10 enfants terribles pronti a sfondare in Premier League

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
Published in
7 min readJan 27, 2016

In Inghilterra i giovani talenti finiscono molto spesso abbastanza presto nei top team. Dove o diventano da subito giocatori sfruttati e mediaticizzati, oppure rischiano di cadere molto velocemente nel dimenticatoio.

Dato quindi per assodato che non avrebbe molto senso parlare dei vari Sterling, Martial, Bellerin, Zouma e compagnia, andiamo a vedere una selezione di dieci U-21 che per un motivo o un altro terrei d’occhio in questo 2016.

Allora partiamo da… Mourinho. Che in tempi non sospetti spense le voci che volevano il Chelsea su Pogba dicendo che in rosa c’era già Ruben Loftus-Cheek, un classe 1996 di sicuro avvenire che si sarebbe giocato una maglia da titolare in Blues.

Beh, nei fatti le cose non sono andate esattamente così. E il ragazzo, reduce da una Youth League vinta con la formazione under 19 la scorsa stagione, ha giocato solamente quattro scampoli di partita, un’ora di gioco in tutto.

Eppure le qualità, per quanto il paragone con Pogba sia sicuramente spinto, ci sono tutte. E allora chissà che in questo 2016 Loftus-Cheek non finisca in una squadra di seconda fascia per provare ad imporsi.

A partire da un fisico veramente accostabile a quello del Polpo juventino (192 centimetri x 83 chili), ci troviamo di fronte al classico centrocampista box-to-box all’inglese, con tecnica, fisicità ed abilità su entrambi i lati del campo.

Spazio altrove dovrà probabilmente cercarlo anche Kelechi Iheanacho, che pur per ben dodici volte (ma per un totale di nemmeno 200 minuti) è sceso in campo nella prima metà di questa Premier League, con la maglia del Manchester City.

Coscritto di Loftus-Cheek, Iheanacho si mise in mostra — ai miei occhi e a quelli di più o meno tutti gli scout del mondo — nel corso del Mondiale under 17 giocato negli Emirati Arabi Uniti nel 2013 e vinto da una Nigeria trascinata proprio dall’attuale numero 72 Citizens, che fu capace di realizzare ben sei marcature lungo il corso di quella competizione. La sensazione di non trovarsi di fronte ad un classico fuoco di paglia (alla Adiyah, per intenderci) fu subito forte. Impressione che il buon Kelechi sta confermando ancora oggi.

Giocatore che predilige porsi tra le linee, ma che può giocare anche a supporto di una prima punta, Iheanacho è in possesso di un mancino raffinato e di una grande creatività, che esprime sia in fase di rifinitura che in quella conclusiva.

Una sorte simile potrebbe toccare anche ad un giocatore di cui mi innamorai qualche anno fa, quando ancora giocava in League Two: Nick Powell, trequartista classe 94 in forza al Manchester United. Dove ovviamente non ha trovato spazio negli ultimi quattro anni, e dopo aver giocato una stagione al Crewe Alexandra da 16 centri in 42 presenze a soli 17 anni, è sbarcato ai Red Devils, facendo tanta tribuna e giocando un’altra ottima annata al Wigan, campionato 2012/2013.

Su di lui non ho ancora perso le speranze, perché il talento c’è tutto. Ma là dove i soldi abbondano, è ovvio che i top club dopo essersi assicurati grandi talenti si buttino anche sui grandi nomi, ingolfando un sistema che rischia così di bruciare giocatori di livello.

Ecco perché mi auguro che in questo 2016 Powell possa trovare spazio: ha tecnica, piede, calcio, buon fisico. Merita un posto al sole in Premier League, per provare a non tradire le promesse fatte ancora minorenne.

Uno degli ultimi acquisti di Sir Alex Ferguson.

Altro classe ’94 che non ha ancora espresso il massimo del suo potenziale è indubbiamente Gerard Deulofeu, canterano de La Masia oggi in forza all’Everton. Lo conobbi, calcisticamente, a sedici anni. Quando, semplicemente, dominava. E non sto dicendo che fosse superiore agli altri, ma proprio che dominasse i suoi coetanei.

Poi come spesso capita il salto nel professionismo non è così facile, perché atleticamente non puoi pensare di godere dello stesso vantaggio (aveva una accelerazione che nessuno riusciva a contenere, negli spazi era totalmente inarrestabile a livello giovanile).

Ai Toffees non è quello che definiremmo un titolare, ma il campo lo vede comunque con discreta regolarità. E le buone prestazioni non mancano. Riuscisse però a fare uno step ulteriore potrebbe comodamente recitare un ruolo da protagonista anche nel campionato inglese, e chissà che in questo senso non sarà proprio il 2016 l’anno della sua consacrazione. Di sicuro, giocatore da cui non staccare mai per lo meno un occhio…

Chi sta invece rispettando le attese è il buon Dele Alli, ex Milton Keynes Dons che sta prendendosi il Tottenham e la Premier League con disinvoltura. In questa prima metà di campionato ha messo in mostra quelle doti che già mi colpirono quando ancora frequentava la periferia del calcio inglese.

Come dissi allora, la qualità più interessante di questo ragazzo è rappresentata indubbiamente dalla sua capacità di inserimento e dalla facilità con cui cerca e trova la porta. Nei primi 18 match disputati in Premier ha raccolto 5 reti, ma potenzialmente potrebbe riuscire a segnarne anche di più. Diciamo insomma che, un po’ da novello Lampard, potrebbe risultare giocatore capace di segnare tra i 10 e i 15 goal in un campionato. Roba non da poco.

https://www.youtube.com/watch?v=1iPrzl_GzfE

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=Lg0oPus2qv0[/embed]

Per chi ha già compiuto la follia di leggere i miei primi due ebook sui giovani talenti sparsi per il mondo, la maggior parte dei ragazzi citati in questo viaggio tra i principali campionati europei alla ricerca di giovani da seguire per il 2016 non suoneranno certo nuovi.

Come ad esempio quello del Villans Jack Grealish, trequartista irlandese classe ’95 che pur essendo in attesa della definitiva consacrazione ha dimostrato di poter rappresentare una delle pietre angolari su cui costruire il futuro della nazionale dell’Eire. Preferibilmente predilige agire sull’out sinistro, da cui come molti suoi colleghi ama accentrarsi sfruttando il piede forte. In caso di necessità però può anche disimpegnarsi sulla fascia opposta, come porsi fra le linee giocando in posizione più centrale.

Con un bagaglio tecnico già piuttosto completo ed una grande capacità di giocare nello stretto e di condurre la sfera in allungo, Grealish ha ancora una pecca notevole: nonostante abbia tutta la capacità di dialogare coi compagni, spesso preferisce incaponirsi in azioni solitarie da cui difficilmente può però uscire vincitore con continuità. Da bambino quelli come lui li chiamavamo “veneziani”, ma questo non vuol certo dire gli manchino le doti per far bene…

Spostandoci in quel di Liverpool, sponda Reds, troviamo un altro classe ’95 cui il 2016 potrebbe sorridere. Sto parlando di Jordon Ibe, ala anglo-nigeriana sbarcata in città ormai quattro anni fa dal Wycombe. In questo momento, nonostante l’arrivo di un ottimo tecnico come Klopp, a Liverpool non si respira una bella aria. Ma pur senza essere un giocatore destinato a diventare un dominatore assoluto della scena (per dire, Sterling mi ha sempre dato l’idea di essere superiore), Ibe pare potersi calare discretamente bene nell’ambito della Premier League.

Come paragone per descriverlo tirai in ballo un giocatore di caratura Mondiale, ma prendendolo quando ancora era un giovane calciatore piuttosto immaturo: il primissimo Titì Henry, che ancora soleva giocare largo e metteva in mostra grandi doti da velocista. Ecco, il bagaglio tecnico di Ibe non è paragonabile a quello dell’ex campione francese, ma di certo la sua capacità di accelerare e la sua tendenza a tagliare dall’estreno al centro per cercare la porta ricordano quel giocatore di cui mi innamorai quando ancora vestiva la casacca del Monaco…

https://www.youtube.com/watch?v=NnRon9dOkH0

Come detto i giovani talenti in Inghilterra si dividono grossomodo in due categorie: da una parte quelli che trovano spazio e fama sin da giovanissimi, dall’altra quelli che stentano anche solo a giocare, per quanto abbiano doti indiscutibili. Per completare questo pezzo permettetemi quindi tre nomi di giocatori ancor più giovani, ma che spazio potrebbero trovarlo già in questo 2016, anche se non possiamo averne la garanzia.

Il giocatore però c’è tutto e la mia speranza è quella che già da gennaio possa lasciare Manchester per provare ad imporsi altrove, dove la concorrenza sulla trequarti possa essere minore. Giocatore che predilige giocare sull’out destro, è un mancino naturale dotato di grandissima creatività, capacità di rifinitura e visione di gioco. Proprio per questo sa adattarsi senza colpo ferire in qualsiasi posizione che corra lungo la linea di trequarti.

Da un punto di vista tecnico è in possesso di un bagaglio molto raffinato, e restando al Fulham — dove lo scorso anno era stato capace di totalizzare una ventina di presenze — credo avrebbe potuto provare a compiere un percorso di crescita più rapido.

Peccato. Ma tenetegli gli occhi addosso, perché qualora non si bruciasse sentirete sicuramente presto parlare di lui.

Il secondo è più esotico: Gedion Zelalem, classe ’97 berlinese ma di passaporto americano. Attualmente è in prestito ai Glasgow Rangers, dove ha già messo a referto 7 assist nei mille e rotti minuti in cui è stato in campo. Da settembre però avrà tutte le carte in regola per provare a conquistarsi un posto al sole anche in Inghilterra, dato che il suo cartellino è di quell’Arsenal che non lesina mai spazio ai giovani, se di qualità.

Trequartista in possesso di grande controllo palla e visione di gioco, è in fase di rifinitura che questo calciatore a stelle e strisce sa dare il meglio di sé. Il talento è fuori discussione, con le federazioni americana e tedesca che si sono già date battaglia per affidargli una maglia. Ad oggi il ragazzo pare aver scelto i primi, ma finché non ci sarà il suo esordio ufficiale con la nazionale maggiore l’ultima parola non potrà esser detta.

La chiusura la riservo quindi al giocatore più giovane del pezzo: Reece Oxford.

Nato a Londra il 16 dicembre del 1998, il giovane Hammer ha esordito in prima squadra lo scorso 2 luglio contro il Lusitanos, nel primo turno qualificatorio dell’Europa League. I suoi minuti in stagione sono già circa 400, e l’impressione è che questa potrebbe essere una annata già importante per la sua carriera.

Gigante d’ebano che può agire sia in mediana a protezione della linea arretrata che come centrale difensivo, Oxford mette in mostra un fisico già molto formato ed una forza che gli permette di battagliare ad armi quasi pari anche tra i professionisti. Da un punto di vista tecnico è in possesso di un bagaglio già discreto, anche se ad oggi preferisce ancora la giocata semplice a qualcosa di più costruito. Meglio, in realtà. Se ha le doti per prendere in mano la squadra lo mostrerà, ad oggi è bene che non esageri per crescere un passino alla volta.

https://www.youtube.com/watch?v=lPsapv58OHs

A cura di Francesco Federico Pagani

--

--