23 azzurri che vorremmo vedere in campo insieme entro l’Europeo del 2020

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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9 min readJan 23, 2017

Portieri

1. Gianluigi DONNARUMMA

L’altro giorno ho sentito un tizio allo stadio giurare a un amico che in realtà Donnarumma è una pippa, te lo giuro, me credi? In genere una tale distorsione della realtà applicata a un portiere con più di 100 presenze in Serie A, a cui all’epoca dell’infamata mancava qualche settimana al compimento dei 18 anni, è il classico psicodramma che avviene quando hai di fronte un giocatore dal valore storico talmente conclamato a soli pochi anni da quando non lo avevi manco mai sentito nominare, che non riesci ad accettare che la tua vita avrà così poche sorprese in porta in Serie A da qui ai prossimi 25 anni. Generalmente è anche il prodromo di carriere talmente lunghe da proseguire anche quando il detrattore avrà smesso di ricordarsi come si fa a parlare.

12. Marco SPORTIELLO

Finora sul rollercoaster della vita è quello che le ha solo incassate: prima proiettato in fretta e furia tra i pali atalantini per sostituire Andrea Consigli, poi accantonato per far spazio ad Etrit Berisha e adesso che si fa? Ad Euro 2020 Sportiello ci andrà da terzo, pare che a lui non dia fastidio un destino altalenante alla Salvatore Sirigu.

22. Mattia PERIN

Al netto degli infortuni e delle polemiche per le rovinose cadute social (poveretto, ha chiesto scusa tante di quelle volte e ha passato tanto di quel tempo in infermeria che chiunque ancora non gli abbia fatto uno sconto è da denunciare ad Amnesty International), al netto dell’era pre-Donnarumma in cui c’era tempo da perdere in cui chiedersi chi avrebbe preso il posto di Buffon in Nazionale, c’è stato un tempo in cui Mattia Perin sembrava la buona notizia che tutti aspettavano tra i pali azzurri. Sarà che è quanto di più simile a Zenga si sia visto finora, fatto sta che una chance non gli dovrebbe essere negata, a questo punto.

Difensori

2. Mattia DE SCIGLIO

La vulgata su De Sciglio vuole che non sia sufficientemente affidabile né in fase difensiva né in quella offensiva. Il dato di realtà su De Sciglio è che all’Europeo di Francia, sotto Conte, ha dato un’ottima prova in entrambe le fasi, e si è dimostrato molto più sveglio ed efficace di quanto il bar sport non gli riconosca. Se quell’avventura fosse finita meglio, staremmo qui a parlare di erede di Qualcuno A. Scelta. Fatto sta che, se da qui al 2020 non succede niente di meglio sulla fascia destra, la sua occasione De Sciglio se l’è guadagnata.

3. Federico DIMARCO

Cose che facevo io a 19 anni: mettere 5 euro di benzina nella Twingo, andare a mare per mezza giornata, tornare indietro e accendere la play ogni giorno. Cose che Dimarco ha già fatto a 19 anni: esordio in Serie A, esordio in Europa League, giocare in sei rappresentative nazionali su sette. Sono solo numeri, statistiche che tutti possiamo reputare insufficienti, anomale. Ma vaglielo a dire tra tre anni quando sarà ancora il più giovane della spedizione europea e avrà già ingoiato tanta di quella erbetta, sintetica e non, da tappezzarci una villa intera.

13. Alessio ROMAGNOLI

Erede di Hokuto, difensore totale, con il peccato originale di saperlo, di non nasconderlo, di non essere simpatico, di non essere da copertina. Detto questo, ne fareste a meno?

4. Daniele RUGANI

Uno che trova spazio tra le maglie — che pure cominciano ad allargarsi — di quel monolito denominato Bonucci-Barzagli-Chiellini si farà più fatica a scalzarlo, una volta insediatosi in azzurro, che a riflettere se convocarlo o meno.

5. Mattia CALDARA

In cima alle procure incredibili di Giuseppe Riso ci sta Mattia Caldara seduto comodo. Per lui si prospetta una vita da compagno di squadra di Daniele Rugani, seguendo le orme del giovane compagno che sta terminando il periodo di rodaggio bianconero. Diploma di ragioneria, sarà il nostro difensore contabile del futuro, a bilanciare la squadra dalle retrovie amministrando entrate e uscite con cura maniacale. Possiamo dormire tranquilli, ci ha pensato la Juve a toglierci ogni dubbio.

6. Federico BARBA

Tonelli — Barba — Rugani, sembra di conoscerli da una vita, di vederli in Serie A da sempre e per sempre insieme. Poi Tonelli a Napoli, Rugani a Torino e Barba a Stoccarda e tra infortuni vari e perdite di tempo si avverte un senso di ritardo, qualche tassello che non è andato al suo posto. Euro 2020 sembra più lontano, forse inarrivabile perché i problemi muscolari si assommano e il tempo passa inesorabile. Orologio alla mano contiamo i secondi che separano un giocatore dall’etichetta di giovane promettente da quella di flop senza preavviso. Federico non tradirmi adesso.

15. Nicola MURRU

Tutta la trafila delle giovanili nazionali, tutta la carriera spesa finora a Cagliari. Murru oggi ha ventidue anni e le stimmate del predestinato in un ruolo, quello del terzino sinistro, che sta perdendo via via punti di riferimento. Ha un piccolissimo problema: in 5 anni di carriera è stato allenato da 9 allenatori diversi, chissà quante personalità sono rimaste imprigionate nel suo corpicino da portalettere, chissà che non si riveli un punto di forza a lungo andare.

Centrocampisti

8. Roberto GAGLIARDINI

Roberto Gagliardini Abbiamo dovuto assimilare talmente tanta roba di Gagliardini in poco tempo che per poco non abbiamo dimenticato cosa fa nella vita: lettere d’addio, passioni, amori e poi a 22 anni ti ritrovi titolare nell’Inter protesa verso il futuro manco fosse lo spot della Kinder Fiesta. Improvviso, scoppiato sul palcoscenico come un bellissimo mortaretto, Gagliardini è la parte più coriacea dell’Italia che verrà, poggiata su quello sguardo da chitarrista appassionato di pallone. Grazie Atalanta, di cuore.

16. Marco BENASSI

Era a Milano l’anno dell’esordio da pro: 22 Novembre 2012, l’Inter di Andrea Stramaccioni viene travolta dal Rubin Kazan e il tecnico romano rischia dal primo minuto Marco a centrocampo. Boh, fa ridere ‘sto qua, ricorda quello che faceva musica, stesso cognome. Cinque anni dopo è diventato solo Benassi, doppio capitano dell’U21 e del Torino, a centrocampo sembra consumato, quasi vecchio. Scopriremo la verità, ovvero Benassi assemblato in laboratorio che vive assorbendo i suoi compagni di squadra. Per il 2020 avrà finito di assimilare Vives.

17. Daniele BASELLI

Dicono di lui che è un bravo ragazzo, che può fare la mezzala ma col tempo imparerà ad essere un incontrista e un centrale di pensiero ma solo una volta ultimato il master in centrocampista con le ali. Boh, Baselli fa spallucce e tira sempre dritto perché nessuno, da Bonacina a Mihajlovic, gli ha mai chiesto di accomodarsi in fascia. Mister mi basta giocare!

10. Marco VERRATTI

“Perché tu sei troppo bianca per restare / mano nella mano con te stessa / E non voglio certo che tu sia / la mia più bella cosa mai successa”.

11. Alessandro FLORENZI

Ma voi ci andreste in guerra senza il pane? Perché Alessandro Florenzi è come il pane: è buono, ha il cuore di mollica e le gambe di crosta invecchiata, è composto da parti diverse che messe insieme restituiscono al tutto un senso di completezza. E soprattutto, sta bene con qualsiasi tipo di pasto. E soprattutto, se tutto manca sta bene anche da solo.

7. Federico BERNARDESCHI

È ora di prendersi tutto con la convinzione di Tony Montana ma con lo sguardo di Charlie Brown e col sorriso di Dennis la Minaccia.

14. Manuel LOCATELLI

Ascolta Manuel, tu con me hai già un debito anche se non lo sai perché adesso se scrivo “Locatelli calcio” su Google non mi compare più Tomas ma mi esce la tua faccia che già mi fa capire subito che sei più giovane di me e mi arrabbio. Quindi vedi di darti una calmata ok? e sopratutto metti quanta più benzina nel carburatore che il futuro si avvicina ma se ci sei tu a darci una mano noi siamo più tranquilli perché sei un essere speciale e il gol alla Juventus è un segno divino.

18. Lorenzo PELLEGRINI

Sarebbe bello se l’erede di Daniele De Rossi in azzurro fosse uno che ha fatto la sua stessa trafila di spirito e di maglia, prestiti a parte. Sarebbe bello se uno dei prossimi registi della Nazionale fosse Lorenzo Pellegrini, con quella sua capacità di fare gol, fare copertura e fare squadra. Sarebbe bellissimo.

Attaccanti

9. Andrea BELOTTI

Con quello che ha dimostrato e sta dimostrando Andrea Belotti in questa stagione è più facile che sia lui il prossimo punto di riferimento della Nazionale lì davanti che il fatto che arrivi a diventarlo con la maglia di una squadra italiana. Il che ci dispiace, perché in caso ci mancherà molto quella cresta di gallo a mimare un muto chicchirichì, un verso che ci ricorda che il centravanti è tornato, e magari è qui per restare.

23. Simone VERDI

Vediamoci di più, Simone. Frequentiamoci di più. Non facciamo l’errore di notare il feeling che c’è, la bellezza e la fermezza con cui ci lasciamo incantare dal tuo tratto marcato, per poi magari perderci e non dirci nulla. Non sarebbe giusto, non sarebbe bello. Semmai il contrario.

21. Lorenzo INSIGNE

Lorenzo bello, ti sta tanto bene l’azzurro a te. E magari per il 2020 avrai pure messo a tacere tutte quelle voci che non ti vogliono decisivo, che non ti vogliono una garanzia. E magari ti sarai pure convinto che il tuo cuore appartiene a Napoli, ma i tuoi piedi vorremmo appartenessero un po’ a ognuno di noi.

19. Domenico BERARDI

Se per il 2020 sarai tornato in campo, Mimmo, noi davanti a destra non vorremmo che te. Fai il bravo, convinci tutti che sei utile anche per la fase di ripiegamento, fai qualcosa, fai finta, ingannali bene, perché senza di te a destra non sarà la stessa cosa.

20. Federico CHIESA

Col 20 di papà sulle spalle, perché no? Con la stessa fame di gol di papà ma con quel tocco differente, moderno, con quei movimenti da falso nueve, con quel piede che si allunga e con quelle gambette che cercano l’acrobazia spesso e volentieri. Fede non ci mollare, dicci che ci sarai.

Gli altri

Ci riserviamo di fare dei nomi aggiuntivi per un eventuale stage a 30 elementi.

Antonio BARRECA

Lorenzo TONELLI

Andrea CONTI

Rolando MANDRAGORA

Matteo POLITANO

Andrea PETAGNA

Nicolò BARELLA

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