10 lampi di Federico Chiesa che ti faranno venire voglia di scommettere su di lui
In occasione della partita pirotecnica della Fiorentina contro il Genoa, gioia per gli occhi soprattutto di chi non tifava nessuna delle due squadre tipo me, ho rivisto dal vivo dopo tre anni Federico Chiesa. La definizione tecnico-tattica che mi sento di dargli è “un cavallo matto che tecnicamente potrà e dovrà migliorare, ma che atleticamente si avvicina all’idea di mobilità che un compagno proletario può avere di un Frecciarossa, dopo aver viaggiato per 30 anni sul regionale Sesto Fiorentino — Pontedera”. Chiesa è esplosivo.
Nell’arco degli 87’ giocati contro il Grifone Chiesa ha dato dimostrazione di poter essere implicato in qualsiasi azione di gioco della Fiorentina, anche senza ricevere il pallone. Chiesa ha segnato, ha perso palloni solo per il gusto di recuperarli subito dopo, ha sfondato una traversa, ha dato ampiezza e linee di passaggio, ha chiesto palla più volte con il portatore distante 40 metri ed è riuscito anche a infortunarsi, salvo poi rientrare in campo con una fasciatura che dagli spalti somigliava più ad un’ingessatura. Durante la trafila nella cantera “Viola” il figlio di Enrico dava l’impressione sì di essere superiore a molti colleghi, ma mai di essere uno di quelli che avrebbero sfondato ad alti livelli. Chiesa ha invece interiorizzato bene il ruolo che l’anno scorso ricopriva Bernardeschi, quasi a dimostrazione che la corsia laterale del centrocampo disegnato da Paulo Sousa rappresenti una palestra tattica per giocatori da far crescere in entrambe le fasi di gioco. “Chiesa è forte” è una frase che probabilmente sentiremo dire anche ai suoi avversari, e sarà l’eco del pensiero del suo compagno Bernardeschi.
Ma prima della sua incoronazione totale precoce a Re di Firenze, è bene mostrarvi dieci momenti di atletismo senza senso di Federico Chiesa della sua storia in viola.