Sagnol ha sperimentato un 4–3–3 più offensivo, alternandolo a un 4–4–2 in momenti di maggiore insicurezza. In questo esordio ha puntato su quest’ultimo modulo: Carrasso in porta, Guilbert e Poundjé sugli esterni, Pallois e capitan Sertic al centro, Poko e Khazri laterali con Chantôme e Saivet centrali. Davanti la coppia Touré, Diabaté. Con 4 competizioni le forze andranno dosate, così avranno la titolarità anche i sopraccitati Rolan, Siané e Plasil, oltre che Yampéré, Gajić, Traoré, Thelin, Maulun e Belay.

Stade de Reims

La squadra dello Champagne è stata, a cavallo tra gli anni ’50 e gli ani ’60, la storica squadra di Fontaine (capocannoniere con 13 gol, sopra un certo Pelé seppur 18enne, alla Coppa del mondo del ’58) e Kopa che hanno garantito 5 dei 6 campionati vinti dalla formazione della Marne. I fasti passati sono irripetibili ora, in una squadra che lotta accanitamente per non retrocedere. Mister Guégan ha strappato la salvezza sostituendo l’esonerato Vasseur (di cui era il vice) ad aprile, conquistando così la riconferma dalla dirigenza. Ci sarà comunque molto lavoro da fare a partire da un dato che per una “piccola” non è di certo confortante: migliorare quei meccanismi difensivi che ne hanno fatto la squadra più perforata del 2014–2015. I primi acquisti sono Bulot, esterno mancino dallo Standard de Liège, Hamari Traoré difensore dal Lierske. Ceduti Moukandjo al Lorient e Courtet all’Auxerre, finiscono i prestiti di Roberge (Sunderland) e Mavinga (girato dalla casa madre Rubin Kazan al Troyes).

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La finale della quarta edizione della Coppa Campioni vede Kopa, trasferitosi al Real, affrontare la squadra che lo lanciò impreziositasi intanto di Fontaine, capocannoniere di quella edizione. Dall’anno dopo, i due che si erano dati la staffetta, giocheranno assieme al Reims negli ultimi anni della loro carriera.

Su chi puntare

Un ottimo prospetto è Kyei, che però parte dalle seconde linee, chiuso da N’Gog che con 7 gol la scorsa stagione è il miglior marcatore di squadra. Per Bulot è stato fatto un investimento, considerato il blasone attuale della squadra, quindi molte speranze sono riposte in lui. Vedremo se questa vittoria non sarà semplicemente il tipico exploit di inizio campionato della formazione minore, ma l’inizio di un’annata che possa qualificare Reims come una piazza arcigna per chi cerca punti facili.

L’effectif

La squadra si schiera con 4–1–4–1: il poco affidabile Agassa a difendere la porta, Mandi e Weber davanti a lui, con il neoacquisto Traoré e Signorino ai loro lati. A fare da filtro tra difesa e centrocampo c’è Peuget, mentre le mezzali saranno Devaux e Oniangue. Sugli esterni giocheranno Bulot e De Preville e davanti Ngog.

Le résumé

Si gioca al Nouveau Stade Bordeaux inaugurato all’ultima giornata del 2015. I lavori sono stati inaugurati in tempo per testare il campo tutta l’annata, essendo preposto ad ospitare qualche partita di Euro 2016.

Un match che sulla carta non dovrebbe creare problemi ai girondins, si complica inaspettatamente. Alla fine di un primo tempo molto noioso, su un cross velleitario da sinistra, il portiere del Reims va a farfalle, ne approfitta Khazri, rimasto in piedi ad osservare la quaglia del suo avversario, che raccoglie, finta il tiro e insacca. Il Bordeaux addormenta la sfida (probabilmente in maniera inconscia) ma nei minuti finali lo Stade de Reims va sopra, prima con un inguardabile gol su carambola e poi su un lunghissimo rilancio del portiere spizzato di testa da Kyei (2 assist per lui) che manda in porta il baby Siebatcheu dopo una dormita colossale da parte della difesa che lascia a tu per tu l’attaccante con il portiere del Bordeaux claudicante dall’inizio della partita.

OL

La squadra con il ciclo più lungo della storia della Ligue1 è riuscita a tornare in auge. La sfida contro i campioni del PSG in Supercoppa ha mostrato ancora gli enormi limiti della squadra, ma Fournier non si dà per vinto e non ha badato a spese. Quasi 8 milioni per acquistare Beauvue dal Guingamp che l’anno scorso ha stupito con un bottino di 17 reti. 5 milioni per il ritorno di Valbuena in Francia e 3 milioni per l’acquisto del difensore Rafael dallo United. Se inoltre dovesse andare in porto anche l’operazione Yanga Mbiwa (mentre Digne del PSG pare stia facendo il percorso inverso da Parigi), alla voce “uscite” andrebbero aggiunti altri 9 milioni. Intanto arriva Morel, terzino svincolato dall’OM. Per concludere le faraoniche operazioni estive, i due gioiellini Lacazette e Fekir sono stati blindati, assieme a Grenier, tutti provenienti dal Centre de formation lyonnais. Particolare questo da sottolineare perché, nonostante sia uso nel calcio francese far giocare regolarmente in prima squadra i formés au club, l’OL ne ha ben 15 su 28 che costituiscono, per di più, l’ossatura dell’undici titolare; e non stiamo parlando del Piacenza tutto italiano di Gigi Cagni che se la doveva sudare la serie A, ma di una pretendente allo scudetto. A lasciare la terza città di Francia sono Bahlouli (per 3,5 milioni all’OM), Yattara (per 2,5 milioni al Liegi), più Dabo e Gourcouff il cui contratto è scaduto. Il precampionato dei Gones non è stato brillante, ma è il solito discorso del calcio d’agosto: bisogna smaltire i carichi, ritrovare il ritmo, far adattare al meglio i nuovi acquisti, ecc. A tutto ciò va aggiunto l’ennesimo brutto infortunio di Grenier, un predestinato che rischia di giocarsi seriamente la carriera. L’ultimo grave stop era arrivato dopo essere stato richiesto da mezza Europa al concludersi della stagione 2013–2014. Il suo rientro è datato aprile 2015, le pretendenti ormai si erano dileguate e il talento fatto in casa ha rinnovato così con il Lione fino al 2018, poco prima della rottura totale del retto femorale della gamba sinistra che lo terrà lontano dai campi per almeno 4 mesi.

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A Football Manager diventava Pelé

Su chi puntare

Lacazette è stato il bomber della scorsa stagione, capocannoniere con 27 reti della Ligue1. Inutile dire che ci si aspetti molto da lui. Se N’Jie non partisse potrebbe essere un ottimo innesto, soprattutto nel ruolo di esterno alto in un 4–3–3. L’anno scorso ha realizzato 7 gol e 7 assist: niente male per uno al primo anno alle prese con il professionismo. La speranza che Grenier possa esplodere senza altri intoppi è croce e delizia di questa società: una (ormai) mezza stagione con lui a pieno regime rappresenterebbe un grattacapo anche per il PSG. Occhio a Ulrik Jenssen classe ’96 norvegese: l’esterno del vivaio potrebbe non avere la possibilità di non entrare in pianta stabile in prima squadra, ma gli addetti ai lavori dicono un gran bene di lui e ormai la primavera lionese è rinomata. Umtiti, nonostante la giovane età, è ormai una sicurezza e assieme a capitan Gonalons formerà quell’asse centrale che ha fatto le fortune del Lione la scorsa annata. Nella speranza che Beauvue ripeta la stagione bretone (17 reti), chi sicuramente trascinerà la squadra quest’anno sono l’internazionale Valbuena e la stella Fekir (13 gol e 9 assist l’anno scorso) cercato dall’Inter e non solo quest’estate. Dai suoi piedi passerà tutta la creatività dell’attacco del Rhône-Alpes.

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Assist, acrobazie, tocchi sotto, inserimenti, freddezza, dribbling, imbucate, tiro, velocità… Se toppa quest’anno, rifondo la DC.

L’effectif

Dovendo giocare in 4 competizioni, il Lione si appresta a modificare agilmente i moduli: da un 4–4–2 a rombo, passando per un 4–2–3–1, fino al più classico 4–3–3. Gli irriducibili di Monsieur Fournier sono: Lopes tra i pali, Jallet (infortunato) e il neoacquisto Rafael terzini, Bisevac e la colonna del vivaio Umtiti al centro, a centrocampo Gonalons (squalificato questa giornata), Tolisso, Grenier (quando tornerà) e Fekir, Lacazette e Beauvue. A sopperire a infortuni, squalifiche e fiato ci saranno Jenssen, Koné e Bedimo in difesa, Ferri, Malbranque, Fofana e Ghezzal (il cui fratello maggiore è ben noto da noi) a centrocampo e davanti Benzia e N’Jie che sembrano essere in orbita Rennes (il primo) e Tottenham (il secondo).

Lorient

Il Lorient è una delle poche squadre con un’ossatura non francese e del vivaio: solo 4 ragazzi escono dal centre de formation bretone, mentre sono ben 12 gli stranieri (un numero elevato per la Ligue1). La squadra di Monsieur Ripoll dovrà ripartire senza una pedina importante: Jordan Ayew, uno dei due figli di Abedi Pelé (13 gol la scorsa stagione, anche meglio del fratello all’OM) che non ne ha voluto sapere di restare. Al suo posto è stato reclutato Moukandjo dallo Stade de Reims. Assieme a lui sono arrivati l’ivoriano Fofana e il ghanese Waris. Esclusi i gol di Ayew che hanno tenuto a galla i Merlus (merluzzi), si è potuto contare su una discreta fase difensiva che la vuole tra le migliori della seconda metà della classifica. I tre 0–0 estivi, più questo con l’OL (che è un signor risultato) stanno a dimostrare che il trend, molto probabilmente, sarà sempre lo stesso.

Su chi puntare

La fiducia, come già detto, è da riporre sul pacchetto difensivo. Mentre davanti non sembra che il buco lasciato da Ayew sia stato adeguatamente riempito: Moukandjo (che a 27 anni ancora non è riuscito ad andare in doppia cifra in una singola stagione), Fofana e Waris (che non hanno dimostrato di essere dei veri e propri bomber in Norvegia e Turchia, non proprio due campionati eccelsi) non sembrano essere all’altezza. Una buona pedina potrebbe essere Jeannot, che finora ha tenuto una media di 1 gol ogni 3 partite. L’altra sicurezza è l’esterno mancino Guerreiro (7 gol e 4 assist la scorsa stagione) già under-21 lusitano.

L’effectif

L’apparente emule di Gigi Cagni, si gioca la stagione invece con un 4–4–2. I quattro dell’apocalisse difensiva sono Le Goff, Gassama, Bellugou e Lautoa con Lecomte estremo difensore. A centrocampo da destra a sinistra troviamo Bouanga, Mostefa, Mesloub e Guerreiro. Davanti partono in pole position Moukandio e Jeannot. Jouffre e Mulumba (entrambi ai box) assieme a Traoré, esiliato fino a luglio al Monaco, dovranno riguadagnarsi il posto.

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C’est pur, c’est bon! Oh-là-là-là-là!

Le résumé

Dopo un inizio in quarta del Lorient che vede Lopes protagonista, Lecomte risponde compiendo due parate pazzesche nella stessa azione che si può riassumere con due pali e 3 rigori da fermo per il Lione. Il primo tempo si conclude con un altro salvataggio di Lecomte su tiro da fuori. La seconda frazione si ripete a specchio: Lorient che attacca e stavolta è Umtiti a salvare sulla linea. Fekir si sveglia colpevolmente in ritardo, ma Lecomte conferma il suo stato di grazia e la partita finisce a reti inviolate.

Nice

Les azuréens vengono da stagioni altalenanti, la cui più recente è stata coronata da una salvezza con pochi sussulti. Puel, l’allenatore (che questo ménage vuole essere stato campione francese con il Monaco in campo, ma soprattutto da allenatore nel 2000), ha portato in squadra Ben Arfa, Le Marchand, Mendy, Seri, il giovane Wallyson dallo Sporting Lisbona, più i due prestiti di Germain (dagli acerrimi rivali del Monaco) e Baysse (dall’ASSE). Ad abbandonare la scialuppa c’è Carlos Eduardo (per il quale con il Porto si è aperta una polemica simile a quella di Salah), Amavi (al West Ham per 15 milioni), Bauthéac al LOSC e Maupay all’ASSE.

Su chi puntare

Dopo un anno pressoché fermo, Ben Arfa si aggrega alla squadra da free agent. Vista la sua esperienza internazionale, che vanta di 37 presenze nelle coppe europee (tra OM, OL e Newcastle) e 13 con la casacca della nazionale, sarà lui che dovrà caricarsi les Aiglons (aquilotti) sulle spalle.

L’effectif

Il rombo di Puel prevede i nuovi acquisti Baysse e Le Marchand difendere la porta di Pouplin con Bodmer e Boscagli. In mezzo al campo troviamo Koziello e Seri, con Mendy schermo difensivo e Ben Arfa con licenza di inventare. In attacco Pléa e Germain dovranno sopperire all’assenza di Carlos Eduardo, uno che la palla la buttava dentro e non sempre nella maniera più banale…

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Un evidente omaggio a Pasquale Luiso

Monaco

L’ultima qualificata in ordine di punti alla Champions League 2015–2016 per la Francia è la squadra del Principato. L’artefice della felicità dei Grimaldi, è Jardim che comunque arriva un gradino sotto alla posizione raggiunta un anno prima da Ranieri. Una delle poche società disposta a spendere, nonostante il divorzio più caro del mondo sostenuto dal patron Rybolovlev, ha ingaggiato la solita infinita sequela di giocatori. El Shaarawi a 16 milioni (con le solite formule dilazionate), l’attaccante dell’Estudiantes Carrillo a 9, Fabinho difensore riscattato dal Rio Ave dopo due anni di prestito alla stessa società monegasca, Lemar giovane promessa del Caen, il centrocampista offensivo Bahlouli dal Lione per 3 milioni, Pašalić piccolo fenomeno centrocampista in prestito dal Chelsea, Cavaleiro dal Benfica, Corentin dal Troyes ma lasciato lì in prestito, infine per Wallace detto “El sanguinario” è stato rinnovato il prestito (colonna delle selezioni giovanili verdeoro con cui ha appena vinto il Torneo di Toulon). A pagare gli alimenti della signora Rybolovleva ci pensano le cessioni di Kondogbia, Carrasco, Obbadi, Ocampos, Isimat-Mirin, Falcao e la fine del contratto di Berbatov. Dopo aver passato agilmente ai playoff di Champions, battendo agilmente lo Young Boys per 3 a 1 (gol di Kurzawa, Carrillo e Pasalic) e poi 4 a 0 (Kurzawa, El Shaarawi, Martial, Cavaleiro), il Monaco dovrà battere il Valencia nelle due sfide che la separano dall’accesso all’Europa che conta. Jardim può contare sulla confortante statistica che lo vede come l’allenatore della miglior difesa dell’anno scorso. La sfida è cercare di superare la posizione dell’anno scorso e lasciarsi l’OL alle spalle, con un PSG irraggiungibile e un OM in cerca di autore.

Su chi puntare

Nonostante le numerose dipartite, di stelle ce ne sono ancora. Subašić e Carvalho sono una barriera insormontabile in Ligue1, con l’apporto del mai domo capitano Toulalan. Il terzino Kurzawa è destinato a rimanere il migliore nel suo ruolo in Francia. Mentre Pašalić potrebbe esplodere quest’anno in Costa Azzurra, i numeri ci sono tutti. Su Moutinho non c’è molto da aggiungere, mentre El Shaarawi cerca la rinascita dopo gli ultimi anni tormentati. Occhio a Cavaleiro autore di un precampionato al bacio. Mentre Martial, il non ancora ventenne prelevato dal Lione due anni or sono, ha fatto capire di potersi giocare il posto anche con gente dai curricula che parlano da soli. Il perno centrale dell’attacco sarà lui.

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Il tuttocampista del futuro

L’effectif

Jardim preferisce giocare con un più europeo 4–2–3–1, per abituare la squadra a competizioni un po’ più ardue della Ligue1. Come già detto in porta troviamo Subašić, Kurzawa e Fabinho terzini, Carvalho e Raggi a completare il reparto. Il metronomo Toulalan coprirà le spalle all’inventiva di Pašalić, davanti a loro agiranno Moutinho, Cavaleiro e Il Faraone a sostegno di Martial. Abdennour (le cui voci di mercato in Italia sono sempre più insistenti) e Wallace sono le prime seconde scelte per la difesa. A centrocampo Bernardo, Dirar e Bahlouli. A completare l’attacco con Carrillo, c’è Traoré, il gigante di 203 cm. che sostituirà Berbatov nel raccogliere i palloni rimasti incastrati sopra la traversa.

Le résumé

In questa sfida sentitissima, il Nice si porta subito in vantaggio dopo un disimpegno scellerato della difesa biancorossa, cross tagliato al centro e Germain, scuola Monaco, punisce la squadra che l’ha cresciuto e non esulta, nonostante le mani in faccia dei compagni che cercano di deformargli la bocca a mo di sorriso. E mentre Pašalić viene sostituto, steccata la prima (il suo sostituto però, Bernardo, spreca subito davanti alla porta un ottimo pallone), il Nice resta in dieci per un’infantile doppia ammonizione beccata da Boscagli (17 anni). Il Monaco inizia il secondo tempo con un altro piglio e Bernardo si fa perdonare l’erroraccio del primo tempo pareggiando da una palla persa dai rivali rossoneri: 1 a 1 palla al centro. La profezia si compie con l’ingresso di El Shaarawi che con uno strano colpo costringe Pouplin a deviare la palla solamente sulla traversa, al tap-in ci pensa Kurzawa ed è 2 a 1. Inutili gli sforzi dei nizzardi in inferiorità numerica per pareggiare i conti.

Nella prossima e ultima parte di questa guida, presenteremo le due squadre corse e altre compagini di metà classifica che, state certi, daranno filo da torcere alle pretendenti dei piani alti.

À tout à l’heure!

Articolo a cura di Sacha Marsili

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