10 cose, personaggi e sentimenti a cui Paulo Dybala somiglia

Crampi Sportivi
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5 min readApr 12, 2017

(Sintesi della partita a cura di Luigi Di Maso, top ten da un’idea di Matteo Serra, con la collaborazione e supervisione di Simone Vacatello)

A guardare Juventus-Barcellona con l’occhio dell’amante delle statistiche si potrebbe stare lì e puntualizzare che la Juve non perdeva allo Stadium da 4 anni (con un gol di Mandzukic tra gli ultimi subiti, tra l’altro), e che quindi a livello numerico una sconfitta appariva improbabile. A vederla con gli occhi del contrappasso invece, la sfida regalava un retrogusto di rivincita a entrambe le contendenti: vedi la finale persa dai bianconeri nel 2015 a Berlino. e il gol di Zalayeta che aveva punito i blaugrana ai supplementari nel 2003. Ma a tirare somme in maniera definitiva si farebbe un torto al pallone, d’altronde Juventus Barcellona richiederà il suo tributo emotivo fino al 90’ del ritorno.

Tutto sommato però, al netto di tutte le fanfare su Davide e Golia con cui i media ci hanno frastornato alla vigilia, alzi la mano chi avrebbe scommesso sulla vittoria netta degli uomini di Allegri, l’architetto di una signora partita, l’emotivo che trascende nel cervellotico e nel farlo non perde un colpo. Tipo quando, punzecchiato dal dubbio Alex Sandro/Asamoah, opta per il brasiliano e gli regala la chance di sfornare l’ennesima prestazione che vale una stagione.

In generale la Juventus ha portato avanti la sua idea di gioco iper-offensiva fatta di spazi chiusi e controffensive spiritate, e il Barcellona è rimasto fermo sul paradigma del tridente stellare e si è inchiodato su un possesso palla nettamente superiore, ma altrettanto sterile. Alla fin della tenzone, il pragmatismo l’ha spuntata sull’esuberanza tattica.

Per tutto il resto, c’è stato Dybala.

Si potrebbe affrontare il discorso Dybala con lucidità, raziocinio, il giusto relativismo e schivando, sia per il nostro bene che per il suo, l’etichetta del ‘nuovo Messi’. Noi evitiamo anche il raziocinio, e piuttosto optiamo per raccontarvi il tipo di giocatore che l’argentino incarna attraverso personaggi, cose e sentimenti che a nostro giudizio gli somigliano.

10 — Dybala è un trottolino amoroso, du du, da da da

Guardate come si gira e trottola la Joya sul primo gol segnato al Barcellona. Come in una canzone di Minghi e Mietta ma cantata da Frank Sinatra feat. Adele e con arrangiamenti di Luis Bacalov.

9 — Paulo Dybala è un impressionista

Gli spazi in cui divide e vede il campo non sono quelli consueti. Dybala governa il rettangolo di gioco con una goniometria tutta sua, libera corridoi con il movimento del corpo e li attacca con il movimento del pallone. Lo fa come se fosse l’unica cosa possibile, come se a calcio si giocasse veramente così.

8 — Paulo Dybala è Alex Del Piero

Il calcio di Dybala è intuitivo. Pensa giocate mai banali che sono il frutto di un ragionamento complesso ma sintetizzato in pochi tocchi e pochi secondi di gioco. Cosa pensa che io faccia il mio avversario? Dove crede che io tiri? Da che parte è sicuro che io lo dribbli? La classe è nulla senza intuizione.

7 — Paulo Dybala è Omar Sivori

Il calcio è un gioco in cui si parte alla pari, sempre. Le svolte della gara si hanno quando si rompe l’equilibrio, quando si attacca in tanti contro pochi, quando si crea superiorità numerica. Gli allenatori si scervellano per cercare questa situazione. A Dybala basta un attimo, perché ha l’esplosività, la tecnica, l’intelligenza di chi è nato per saltare l’uomo, per creare pericolo. Fateci caso: il primo avversario lo salta S-E-M-P-R-E.

6 — Paulo Dybala è Steph Curry

Un’energia immensa e inaspettata da gente con la sua stazza, che unita alla tecnica gli permette di vanificare qualsiasi velleità difensiva contro di lui. Il talento c’è, ma c’è anche grandissimo lavoro dietro. Come con Steph, quando lo vedi partire in penetrazione. «Non ce la fa. Non ce la fa, non ce la fa, è impossibile! No! NO! Ok, ce l’ha fatta»

5 — Paulo Dybala è un sentimento antinostalgico

Dybala sa fare la dab, e d’altronde la condizione ultima per assurgere al ruolo di mito moderno è la costanza applicazione nei suoi canoni culturali e pop, la dedizione e la capacità di tenersi in costante aggiornamento. Visto da qui, la Dark Polo Gang è un gruppo di Dybala volenterosi ma che non ce l’hanno fatta.

4 — Paulo Dybala è Pikachu

Piccolo, tenero, furbetto, sorridente, elettrico.

3 — Paulo Dybala è Conan (il superdetective con gli occhiali)

Dybala è intenso, riflessivo. Non fa le cose alla cazzo di cane. Ci ragiona. E quando ha risolto il caso va in conferenza stampa e parla attraverso il papillon di Allegri. Ma questo ancora nessuno lo sa (ssst!).

2- Paulo Dybala è Harry Potter

Zamparini si dev’essere presentato a casa Dybala a Laguna Larga più o meno come Rubeus Hagrid nella catapecchia sul faro del maghetto. Con un po’ più di spocchia probabilmente. E niente se l’è portato a Palermo (Hogwarts) e da lì non la smette di fare magie.

1- Dybala è Freedom di Pharrell Williams

Energia crescente e continua, dalla prima nota fino all’ultima. La casa consiglia di gustarsi su Youtube un video a caso delle skills malate di Dybala con Pharrell che canta, preso bene, in sottofondo.

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