15 cose belle e brutte dal mondo del calcio — CS e02 e28

Crampi Sportivi
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4 min readMar 16, 2015

Il calcio è un carnevale, una tempesta di colori e gesti, un turbinìo di eventi più o meno belli, più o meno sensazionali che ci piace vedere, commentare e giudicare. Questo weekend pallonaro ve lo raccontiamo così, un bel listone di cose “sì” e cose “meno sì” tutte da gustare. Quasi tutte.

1. Sì — Quanto è bello vedere una persona realizzata? Un uomo felice che trova la sua dimensione, la sua latitudine, il suo posto nel mondo. Daniel Pablo Osvaldo è così, e dalla Bombonera twitta, segna e ama il rock’n’roll in completa libertà.

2. Meglio di no — Il nudo non si applica quasi al campo di calcio: banditi gli stripper e le loro invasioni gioiose che oramai non vengono più neanche inquadrate, i 15 minuti di gloria di un calcio al naturale ci vengono oramai abbonati nell’ordine delle casualità. Come quella che ha portato Ishak Belfodil a rimanere a terga scoperte durante il match che il Parma ha perso 1–4 contro il Sassuolo.

3. Eternamente sì — Una vecchia canzone di Ligabue diceva che Marlon Brando era sempre lui: nel dubbio, le gole secche in platea son venuti ai tifosi dell’Hellas, che anche ieri hanno esultato due volte per i gol di Luca Toni. Sono 13 in stagione, 7 nelle ultime 6, carta d’identità 1976. Gole secche e mani spellate; per noi nostalgici degli anni Novanta primi anni 2000, un toccasana.

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4. Ancora no — Il Manchester City di questa stagione è una squadra che va a singhiozzi, passando da exploit devastanti come il 5–0 al Newcastle di qualche settimana fa, a sconfitte del tutto inaspettate come quella sul Burnley di quest’ultimo sabato. Un nostro grosso abbraccio va a tutti coloro che ci hanno perso la schedina. Anche da parte di George Boyd.

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7. — Ricordo ancora nitidamente una corsa incredibile con gran destro, a fulminare Handanovic, che abbatte l’Inter di Stramaccioni alla ricorsa disperata della Juventus. Da allora Nicola Sansone è arrivato in un’altra zona dell’Emilia: una settantina di chilometri percorribili a velocità nemmeno troppo sostenuta. Ieri si è trovato di fronte la squadra che lo ha lanciato in A, che ne deteneva la metà del cartellino fino a giugno scorso e che sta vivendo il momento più ioneschiano della propria storia recente. Ieri ha prima realizzato due reti, poi ha procurato il rigore trasformato da Berardi, con la conseguente espulsione di Mirante, infine ha imboccato Missiroli per il 4–0. A fine match ha dichiarato: “ sogno di giocare in Nazionale”. Conte, can you hear me?

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8. No — O meglio sì, nel momento in cui diventi più carino quando indossi la maschera di Spiderman. Per il resto, caro Ben-Hatira, orsù hai ben 26 anni, smettila con queste fesserie e pensa a giocare meglio al football. Grazie. La redazione.

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10. No, non si fa — Capita nelle gelide notti scozzesi che qualcuno si rompa le palle di farsi le serate a Glasgow e se ne vada a Edimburgo, dove, si sà, le rosse negli strip-club sono più carine, l’alcol costa meno e tutti si fanno gli affari loro. Se però sei il capitano dei Celtics Scott Brown, e di lì a poco devi giocare la finale di League Cup un minimo di scrupolo te lo fai, o almeno stai un po’più attento a non farti sgamare. E che diamine Scott, ma ti dobbiamo dire tutto?

11. Sì, sì, sì, sì — I villans quest’anno non se la stanno passando benone, nonostante l’acclarata qualità della sua coppia d’attacco Benteke-Agbonlahor. I nuovi Messi-Neymar, Conti-Pruzzo, Yorke-Cole de noantri ne mettono due a testa e affondano il Sunderland in una sanguinosa sfida salvezza.

12. No, proprio noMaximo Banguera, portiere del Barcelona Guayaquil, all’occorenza attore e nella vita di tutti i giorni eroe. Simula uno svenimento per evitare l’espulsione nel match di Libertadores contro il Nacional. Non ci casca nessuno. Ma oltre al rosso, guadagna un posto indelebile nei nostri cuori.

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13. Signorsì Lascia stare la bellezza e l’importanza del gol, un attacco uno contro tutti iniziato in tecnica e velocità e concluso in lucidità e freddezza. Parliamo solo dell’esultanza di Wayne Rooney. Da che fumetto di supereroi è uscito?

14. No, ancora non ci siamo Eppure il primo tempo di Cagliari-Empoli aveva visto gli isolani dominare letteralmente gli avversari. Azioni continue e martellanti, pressing folle, ritmi elevati, occasioni, legni, giocate di classe. E già tutti a parlare di cura Zeman. Poi ovviamente dopo un’oretta la benzina è finita, gli attacchi sono calati, è comparsa la paura e poi, inesorabile, la beffa a tempo scaduto. Io per salvare lo spettacolo Zemaniano, proporrei di fargli giocare solo due tempi da 15 minuti, chi è con me?

15. Sì, ma torna da noi — Ci sono giocatori che ti stanno quasi insensatamente a cuore, che ti portano a sentirne la mancanza senza un motivo ben preciso. Uno di questi per quanto mi riguarda è Innocent Emeghara, che dopo essersi fatto amare a Siena e Livorno ora conquista gli USA al San Josè Earthquakes, segnando gol normali ma bellissimi come questo.

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A cura di Oscar Cini, Sebastiano Bucci e Matteo Serra.

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